La Repubblica 24.4.09
Berlino. Se la capitale laica si divide sull’ora di religione
di Andrea Tarquini
I gruppi "Pro Reli" e quelli "Pro Ethik" domenica si sfidano sull´ingresso delle confessioni a scuola Uno scontro culturale e politico che via referendum rischia di ricreare il muro tra Ovest e Est
Da una parte, con la Cdu-Csu, gruppi cattolici, protestanti, ebrei e musulmani
Dall´altra i sostenitori della lezione di etica: "Una materia che unisce tutti"
Una guerra sulla religione a scuola, un Kulturkampf, spacca Berlino e la Germania, e domenica gli elettori della capitale diranno chi vincerà. Sembra un paradosso, ma proprio la capitale, che è la più laica e atea tra le grandi città tedesche, è chiamata a decidere quali devono essere il posto e di fatto il rapporto di forze tra etica non confessionale e religioni nell´insegnamento e nella società. Lo scontro mobilita partiti, associazioni civiche, media e vip. E soprattutto polarizza più che mai, divide destra e sinistra democratiche, a volte con toni da guerra fredda. Il suo esito sarà rilevante anche in vista delle elezioni politiche di dicembre.
Due milioni e quattrocentomila persone, tanti sono i berlinesi aventi diritto di voto, sono chiamati a esprimersi al referendum che "Pro Reli", cioè "Per la religione", un´associazione di base di cattolici, protestanti, ebrei, musulmani moderati, sostenuta dalla CduCsu della Cancelliera, ha ottenuto con una raccolta di firme. Sfida il sindaco-governatore socialdemocratico (Spd) Klaus Wowereit, il quale del 2006 ha fatto di Berlino un´eccezione nel paese sul tema difficile dell´ora di religione. Nella maggior parte dei 16 Stati (Bundeslaender) tedeschi, infatti, religione (cristiana, ebraica, musulmana o qualsiasi altra) o etica universale sono materie facoltative alternative, a pari dignità. Wowereit, che governa la città insieme ai postcomunisti della Linke, ha invece introdotto l´etica quale materia obbligatoria per tutti, mentre la religione è facoltativa. L´associazione di base "Pro Ethik" ("Per l´etica") fa campagna per lui. La vecchia opinione di Juergen Habermas, uno dei massimi pensatori laici tedeschi, secondo cui nella società, senza i valori religiosi, perdono punti di riferimento anche i non credenti, non sembra convincere l´ultralaico Wowereit.
"Votate sì alla pari dignità tra etica e religione, perché è una questione di libertà", dicono i vip schierati con "Pro Reli". Personaggi non sospetti di foga clericale, anzi noti per posizioni liberal e aperte, come Guenter Jauck, uno dei più noti conduttori tv tedeschi, o la moderatrice Tita von Hardenberg: «Lo Stato non può arrogarsi su questo tema una posizione di monopolio». Tutto sbagliato, ribattono i portavoce del no, come il giovane scrittore di sinistra Arne Seidel: «Io voglio la lezione di etica insieme, per tutti gli scolari e studenti, quale che sia la loro confessione e origine». Sono due posizioni entrambe rispettabili, ma lontanissime. L´etica obbligatoria per tutti, afferma l´ex sindaco Spd Walter Momper, è importante anche in nome dell´integrazione tra diverse comunità, qui a Berlino dove 40 bambini su 100 nascono figli di stranieri o di cittadini d´origine straniera. «Se ognuno studia la sua religione separato, danneggeremo l´integrazione che deve cominciare dalla scuola». Sul fronte opposto, pareri opposti. Da voci insospettabili di volontà discriminatorie: come Stephan Kramer, un leader della comunità ebraica. «Se voglio rispettare un´altra concezione del mondo devo prima sapere chi sono, quali sono le mie radici», afferma. Fin qui i toni civili del dibattito. Ma la propaganda dei due fronti poi si è fatta pesante. Un manifesto di "Pro Reli" mostrava una cesta con dentro indumenti solo di colore rosso, come a dire che chi chiede di votare no è automaticamente comunista. Neanche quelli di "Pro Ethik" vanno per il sottile: nei loro poster raffigurano la famosa stampa di Albrecht Duerer, le mani in preghiera, sullo sfondo di un tappeto di fiori bruni, il colore che in Germania indica i nazisti. Oppure affiancano un prete cristiano e un Taliban ritratti entrambi a far lezione.
Chi vincerà? Gli ultimi sondaggi danno al "sì" un lieve vantaggio, il 51%, nonostante si calcola che i berlinesi non credenti siano 6 su 10. Ma se domenica sera il numero di partecipanti al voto si rivelerà insufficiente, il risultato del referendum sarà nullo. Comunque finisca, il Kulturkampf sull´ora di religione sta ricreando un Muro nelle anime tra le due Berlino: all´Ovest i paladini della pari dignità tra religione ed etica a scuola sono in decisa maggioranza, mentre nell´Est "rosso" il "no" si prepara a stravincere.
Berlino. Se la capitale laica si divide sull’ora di religione
di Andrea Tarquini
I gruppi "Pro Reli" e quelli "Pro Ethik" domenica si sfidano sull´ingresso delle confessioni a scuola Uno scontro culturale e politico che via referendum rischia di ricreare il muro tra Ovest e Est
Da una parte, con la Cdu-Csu, gruppi cattolici, protestanti, ebrei e musulmani
Dall´altra i sostenitori della lezione di etica: "Una materia che unisce tutti"
Una guerra sulla religione a scuola, un Kulturkampf, spacca Berlino e la Germania, e domenica gli elettori della capitale diranno chi vincerà. Sembra un paradosso, ma proprio la capitale, che è la più laica e atea tra le grandi città tedesche, è chiamata a decidere quali devono essere il posto e di fatto il rapporto di forze tra etica non confessionale e religioni nell´insegnamento e nella società. Lo scontro mobilita partiti, associazioni civiche, media e vip. E soprattutto polarizza più che mai, divide destra e sinistra democratiche, a volte con toni da guerra fredda. Il suo esito sarà rilevante anche in vista delle elezioni politiche di dicembre.
Due milioni e quattrocentomila persone, tanti sono i berlinesi aventi diritto di voto, sono chiamati a esprimersi al referendum che "Pro Reli", cioè "Per la religione", un´associazione di base di cattolici, protestanti, ebrei, musulmani moderati, sostenuta dalla CduCsu della Cancelliera, ha ottenuto con una raccolta di firme. Sfida il sindaco-governatore socialdemocratico (Spd) Klaus Wowereit, il quale del 2006 ha fatto di Berlino un´eccezione nel paese sul tema difficile dell´ora di religione. Nella maggior parte dei 16 Stati (Bundeslaender) tedeschi, infatti, religione (cristiana, ebraica, musulmana o qualsiasi altra) o etica universale sono materie facoltative alternative, a pari dignità. Wowereit, che governa la città insieme ai postcomunisti della Linke, ha invece introdotto l´etica quale materia obbligatoria per tutti, mentre la religione è facoltativa. L´associazione di base "Pro Ethik" ("Per l´etica") fa campagna per lui. La vecchia opinione di Juergen Habermas, uno dei massimi pensatori laici tedeschi, secondo cui nella società, senza i valori religiosi, perdono punti di riferimento anche i non credenti, non sembra convincere l´ultralaico Wowereit.
"Votate sì alla pari dignità tra etica e religione, perché è una questione di libertà", dicono i vip schierati con "Pro Reli". Personaggi non sospetti di foga clericale, anzi noti per posizioni liberal e aperte, come Guenter Jauck, uno dei più noti conduttori tv tedeschi, o la moderatrice Tita von Hardenberg: «Lo Stato non può arrogarsi su questo tema una posizione di monopolio». Tutto sbagliato, ribattono i portavoce del no, come il giovane scrittore di sinistra Arne Seidel: «Io voglio la lezione di etica insieme, per tutti gli scolari e studenti, quale che sia la loro confessione e origine». Sono due posizioni entrambe rispettabili, ma lontanissime. L´etica obbligatoria per tutti, afferma l´ex sindaco Spd Walter Momper, è importante anche in nome dell´integrazione tra diverse comunità, qui a Berlino dove 40 bambini su 100 nascono figli di stranieri o di cittadini d´origine straniera. «Se ognuno studia la sua religione separato, danneggeremo l´integrazione che deve cominciare dalla scuola». Sul fronte opposto, pareri opposti. Da voci insospettabili di volontà discriminatorie: come Stephan Kramer, un leader della comunità ebraica. «Se voglio rispettare un´altra concezione del mondo devo prima sapere chi sono, quali sono le mie radici», afferma. Fin qui i toni civili del dibattito. Ma la propaganda dei due fronti poi si è fatta pesante. Un manifesto di "Pro Reli" mostrava una cesta con dentro indumenti solo di colore rosso, come a dire che chi chiede di votare no è automaticamente comunista. Neanche quelli di "Pro Ethik" vanno per il sottile: nei loro poster raffigurano la famosa stampa di Albrecht Duerer, le mani in preghiera, sullo sfondo di un tappeto di fiori bruni, il colore che in Germania indica i nazisti. Oppure affiancano un prete cristiano e un Taliban ritratti entrambi a far lezione.
Chi vincerà? Gli ultimi sondaggi danno al "sì" un lieve vantaggio, il 51%, nonostante si calcola che i berlinesi non credenti siano 6 su 10. Ma se domenica sera il numero di partecipanti al voto si rivelerà insufficiente, il risultato del referendum sarà nullo. Comunque finisca, il Kulturkampf sull´ora di religione sta ricreando un Muro nelle anime tra le due Berlino: all´Ovest i paladini della pari dignità tra religione ed etica a scuola sono in decisa maggioranza, mentre nell´Est "rosso" il "no" si prepara a stravincere.