Legge 40, per la Consulta è "parzialmente illegittima"
Liberazione del 2 aprile 2009, pag. 6
Incostituzionale. E ora il Parlamento dovrà riscrivere, finalmente, la legge 40 sulla «procreazione assistita». La sentenza della Consulta sulle questioni di illegittimità sollevate dal Tar del Lazio e dal Tribunale di Firenze è arrivata rapidissima. Dopo l`udienza di martedì, la pronuncia è stata emessa ieri. Bisognerà attendere per la pubblicazione delle motivazioni, ma l`effetto dell`intervento dei giudici costituzionali è chiaro sin d`ora: perché hanno dichiarato l`illegittimità al cospetto della Carta del comma 2 dell`articolo 14 della legge, laddove quanto agli embrioni prevede un «unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre»; e perché hanno dichiarato fuori Costituzione anche il comma 3 del medesimo articolo 14, laddove vincola al trasferimento degli embrioni stessi nell`utero della donna senza subordinarlo alla tutela della sua salute. La Corte ha invece dichiarato inammissibili, «per difetto di rilevanza» quanto ai quesiti principali d`incostituzionalità - cioè la violazione degli articoli 2, 3, 13 e 32 della Carta in ordine ai principi di uguaglianza, di salvaguardia della salute e di rispetto della dignità umana -, le questioni sollevate sull`articolo 6 della legge che tratta l`irrevocabilità del consenso della donna; nonché sui commi 1 e 4 dello stesso articolo 14, quanto al divieto di crioconservazione degli embrioni e di riduzione embrionaria di gravidanze plurime (salvo i casi previsti dalla 194 sull`interruzione volontaria di gravidanza). E` da notare che il Tribunale di Firenze aveva emanato 2 distinte ordinanze, su cause presentate da coppie sterili o affette da malattie ereditarie. E proprio le difese di queste coppie hanno fatto valere nell`udienza dell`altro ieri le ragioni pratiche della richiesta di sanzione d`incostituzionalità della legge. L`avvocato Giandomenico Caiazza aveva dichiarato all`uscita dalla Consulta: «Abbiamo due coniugi sterili, con la donna affetta da malattie ereditarie, i medici dicono che sarebbe necessario prelevare almeno sei embrioni. Ciò che contestiamo è la manifesta irragionevolezza di una legge che sconta una matrice ideologica». Mentre Gian Carlo Muccio, per la Warm ammessa tra le parti insieme a Severino Antinori, aveva rincarato anche sul terreno apparentemente caro ai ."pro vita" e affini: «Questa legge compromette il diritto alla salute del concepito e la donna è considerata come un contenitore. Dal registro europeo emerge un dato esplicativo di come questa legge sia portatrice di effetti limitativi: su 100 cicli, il numero di gravidanze portate a termine risulta pari ad 8, mentre la media europea è intorno a 18-20». Invece l`Avvocatura dello Stato, per la voce di Gabriella Palmieri aveva sostenuto che la 40 «ha connotati forti e di impatto». S`era speso anche il professor Baldassarre, in rappresentanza dei "movimenti per la vita": sostenendo che la Corte costituzionale «non può modificare il numero massimo di embrioni, ma solo far cadere il limite» e che dunque «questa sarebbe una soluzione profondamente irragionevole poiché la tutela dell`embrione sparirebbe e si darebbe piena espansione all`interesse della salute della donna». Argomento che deve aver convinto pienamente i giudici costituzionali, ma al contrario rispetto all`obiettivo di Baldassarre: visto che la sentenza di illegittimità colpisce precisamente il limite dei tre embrioni prescritto dalla legge 40. Ora gli schieramenti di quella che fu un`accesa battaglia su questa normazione legislativa della fecondazione assistita si polarizzano nel giudizio sulla pronuncia della Consulta. Il professor Carlo Flamigni parafrasa Manzoni sulla provvidenza e dichiara: «Là c`è la giustizia». Da Rifondazione comunista come da Sinistra e Libertà si parla di «conferma» delle ragioni della battaglia sostenuta dalle sinistre contro la legge, fino a Di Pietro che con Palagiano prende parola per l`Italia dei Valori e parla di «legge incostituzionale, ingiusta, oscurantista e illiberale». Nel Pd, parla Angela Finocchiaro per dire che la sentenza vale a monito a «rifuggire da posizioni ideologiche», con la testa rivolta al voto "bipartisan" sul biotestamento. Ad insorgere, invece, è l`intero asse tra teocon di Forza Italia (e Udc) ed ex An nel Pdl. Gasparri, Mantovano e Lupi sono tutti un avvertimento alla Corte che si farà valere la «coscienza» dei parlamentari. Buttiglione addirittura intima alla Consulta di «non schierare la Carta contro il diritto alla vita». E il governo prepara la scappatoia, ora, delle «linee guida» per l`applicazione delle norme.
Liberazione del 2 aprile 2009, pag. 6
Incostituzionale. E ora il Parlamento dovrà riscrivere, finalmente, la legge 40 sulla «procreazione assistita». La sentenza della Consulta sulle questioni di illegittimità sollevate dal Tar del Lazio e dal Tribunale di Firenze è arrivata rapidissima. Dopo l`udienza di martedì, la pronuncia è stata emessa ieri. Bisognerà attendere per la pubblicazione delle motivazioni, ma l`effetto dell`intervento dei giudici costituzionali è chiaro sin d`ora: perché hanno dichiarato l`illegittimità al cospetto della Carta del comma 2 dell`articolo 14 della legge, laddove quanto agli embrioni prevede un «unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre»; e perché hanno dichiarato fuori Costituzione anche il comma 3 del medesimo articolo 14, laddove vincola al trasferimento degli embrioni stessi nell`utero della donna senza subordinarlo alla tutela della sua salute. La Corte ha invece dichiarato inammissibili, «per difetto di rilevanza» quanto ai quesiti principali d`incostituzionalità - cioè la violazione degli articoli 2, 3, 13 e 32 della Carta in ordine ai principi di uguaglianza, di salvaguardia della salute e di rispetto della dignità umana -, le questioni sollevate sull`articolo 6 della legge che tratta l`irrevocabilità del consenso della donna; nonché sui commi 1 e 4 dello stesso articolo 14, quanto al divieto di crioconservazione degli embrioni e di riduzione embrionaria di gravidanze plurime (salvo i casi previsti dalla 194 sull`interruzione volontaria di gravidanza). E` da notare che il Tribunale di Firenze aveva emanato 2 distinte ordinanze, su cause presentate da coppie sterili o affette da malattie ereditarie. E proprio le difese di queste coppie hanno fatto valere nell`udienza dell`altro ieri le ragioni pratiche della richiesta di sanzione d`incostituzionalità della legge. L`avvocato Giandomenico Caiazza aveva dichiarato all`uscita dalla Consulta: «Abbiamo due coniugi sterili, con la donna affetta da malattie ereditarie, i medici dicono che sarebbe necessario prelevare almeno sei embrioni. Ciò che contestiamo è la manifesta irragionevolezza di una legge che sconta una matrice ideologica». Mentre Gian Carlo Muccio, per la Warm ammessa tra le parti insieme a Severino Antinori, aveva rincarato anche sul terreno apparentemente caro ai ."pro vita" e affini: «Questa legge compromette il diritto alla salute del concepito e la donna è considerata come un contenitore. Dal registro europeo emerge un dato esplicativo di come questa legge sia portatrice di effetti limitativi: su 100 cicli, il numero di gravidanze portate a termine risulta pari ad 8, mentre la media europea è intorno a 18-20». Invece l`Avvocatura dello Stato, per la voce di Gabriella Palmieri aveva sostenuto che la 40 «ha connotati forti e di impatto». S`era speso anche il professor Baldassarre, in rappresentanza dei "movimenti per la vita": sostenendo che la Corte costituzionale «non può modificare il numero massimo di embrioni, ma solo far cadere il limite» e che dunque «questa sarebbe una soluzione profondamente irragionevole poiché la tutela dell`embrione sparirebbe e si darebbe piena espansione all`interesse della salute della donna». Argomento che deve aver convinto pienamente i giudici costituzionali, ma al contrario rispetto all`obiettivo di Baldassarre: visto che la sentenza di illegittimità colpisce precisamente il limite dei tre embrioni prescritto dalla legge 40. Ora gli schieramenti di quella che fu un`accesa battaglia su questa normazione legislativa della fecondazione assistita si polarizzano nel giudizio sulla pronuncia della Consulta. Il professor Carlo Flamigni parafrasa Manzoni sulla provvidenza e dichiara: «Là c`è la giustizia». Da Rifondazione comunista come da Sinistra e Libertà si parla di «conferma» delle ragioni della battaglia sostenuta dalle sinistre contro la legge, fino a Di Pietro che con Palagiano prende parola per l`Italia dei Valori e parla di «legge incostituzionale, ingiusta, oscurantista e illiberale». Nel Pd, parla Angela Finocchiaro per dire che la sentenza vale a monito a «rifuggire da posizioni ideologiche», con la testa rivolta al voto "bipartisan" sul biotestamento. Ad insorgere, invece, è l`intero asse tra teocon di Forza Italia (e Udc) ed ex An nel Pdl. Gasparri, Mantovano e Lupi sono tutti un avvertimento alla Corte che si farà valere la «coscienza» dei parlamentari. Buttiglione addirittura intima alla Consulta di «non schierare la Carta contro il diritto alla vita». E il governo prepara la scappatoia, ora, delle «linee guida» per l`applicazione delle norme.