La Repubblica 4.7.10
Pedofilia in Belgio il Grande Inquisitore tra i Cardinali
Angeli e demoni
di Andrea Bonanni
Una cattedrale, una cripta, due tombe violate alla ricerca di prove. Blitz della polizia, dossier confiscati. Anatemi del Vaticano e lettere del Papa. Nel Belgio cattolico e laico, fiammingo e vallone, una storia che sembra scritta da Dan Brown. Protagonista, un uomo misterioso: il sostituto procuratore che mette sotto inchiesta la chiesa per pedofilia
Di Wim De Troy si sa poco o nulla Si è occupato con successo di tratta di esseri umani
In passato ha fatto arrestare un collega accusato di passare informazioni alla malavita
Le tombe di due eminentissimi cardinali, Jozef-Ernest Van Roey e Leon-Joseph Suenens, defunti arcivescovi di Mechelen-Bruxelles, perquisite nella cripta della cattedrale di Saint-Rombaut. Cinquecento dossier riservati sui casi di pedofilia nella Chiesa confiscati. L´intera conferenza episcopale sequestrata per nove ore dalle forze dell´ordine durante una perquisizione nella sede dell´arcivescovado. I vescovi che si vedono requisire il telefonino. Il nunzio apostolico che viene rilasciato solo dopo aver invocato l´immunità diplomatica di rappresentante dello Stato Vaticano. Il computer dell´ex primate del Belgio, cardinal Danneels, sequestrato e sottoposto a perizia per ricostruire i file rimossi. Gli anatemi del segretario di Stato vaticano e le accorate lettere del Papa. Un uomo, un solo uomo dietro tutto questo. Un magistrato, un sostituto procuratore del re, una versione laica e secolare di grande inquisitore. Si chiama Wim De Troy.
C´è un po´ di romanzo gotico d´appendice e molto di Dan Brown nella vicenda dei preti pedofili in Belgio, degenerata in una spirale di sospetti velenosi. Il giornale fiammingo De Morgen scrive che i magistrati sospettano la Chiesa belga di aver volutamente e sistematicamente coperto i sacerdoti accusati di pedofilia e ipotizzano contro i vertici religiosi nazionali una incriminazione per associazione a delinquere. Il quotidiano cattolico La Libre Belgique parla apertamente di un complotto della massoneria «che avrebbe per obiettivo la distruzione della Chiesa» e di cui il sostituto procuratore a capo dell´inchiesta sarebbe un esponente.
Le gerarchie ecclesiastiche e gli esponenti politici cercano di mantenere il sangue freddo. Ma in un Paese che, oltre alla tradizionale divisione tra fiamminghi e valloni, è anche attraversato da una profonda spaccatura tra una cultura cattolica molto radicata e un laicismo duro, dai toni risorgimentali, la tensione innescata dall´inchiesta della magistratura è difficile da controllare. «Non bisogna cedere alla tentazione di gridare al complotto - dice a Repubblica padre Eric De Beukelaer, portavoce della Conferenza episcopale belga - Capisco la collera e l´irritazione per il sequestro dei dossier e per la violazione delle tombe dei cardinali. Ma in una situazione come questa occorre che la ragione prenda il sopravvento. Fino a prova contraria dobbiamo avere fiducia nel nostro sistema democratico».
In realtà la chiesa cattolica, nel pieno della bufera per i casi di pedofilia che stanno emergendo un po´ dovunque, dagli Stati Uniti alla Germania, dall´Italia all´Irlanda, per la prima volta si trova di fronte a una giustizia che procede a perseguire i reati senza alcuna considerazione per l´istituzione in seno alla quale sono stati commessi. L´accordo che era stato raggiunto tra i vertici dell´episcopato belga e il ministero della Giustizia, per consentire il lavoro della commissione indipendente creata dai vescovi, è saltato di fronte alla determinazione del sostituto procuratore De Troy.
Di lui si sa poco o nulla. Per nulla incline ai riflettori, tantomeno alle interviste, il giudice che ha distrutto l´aura di intoccabilità della chiesa cattolica, ha fama di uomo integerrimo. In passato non ha esitato a far arrestare un collega accusato di passare informazioni alla malavita sulle inchieste in corso. Perfettamente bilingue, è stato a lungo il portavoce della procura di Bruxelles. Da quando ha assunto l´incarico di magistrato inquirente, quattro anni fa, si è occupato con successo di numerosi casi di droga, di omicidi e di tratta di esseri umani. Nulla trapela della sua vita privata, foto introvabili, niente dichiarazioni, niente di niente. Come se la sua funzione e la sua carica esaurissero da sole la sua figura. Anche la politica ha dovuto piegarsi di fronte all´indipendenza della magistratura perfettamente incarnata da De Troy. «I giudici agiscono in piena autonomia e hanno il dovere di perseguire le indagini sui crimini di cui sono venuti a conoscenza utilizzando tutti i mezzi che ritengono necessari», ha ammesso il ministro della Giustizia Stefaan De Clerck.
Così il grande inquisitore va vanti per la sua strada. Di fronte a lui ci sono due alti prelati che rappresentano i due volti del cattolicesimo belga. L´uomo accusato di aver protetto i pedofili in seno alla Chiesa è il cardinale Godfried Danneels, fiammingo, per trent´anni primate del Belgio ed esponente di spicco dell´ala più progressista dell´episcopato europeo. Le sue posizioni sulla contraccezione, sui preservativi, considerati «un male minore» rispetto al pericolo dell´Aids, lo hanno spesso visto in contrapposizione a Ratzinger. L´anno scorso ha lasciato l´incarico per limiti di età, ma resta comunque una personalità influente nella Chiesa belga e un punto di riferimento per il cattolicesimo progressista.
Il suo successore è monsignor Leonard, di origini francofone, docente di filosofia, perfettamente allineato con la posizioni conservatrici di Benedetto XVI. Considera l´omosessualità un comportamento anormale, frutto di una distorsione dello sviluppo psicologico normale. E Le Soir riporta sue dichiarazioni che definiscono l´epidemia di Aids «una sorta di giustizia immanente» a causa dei comportamenti sessuali devianti. Appena nominato primate del Belgio, Leonard ha fatto sua la nuova politica vaticana di tolleranza zero verso i casi pedofilia in seno alla Chiesa. E subito si è trovato a dover gestire le dimissioni del vescovo di Bruges, reo confesso di aver avuto rapporti con un minore. Di fronte all´esplodere di sempre nuovi casi di abuso in seno al clero, in particolare nelle Fiandre, Leonard non ha esitato a chiedere perdono alle vittime in nome della Chiesa e a criticare «la sottovalutazione» del fenomeno da parte del suo predecessore. Ma certo ora, dopo le perquisizioni e i sequestri e mentre il Vaticano grida alla persecuzione, deve trovare una difficile convivenza con il grande inquisitore che sta perseguitando i crimini di pedofilia senza guardare in faccia nessuno.