Farmacista obiettore: denunciato
Corriere della Sera - ed. Roma del 10 febbraio 2009, pag. 1
di Lavinia di Gianvito
Ha rifiutato di vendere la pillola del giorno dopo ed è finito sul registro degli indagati con l`accusa di omissione d`atti d`ufficio. L`indagato è un farmacista di via degli Ammiragli, all`Aurelio, che ha motivato il «no» con l`obiezione di coscienza. Ma la cliente - una ragazza - si è rivolta alla ginecologa che le aveva prescritto il farmaco, Lisa Canitano, presidente dell`Associazione Vita di Donna. Ed è stata proprio la ginecologa, insieme ad Alessandro Capriccioli, dell`associazione Luca Coscioni, a denunciare il rifiuto del farmacista. Era il 22 novembre, un sabato, verso mezzanotte: «Ho portato in farmacia un`ulteriore ricetta - ha raccontato qualche giorno dopo Canitano - e una copia della dichiarazione dell`Ordine dei farmacisti secondo cui il diritto all`obiezione di coscienza non è riconosciuto alla categoria. Nonostante abbia consegnato questi documenti, il farmacista ha continuato a rifiutarsi». Quella sera la ginecologa ha pure chiamato la polizia, ma non c`è stato nulla da fare. Eppure la posizione della Federazione degli Ordini dei farmacisti è chiara: «I farmacisti - ha ribadito il presidente, Giacomo Leopardi - sono obbligati a consegnare nei tempi più brevi possibili il medicinale. L`obiezione di coscienza non è prevista». Altre due volte il rifiuto di dare la pillola dei giorno dopo è finito a piazzale Clodio. Con denunce contro il San Giovanni e il Sant`Eugenio. Finora nessuna indagine è sfociata in un processo, ma solo perchè la procura non è riuscita a individuare i medici che hanno rifiutato la pasticca. Nessuno dei magistrati che ha esaminato i fascicoli (due pm e due gup) ha sostenuto la validità dell`obiezione di coscienza. Una posizione che, se confermata, potrebbe dare a quest`ultima indagine un esito diverso.
Corriere della Sera - ed. Roma del 10 febbraio 2009, pag. 1
di Lavinia di Gianvito
Ha rifiutato di vendere la pillola del giorno dopo ed è finito sul registro degli indagati con l`accusa di omissione d`atti d`ufficio. L`indagato è un farmacista di via degli Ammiragli, all`Aurelio, che ha motivato il «no» con l`obiezione di coscienza. Ma la cliente - una ragazza - si è rivolta alla ginecologa che le aveva prescritto il farmaco, Lisa Canitano, presidente dell`Associazione Vita di Donna. Ed è stata proprio la ginecologa, insieme ad Alessandro Capriccioli, dell`associazione Luca Coscioni, a denunciare il rifiuto del farmacista. Era il 22 novembre, un sabato, verso mezzanotte: «Ho portato in farmacia un`ulteriore ricetta - ha raccontato qualche giorno dopo Canitano - e una copia della dichiarazione dell`Ordine dei farmacisti secondo cui il diritto all`obiezione di coscienza non è riconosciuto alla categoria. Nonostante abbia consegnato questi documenti, il farmacista ha continuato a rifiutarsi». Quella sera la ginecologa ha pure chiamato la polizia, ma non c`è stato nulla da fare. Eppure la posizione della Federazione degli Ordini dei farmacisti è chiara: «I farmacisti - ha ribadito il presidente, Giacomo Leopardi - sono obbligati a consegnare nei tempi più brevi possibili il medicinale. L`obiezione di coscienza non è prevista». Altre due volte il rifiuto di dare la pillola dei giorno dopo è finito a piazzale Clodio. Con denunce contro il San Giovanni e il Sant`Eugenio. Finora nessuna indagine è sfociata in un processo, ma solo perchè la procura non è riuscita a individuare i medici che hanno rifiutato la pasticca. Nessuno dei magistrati che ha esaminato i fascicoli (due pm e due gup) ha sostenuto la validità dell`obiezione di coscienza. Una posizione che, se confermata, potrebbe dare a quest`ultima indagine un esito diverso.