sabato 14 febbraio 2009

"Macché Michelangelo quel crocifisso è propaganda"

"Macché Michelangelo quel crocifisso è propaganda"
MARIA CRISTINA CARRATÙ
MERCOLEDÌ, 11 FEBBRAIO 2009 LA REPUBBLICA - Firenze

La polemica


La prima a sollevare dubbi è stata Paola Barocchi, professore emerito della Normale di Pisa e fra i massimi studiosi al mondo di Michelangelo: quell´acquisto, ha detto al Venerdì di Repubblica, suscita «numerosi interrogativi». Adesso, dopo settimane di tam tam sotterraneo, gli storici dell´arte scendono in campo a dare man forte a chi critica l´attribuzione al giovane Michelangelo del piccolo crocifisso ligneo appena acquistato dallo Stato per 3 milioni di euro, e presentato in pompa magna lo scorso gennaio alla Camera dei Deputati dal gotha dei beni culturali (il ministro dei beni culturali Sandro Bondi, il direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci, la soprintendente per il Polo museale di Firenze Cristina Acidini, davanti al Capo dello Stato).

Convinti, gli storici, che si sia trattato di un´operazione «propagandistica» niente affatto giustificata dal reale valore dell´opera, e tanto più grave, dicono, a fronte di una politica dei beni culturali nel suo insieme «catastrofica». Una denuncia durissima, affidata a un documento appena approvato all´unanimità dal Consiglio direttivo della Consulta universitaria nazionale di storia dell´arte (Cun.Sta), l´organismo presieduto da Pierluigi Leone De Castris che rappresenta gli storici dell´arte universitari, interlocutore del ministero per le politiche del settore.

Pur non volendo «entrare nel merito» dell´attribuzione michelangiolesca del crocifisso, dovuta fra l´altro, si ricorda, ad «alcuni propri autorevoli membri» (gli storici dell´arte Giancarlo Gentilini, Luciano Bellosi, Massimo Ferretti), la Consulta ne sottolinea però «l´identità assai discussa».