La Repubblica 12.2.09
Parla Bill Maher, attore e ideatore del documentario-inchiesta sulle fedi monoteiste
"Religiolus" contro i fanatismi "Usate la ragione, non la religione"
di Silvia Bizio
"Gli attacchi delle chiese? C´è tanta gente che mi ringrazia per quello che dico"
In sala da domani "Voglio mostrare la violenza dei fondamentalisti di ogni fede"
«Smettete di credere o ne soffrirete le conseguenze». Ecco la sintesi di un film-documentario divertente e tosto come Religiolus, che in Italia arriva domani, distribuito in 30 copie dalla Eagle Pictures. Diretto dal regista di Borat, Larry Charles, concepito e interpretato da Bill Maher, noto comico televisivo americano, il film è un´allegra inchiesta tra gli aspetti più controversi, inquietanti e talora ridicoli (da cui il titolo) delle tre religioni monoteiste, cristiana, ebraica e musulmana. L´obbedienza al dogma religioso, il fanatismo sono da anni bersaglio dei talk-show tv di Maher, da Politically Incorrect all´attuale Real time with Bill Maher. «Nel film mi premeva affrontare la demistificazione del tabù religioso - spiega Maher, 52 anni - Parlare di un argomento delicato, per molti addirittura incendiario, facendo al tempo stesso ridere».
Con Religiolus, Maher conduce lo spettatore dal cuore puritano dell´America "redneck" alla libertaria Amsterdam (turbata oggi da nuovi conflitti etnico-religiosi), dalla Terra Santa al Vaticano, intrattenendo conversazioni, spesso ilari, con seguaci di ogni fede e mettendo in discussione qualsiasi "prova" dell´esistenza di Dio, toccando anche temi come l´omosessualità. «C´è un prete - racconta Maher - che per mezz´ora ha proclamato davanti alla cinepresa l´inesistenza dell´omosessualità e poi confessa la propria tendenza sessuale...».
Maher, cosa spera di fare con un film come Religiolus?
«Voglio dimostrare che la religione è nociva alla società e potenzialmente in grado distruggere la nostra civiltà. Io spero che questo film possa sortire un effetto pari se non maggiore di quanto abbia avuto sull´ambiente Una verità scomoda di Al Gore. Spero solo che possa stimolare un dibattito civile e ragionevole».
Nel film lei dichiara esplicitamente che l´Islam è strettamente connesso alla violenza fondamentalista.
«Sì, ma spero che qualcosa possa cambiare in futuro. L´Islam si trova oggi dove il Cristianesimo si trovava nel 1400, quando cominciò gioco forza ad aprirsi e illuminarsi».
Teme che il film possa renderla bersaglio di attacchi da parte degli integralisti?
«Preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio. Ma non crediate che tutti ce l´abbiano con me: c´è un sacco di gente che mi ringrazia per quello che dico. Basterebbe che gli agnostici si organizzassero un po´ meglio, come fanno i religiosi».
Lei ha realizzato Religiolus prima delle elezioni presidenziali Usa. È cambiato qualcosa?
«Il cambiamento epocale che tutti ci aspettiamo dal presidente Obama deve ancora avvenire. Detto questo, la tematica religiosa e il concetto di fede sono sempre attuali. Il fanatismo dogmatico non è mutato di una virgola da secoli e la tentazione fondamentalista sembra più forte che mai. Per me nessun fondamentalismo è migliore dell´altro: sono tutti aberranti».
Lei è ateo?
«Preferisco definirmi un realista. Sono figlio di un padre cattolico e di una madre ebrea, ma resto convinto che ai fenomeni della natura ci debba pensare la scienza, non la religione».
Anche col film lei sembra dire che il fondamentalismo avanza in America e nel mondo. Conferma?
«Certo. Mi fa ancora paura pensare che noi americani siamo stati guidati per otto anni da un presidente anti-intellettuale, anti-scientifico, maniaco di Gesù Cristo, che ci ha condotti in una palude putrida e stagnante. La separazione tra Stato e Chiesa promulgata dai nostri padri fondatori s´è persa per strada. E quanti altri paesi si trovano in situazioni simili? Il mio monito è soprattutto ai governanti: ricominciante di nuovo a governare con la ragione. Non con la religione».
Parla Bill Maher, attore e ideatore del documentario-inchiesta sulle fedi monoteiste
"Religiolus" contro i fanatismi "Usate la ragione, non la religione"
di Silvia Bizio
"Gli attacchi delle chiese? C´è tanta gente che mi ringrazia per quello che dico"
In sala da domani "Voglio mostrare la violenza dei fondamentalisti di ogni fede"
«Smettete di credere o ne soffrirete le conseguenze». Ecco la sintesi di un film-documentario divertente e tosto come Religiolus, che in Italia arriva domani, distribuito in 30 copie dalla Eagle Pictures. Diretto dal regista di Borat, Larry Charles, concepito e interpretato da Bill Maher, noto comico televisivo americano, il film è un´allegra inchiesta tra gli aspetti più controversi, inquietanti e talora ridicoli (da cui il titolo) delle tre religioni monoteiste, cristiana, ebraica e musulmana. L´obbedienza al dogma religioso, il fanatismo sono da anni bersaglio dei talk-show tv di Maher, da Politically Incorrect all´attuale Real time with Bill Maher. «Nel film mi premeva affrontare la demistificazione del tabù religioso - spiega Maher, 52 anni - Parlare di un argomento delicato, per molti addirittura incendiario, facendo al tempo stesso ridere».
Con Religiolus, Maher conduce lo spettatore dal cuore puritano dell´America "redneck" alla libertaria Amsterdam (turbata oggi da nuovi conflitti etnico-religiosi), dalla Terra Santa al Vaticano, intrattenendo conversazioni, spesso ilari, con seguaci di ogni fede e mettendo in discussione qualsiasi "prova" dell´esistenza di Dio, toccando anche temi come l´omosessualità. «C´è un prete - racconta Maher - che per mezz´ora ha proclamato davanti alla cinepresa l´inesistenza dell´omosessualità e poi confessa la propria tendenza sessuale...».
Maher, cosa spera di fare con un film come Religiolus?
«Voglio dimostrare che la religione è nociva alla società e potenzialmente in grado distruggere la nostra civiltà. Io spero che questo film possa sortire un effetto pari se non maggiore di quanto abbia avuto sull´ambiente Una verità scomoda di Al Gore. Spero solo che possa stimolare un dibattito civile e ragionevole».
Nel film lei dichiara esplicitamente che l´Islam è strettamente connesso alla violenza fondamentalista.
«Sì, ma spero che qualcosa possa cambiare in futuro. L´Islam si trova oggi dove il Cristianesimo si trovava nel 1400, quando cominciò gioco forza ad aprirsi e illuminarsi».
Teme che il film possa renderla bersaglio di attacchi da parte degli integralisti?
«Preferisco morire in piedi che vivere in ginocchio. Ma non crediate che tutti ce l´abbiano con me: c´è un sacco di gente che mi ringrazia per quello che dico. Basterebbe che gli agnostici si organizzassero un po´ meglio, come fanno i religiosi».
Lei ha realizzato Religiolus prima delle elezioni presidenziali Usa. È cambiato qualcosa?
«Il cambiamento epocale che tutti ci aspettiamo dal presidente Obama deve ancora avvenire. Detto questo, la tematica religiosa e il concetto di fede sono sempre attuali. Il fanatismo dogmatico non è mutato di una virgola da secoli e la tentazione fondamentalista sembra più forte che mai. Per me nessun fondamentalismo è migliore dell´altro: sono tutti aberranti».
Lei è ateo?
«Preferisco definirmi un realista. Sono figlio di un padre cattolico e di una madre ebrea, ma resto convinto che ai fenomeni della natura ci debba pensare la scienza, non la religione».
Anche col film lei sembra dire che il fondamentalismo avanza in America e nel mondo. Conferma?
«Certo. Mi fa ancora paura pensare che noi americani siamo stati guidati per otto anni da un presidente anti-intellettuale, anti-scientifico, maniaco di Gesù Cristo, che ci ha condotti in una palude putrida e stagnante. La separazione tra Stato e Chiesa promulgata dai nostri padri fondatori s´è persa per strada. E quanti altri paesi si trovano in situazioni simili? Il mio monito è soprattutto ai governanti: ricominciante di nuovo a governare con la ragione. Non con la religione».