mercoledì 17 settembre 2008

Otto per mille alla Chiesa: contributi in calo

Otto per mille alla Chiesa: contributi in calo

Il Messaggero del 17 settembre 2008, pag. 12

di Franca Giansoldati

Polemica sull’8 per mille che rientra alla svelta dopo una precisazione proveniente dal quartier generale della Cei che, per non fare montare un caso definito «non preoccupante», ha affidate al Sir un intervento, ricco di cifre e considerazioni. Le preferenze a favore della Chiesa cattolica non è vero che calano, ma anzi continuano a crescere, in termini assoluti. Ciò che diminuisce, invece, è la percentuale del totale delle firme per effetto di un consistente aumento di coloro che scelgono per l’opzione "Stato". I dati in questione, nonostante siano già stati commentati nel maggio scorso, dallo stesso cardinale Bagnasco, al termine dell’Assemblea Generale della Cei, sono stati ripescati dall’agenzia cattolica indipendente Adista per mettere in evidenza come, dopo dieci anni di costante incremento, la percentuale delle finne a favore della Chiesa cattolica fosse diminuita. Tanto che i vescovi avrebbero financo pensato di correre ai ripari e potenziare la pubblicità su tv e giornali per sensibilizzare i contribuenti a firmare per loro. Obiettivo: neutralizzare la concorrenza dello Stato che guadagna consenso (e, ovviamenle, contributi). Questa riduzione, scrive Adista, «determinerà per il prossimo anno un significativo calo, pari a quasi 35 milioni di euro».



I vescovi italiani prossimamente scriveranno agli italiani ma solo per dire «grazie» della fiducia dimostrata finora. Una lettera pastorale di gratitudine. Inoltre, aggiunge i] Sin non è mai stato lanciato nessun allarme dall’episcopato poiché le firme in termini assoluti risultano in crescita, secondo i numeri già pubblicati in maggio, e dai quali si evinceva che «un numero superiore di italiani ha scelto di firmare per la Chiesa Cattolica (+ 38mila unità)».



Secondo la Conferenza Episcopale se in percentuale qualcun altro è cresciuto di più (in questo caso a crescere è lo Stato italiano, una delle sette destinazioni possibili dell’8 per mille) dimostra solo che «il sistema e’ davvero democratico». «Accogliamo con favore questo fenomeno: in primo luogo il fatto che partecipino 17,5 milioni di persone alla farnia dell’8 per mille - hanno spiegato i vescovi - rafforza la natura democratica dello strumento; in secondo luogo siamo contenti che lo Stato torni al suo livello fisiologico dell’ 11 per cento di scelte, livello che storicamente ha avuto negli anni (11-12 per cento)».



Intanto i Radicali che stanno facendo una campagna contro 1’8 per mille alla Chiesa cattolica, ne hanno approfittato per definire il meccanismo di ripartizione un «patto scellerato» tra i governi «che da 18 anni tengono nascosto al Paese il suo reale funzionamento». Se si informassero meglio i cittadini le «ripartizioni dell’otto per mille sarebbero ben diverse, e la Cei perderebbe buona parte dei 600 milioni di extra gettito».