domenica 4 luglio 2010

Nel 2009 il premier criticò apertamente papa Ratzinger per la sua opposizione ai preservativi

La Repubblica 28.6.10
Anche la Conferenza episcopale prende le distanze: "I prelati sono stati trattati bene"
Bruxelles respinge le accuse dal Vaticano "critiche eccessive"
I rapporti tra la Santa sede e governo sono tesi dal 1989, dopo il sì all´aborto
Nel 2009 il premier criticò apertamente papa Ratzinger per la sua opposizione ai preservativi
di Andrea Bonanni

BRUXELLES - Il Belgio non si piega di fronte all´ira del Vaticano. Anzi, si profila un nuovo braccio di ferro tra Bruxelles e Roma. Perfino la Conferenza episcopale belga, direttamente colpita dalle perquisizioni relative a casi di pedofilia ordinate dalla procura di Bruxelles, prende le distanze dagli anatemi del segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Le accuse contro la magistratura, qui, non sono ordinaria amministrazione come in Italia.
Poco prima che venisse reso noto il tenore della lettera di solidarietà inviata dal Papa ai vescovi belgi, il ministro della giustizia Stefaan De Clerck aveva giudicato «un po´ eccessive» le critiche di Bertone all´operato della giustizia belga. «Non bisogna farne un caso diplomatico», ha detto il Guardasigilli, pur sapendo che l´ambasciatore del Belgio era già stato convocato in Vaticano per ricevere la protesta formale della Santa sede. In particolare De Clerck ha contestato l´accusa di Bertone secondo cui i vescovi erano stati «sequestrati» per nove ore nel palazzo arcivescovile di Mechelen senza cibo né acqua: «È falso dire che non hanno ricevuto da mangiare o da bere».
Il ministro, come aveva già fatto il capo del governo belga dimissionario, Yves Leterme, ha sostanzialmente difeso l´operato dei giudici. Ha detto di non essersi stupito per la perquisizione ordinata nel palazzo arcivescovile. Quanto al sequestro dei 475 dossier su casi di pedofilia in seno alla Chiesa che erano in possesso della commissione indipendente creata dalla Conferenza episcopale, De Clerck ha ironizzato sul fatto che «questa commissione prendeva tempo, forse un po´ troppo tempo, per organizzarsi».
Se il governo belga cerca di calmare gli animi e difende l´operato dei giudici, è la stessa Conferenza episcopale belga a prendere le distanze da Bertone. Il portavoce dell´arcivescovado di Mechelen-Bruxelles, Eric De Beukelaer, ha confermato che i vescovi sono stati «trattati bene». Le dichiarazioni del segretario di stato vaticano, ha detto De Beukelaer, «sono un commento personale fatto sull´onda dell´emozione». In generale la Chiesa belga, tradizionalmente più aperta del Vaticano e in questo caso più consapevole della profonda irritazione presente nel Paese per l´esplodere dei casi di pedofilia, evita di polemizzare con la giustizia o di dare in qualsiasi modo l´impressione di voler proteggere i suoi membri colpevoli di abusi.
Ma non è certo questa la prima volta che i rapporti tra il Vaticano e il Belgio si fanno tesi. La rottura si può far risalire al 1989, quando il parlamento belga approvò la legislazione sull´aborto. Il cattolicissimo re Baldovino, allora sul trono, invocò l´obiezione di coscienza e si rifiutò di firmare la legge. Ma il Parlamento non mollò e Baldovino dovette dimettersi da re per un giorno, in modo che il primo ministro firmasse la legge al suo posto. Da allora Baldovino è considerato un esempio in Vaticano, esempio che è stato anche garbatamente rinfacciato al suo successore, re Alberto, il quale non si è fatto scrupolo di firmare la legalizzazione dell´eutanasia, quella dei matrimoni omosessuali e quella che liberalizza la ricerca sugli embrioni: tutte leggi che hanno fatto imbestialire il Vaticano.
Ma se Roma è irritata con Bruxelles, anche il Belgio non ha lesinato le critiche a questo Papa. Nel 2009, dopo una dura risoluzione votata dal Parlamento, il governo belga sollevò una protesta formale per le dichiarazioni di Benedetto XVI contro il preservativo, proprio mentre stava per recarsi nell´Africa flagellata dall´Aids. E più recentemente, è stato l´allora primo ministro belga e oggi presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy a criticare pubblicamente le dichiarazioni negazioniste di un vescovo lefebvriano a cui il Papa ha revocato la scomunica.