Corriere della Sera 24.9.08
Lo scrittore Marani ha vissuto a Helsinki
«I finlandesi vivono armati Imparano al catechismo»
di Roberto Rizzo
MILANO — Perché in Finlandia ci sono 56 armi ogni 100 abitanti e il Paese è il terzo al mondo per possessori di armi da fuoco? «I finlandesi sono armati per abitudine. L'abitudine alla minaccia russa, il nemico tradizionale, il potenziale invasore. È un timore ancestrale che connota tutta la storia della Finlandia. Questo non giustifica la presenza di armi in casa, ma stiamo parlando di un popolo guerriero e abituato alla resistenza».Diego Marani, scrittore ( L'amico delle donne, il suo ultimo romanzo per Bompiani), traduttore e profondo conoscitore della realtà finlandese ( Nuova grammatica finlandese è il titolo di uno dei suoi libri più celebrati), ha vissuto per lunghi periodi a Helsinki.«Senza dimenticare che anche la natura ha un suo peso».In che senso? «Che nei boschi ci sono orsi e altri animali selvaggi pronti ad attaccare l'uomo. Ecco perché non c'è da stupirsi se un finlandese se ne va in giro armato».Un conto è la natura, un altro è entrare in una scuola e fare una strage. «Certo, ma parliamo di un popolo particolare, legato alle proprie tradizioni. La modernità ha allontanato i finnici dalla loro vera natura, più vicina a quella orientale che alla nostra. Sono persone che comunicano poco tra di loro, la socialità è difficile, Internet ha scavato solchi ancora più profondi. E poi c'è l'addestramento».Che tipo di addestramento? «Militare. Il servizio di leva e l'insegnamento religioso sono una cosa sola. Sono luterani e il luteranesimo è duro, nazionalista e anticomunista. Per noi ha dell'incredibile, ma a catechismo si impara a sparare. Nelle scuole ai ragazzi si dà una formazione militare, vigono regole da caserma. Inoltre, la maggior parte dei finlandesi fa parte di associazioni di ex militari. Quella delle ex Guardie di frontiera è una delle più numerose».Dopo la strage di un anno fa non c'è stato alcun dibattito in seno alla società finlandese sulla diffusione delle armi? «C'è stato, ma non sul problema delle armi. Ciò che ha turbato di più è stato scoprire la perdita dell'innocenza, ritrovarsi in un clima di violenza simile a quello che si respira nelle città americane. Questo è stato il vero shock in un Paese dove, ancora oggi, in pochi chiudono a chiave la porta di casa».Diego Marani Roberto Rizzo
Lo scrittore Marani ha vissuto a Helsinki
«I finlandesi vivono armati Imparano al catechismo»
di Roberto Rizzo
MILANO — Perché in Finlandia ci sono 56 armi ogni 100 abitanti e il Paese è il terzo al mondo per possessori di armi da fuoco? «I finlandesi sono armati per abitudine. L'abitudine alla minaccia russa, il nemico tradizionale, il potenziale invasore. È un timore ancestrale che connota tutta la storia della Finlandia. Questo non giustifica la presenza di armi in casa, ma stiamo parlando di un popolo guerriero e abituato alla resistenza».Diego Marani, scrittore ( L'amico delle donne, il suo ultimo romanzo per Bompiani), traduttore e profondo conoscitore della realtà finlandese ( Nuova grammatica finlandese è il titolo di uno dei suoi libri più celebrati), ha vissuto per lunghi periodi a Helsinki.«Senza dimenticare che anche la natura ha un suo peso».In che senso? «Che nei boschi ci sono orsi e altri animali selvaggi pronti ad attaccare l'uomo. Ecco perché non c'è da stupirsi se un finlandese se ne va in giro armato».Un conto è la natura, un altro è entrare in una scuola e fare una strage. «Certo, ma parliamo di un popolo particolare, legato alle proprie tradizioni. La modernità ha allontanato i finnici dalla loro vera natura, più vicina a quella orientale che alla nostra. Sono persone che comunicano poco tra di loro, la socialità è difficile, Internet ha scavato solchi ancora più profondi. E poi c'è l'addestramento».Che tipo di addestramento? «Militare. Il servizio di leva e l'insegnamento religioso sono una cosa sola. Sono luterani e il luteranesimo è duro, nazionalista e anticomunista. Per noi ha dell'incredibile, ma a catechismo si impara a sparare. Nelle scuole ai ragazzi si dà una formazione militare, vigono regole da caserma. Inoltre, la maggior parte dei finlandesi fa parte di associazioni di ex militari. Quella delle ex Guardie di frontiera è una delle più numerose».Dopo la strage di un anno fa non c'è stato alcun dibattito in seno alla società finlandese sulla diffusione delle armi? «C'è stato, ma non sul problema delle armi. Ciò che ha turbato di più è stato scoprire la perdita dell'innocenza, ritrovarsi in un clima di violenza simile a quello che si respira nelle città americane. Questo è stato il vero shock in un Paese dove, ancora oggi, in pochi chiudono a chiave la porta di casa».Diego Marani Roberto Rizzo