Lite per crocifisso in aula, prof. rischia licenziamento
Docente di Terni davanti al Cnpi, Cobas: Attacco discriminatorio
Roma, 11 feb. (Apcom) - Ha deciso in nome della "libertà di insegnamento e religiosa" di svolgere le proprie lezioni senza il crocifisso in aula, sulla parete alle spalle della cattedra, ma per i contrasti seguiti con colleghi e preside potrebbe essere licenziato. Protagonista della vicenda è Franco Coppoli, docente dell'Istituto professionale per le scienze sociali 'Casagrande' di Terni, esponente locale del sindacato Cobas scuola, che oggi a Roma sarà ascoltato dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (Cnpi), l'ufficio ministeriale che formula pareri vincolanti su contenziosi che riguardano "casi culturali e didattici" o di disciplina.
Il caso è scoppiato nei mesi scorsi, poco dopo l'inizio dell'anno scolastico, quando una rappresentanza degli alunni ha stabilito a maggioranza che nelle aule dovessero apparire i crocifissi. Fino a quel momento, infatti, i locali dell'istituto ne erano privi. A quel punto Coppoli si è rivolto al preside Giuseppe Metastasio, chiedendo spiegazioni, e questi ha raccontato della decisione degli studenti.
Contrario alla disposizione, il professore ha trovato un compromesso con i ragazzi: durante le sue lezioni avrebbe staccato il crocifisso, rimettendolo al suo posto a conclusione degli insegnamenti. Il giorno successivo, però, ha trovato il simbolo religioso avvitato al muro con un anello, in modo che fosse difficile rimuoverlo: "Coppoli ha deciso lo stesso di svitarlo, ed è allora che sono nati i problemi", racconta oggi Nicola Giua, dell'esecutivo dei Cobas scuola, che accompagnerà il docente al Cnpi.
Coppoli è entrato in contrasto con altri docenti, in particolare con il preside, sono volate parole grosse, qualche accusa di troppo, e alla fine la sua condotta è stata denunciata al Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione: "In Italia è il primo caso del genere e bisogna ricordare che non esiste alcuna norma che preveda l'obbligo del crocifisso in aula", spiega ancora Giua. Per il leader nazionale dei Cobas scuola Piero Bernocchi invece "l'ordine del dirigente scolastico di non rimuovere il crocifisso e la minaccia di provvedimenti disciplinari si configurano come atti discriminatori sul luogo di lavoro", mentre "l'attacco discriminatorio a Coppoli si inserisce in un quadro caratterizzato dalle sistematiche ingerenze della chiesa cattolica nelle vita politica italiana".
Se dovesse essere giudicato 'colpevole', secondo i regolamenti in vigore il docente rischia quattro diverse tipologie di sanzioni: la sospensione fino ad un mese, la sospensione fino a sei mesi, la sospensione oltre sei mesi e la destituzione.
Le funzioni del Cnpi, istituito nel 1974 e modificato negli anni, sono state aggiornate dal precedente ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni, che in questi casi ha reso i pareri non più vincolanti ma solo obbligatori: il Consiglio, cioè, emetterà una propria sentenza, ma sarà poi il direttore scolastico regionale (in questo caso dell'Umbria) a decidere sull'applicazione del dispositivo.
La riunione al Cnpi è fissata oggi alle 15.30: il Consiglio deciderà entro la giornata, ma ci vorranno 10-15 giorni per conoscere verdetto e motivazioni.
Docente di Terni davanti al Cnpi, Cobas: Attacco discriminatorio
Roma, 11 feb. (Apcom) - Ha deciso in nome della "libertà di insegnamento e religiosa" di svolgere le proprie lezioni senza il crocifisso in aula, sulla parete alle spalle della cattedra, ma per i contrasti seguiti con colleghi e preside potrebbe essere licenziato. Protagonista della vicenda è Franco Coppoli, docente dell'Istituto professionale per le scienze sociali 'Casagrande' di Terni, esponente locale del sindacato Cobas scuola, che oggi a Roma sarà ascoltato dal Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (Cnpi), l'ufficio ministeriale che formula pareri vincolanti su contenziosi che riguardano "casi culturali e didattici" o di disciplina.
Il caso è scoppiato nei mesi scorsi, poco dopo l'inizio dell'anno scolastico, quando una rappresentanza degli alunni ha stabilito a maggioranza che nelle aule dovessero apparire i crocifissi. Fino a quel momento, infatti, i locali dell'istituto ne erano privi. A quel punto Coppoli si è rivolto al preside Giuseppe Metastasio, chiedendo spiegazioni, e questi ha raccontato della decisione degli studenti.
Contrario alla disposizione, il professore ha trovato un compromesso con i ragazzi: durante le sue lezioni avrebbe staccato il crocifisso, rimettendolo al suo posto a conclusione degli insegnamenti. Il giorno successivo, però, ha trovato il simbolo religioso avvitato al muro con un anello, in modo che fosse difficile rimuoverlo: "Coppoli ha deciso lo stesso di svitarlo, ed è allora che sono nati i problemi", racconta oggi Nicola Giua, dell'esecutivo dei Cobas scuola, che accompagnerà il docente al Cnpi.
Coppoli è entrato in contrasto con altri docenti, in particolare con il preside, sono volate parole grosse, qualche accusa di troppo, e alla fine la sua condotta è stata denunciata al Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione: "In Italia è il primo caso del genere e bisogna ricordare che non esiste alcuna norma che preveda l'obbligo del crocifisso in aula", spiega ancora Giua. Per il leader nazionale dei Cobas scuola Piero Bernocchi invece "l'ordine del dirigente scolastico di non rimuovere il crocifisso e la minaccia di provvedimenti disciplinari si configurano come atti discriminatori sul luogo di lavoro", mentre "l'attacco discriminatorio a Coppoli si inserisce in un quadro caratterizzato dalle sistematiche ingerenze della chiesa cattolica nelle vita politica italiana".
Se dovesse essere giudicato 'colpevole', secondo i regolamenti in vigore il docente rischia quattro diverse tipologie di sanzioni: la sospensione fino ad un mese, la sospensione fino a sei mesi, la sospensione oltre sei mesi e la destituzione.
Le funzioni del Cnpi, istituito nel 1974 e modificato negli anni, sono state aggiornate dal precedente ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni, che in questi casi ha reso i pareri non più vincolanti ma solo obbligatori: il Consiglio, cioè, emetterà una propria sentenza, ma sarà poi il direttore scolastico regionale (in questo caso dell'Umbria) a decidere sull'applicazione del dispositivo.
La riunione al Cnpi è fissata oggi alle 15.30: il Consiglio deciderà entro la giornata, ma ci vorranno 10-15 giorni per conoscere verdetto e motivazioni.