L'otto per mille, il maligno e la Chiesa cattolica
Il Manifesto del 28 aprile 2009, pag. 12
Nicola Fiorita
Ai tanti piccoli misteri della nostra vita occorrerà aggiungere quello dell`otto per mille, oggetto di grandi entusiasmi sin dalla sua nascita e ancora oggi presentato come un sistema efficace, buono e giusto, quando invece si è rivelato discriminatorio, inadeguato e del tutto irragionevole. Basterà ricordare che questo sistema avrebbe potuto garantire un eguale trattamento delle confessioni religiose e invece esclude tutti i gruppi (dall`Islam alle organizzazioni ateistiche) che non hanno un`intesa con lo Stato; che esso doveva fondarsi sulla volontarietà dei contribuenti mentre, al contrario, il gettito viene ripartito anche in assenza di ogni indicazione da parte del cittadino e, infine, che la maggior parte dei contribuenti preferisce non esprimere alcuna scelta, dimostrando così di rifiutare, o di non conoscere, il sistema. Ma c`è di più: la possibilità per ogni cittadino di destinare allo Stato l`otto per mille è vanificata dal disinteresse che l`apparato pubblico ha dimostrato verso queste somme, dall`opacità del loro impiego, dall`incredibile circostanza, che,esse vengano a volte utilizzate per finalità religiose. L`incrocio di questi dati produce un risultato davvero perverso. La progressiva diminuzione di coloro che, barrano la casella dell`otto per mille ha prodotto un vorticoso aumento dei soldi ricevuti dalla Chiesa cattolica, che riesce a capitalizzare al massimo (anche in questo settore) l`astensione dei cittadini. In virtù della ripartizione delle scelte non espresse in proporzione a quelle espresse, la Chiesa con il 34% di indicazioni in suo favore raccoglie quasi l`87% del gettito complessivo. Se guardiamo al vangelo («il vostro parlare sia si si, no no, ciò che è in più viene dal maligno») dobbiamo concludere che dal maligno provengono circa 500 milioni di euro all`anno, ovvero la differenza che corre tra quel che riceve in concreto la Chiesa e quel che riceverebbe se il silenzio del contribuente lasciasse i soldi nelle disponibilità del suo proprietario (il cittadino prima di pagare l`Irpef, lo Stato dopo). La Chiesa cattolica riceve circa un miliardo di euro all`anno da parte dello Stato con incrementi astronomici (più del 100%) rispetto ai primi anni di funzionamento del sistema; un aumento che non trova riscontro in nessun`altra voce del bilancio statale e che non è giustificabile in un`epoca di sacrifici pubblici e privati. A fronte di questa abnorme situazione provo ad indicare tre rimedi. 1. È opportuno che la Commissione paritetica, istituzionalmente incaricata di monitorare il funzionamento di questo sistema, provveda a ridurre la quota dell`Irpef destinata a sostenere i gruppi religiosi, riportando il sostegno dello Stato a cifre ragionevoli. 2. Poiché le somme ricevute da tutte le confessioni sono largamente superiori alle loro necessità sarebbe possibile ipotizzare una moratoria dell`otto per mille, destinando quest`anno il gettito corrispondente (circa un miliardo e 400 milioni di euro) alle popolazioni abruzzesi. 3. Laddove non fosse possibile acquisire il consenso delle altre parti, lo Stato potrebbe comunque impegnarsi a destinare la propria quota di otto per mille al medesimo fine, indicando ai cittadini la possibilità di indirizzare, attraverso l`apparato pubblico, una parte delle loro tasse ad uno scopo così meritorio. Il recupero di risorse consistenti, l`impulso verso una sana concorrenza che intacchi il monopolio cattolico e la riduzione degli ingenti contributi economici che le gerarchie ecclesiastiche hanno utilizzato in questi anni per imbrigliare la vitalità del mondo cattolico e costruire una nuova egemonia sociale sono gli obiettivi che queste, pur minime, proposte permetterebbero di realizzare senza dover attendere l`improbabile superamento del sistema vigente.
Il Manifesto del 28 aprile 2009, pag. 12
Nicola Fiorita
Ai tanti piccoli misteri della nostra vita occorrerà aggiungere quello dell`otto per mille, oggetto di grandi entusiasmi sin dalla sua nascita e ancora oggi presentato come un sistema efficace, buono e giusto, quando invece si è rivelato discriminatorio, inadeguato e del tutto irragionevole. Basterà ricordare che questo sistema avrebbe potuto garantire un eguale trattamento delle confessioni religiose e invece esclude tutti i gruppi (dall`Islam alle organizzazioni ateistiche) che non hanno un`intesa con lo Stato; che esso doveva fondarsi sulla volontarietà dei contribuenti mentre, al contrario, il gettito viene ripartito anche in assenza di ogni indicazione da parte del cittadino e, infine, che la maggior parte dei contribuenti preferisce non esprimere alcuna scelta, dimostrando così di rifiutare, o di non conoscere, il sistema. Ma c`è di più: la possibilità per ogni cittadino di destinare allo Stato l`otto per mille è vanificata dal disinteresse che l`apparato pubblico ha dimostrato verso queste somme, dall`opacità del loro impiego, dall`incredibile circostanza, che,esse vengano a volte utilizzate per finalità religiose. L`incrocio di questi dati produce un risultato davvero perverso. La progressiva diminuzione di coloro che, barrano la casella dell`otto per mille ha prodotto un vorticoso aumento dei soldi ricevuti dalla Chiesa cattolica, che riesce a capitalizzare al massimo (anche in questo settore) l`astensione dei cittadini. In virtù della ripartizione delle scelte non espresse in proporzione a quelle espresse, la Chiesa con il 34% di indicazioni in suo favore raccoglie quasi l`87% del gettito complessivo. Se guardiamo al vangelo («il vostro parlare sia si si, no no, ciò che è in più viene dal maligno») dobbiamo concludere che dal maligno provengono circa 500 milioni di euro all`anno, ovvero la differenza che corre tra quel che riceve in concreto la Chiesa e quel che riceverebbe se il silenzio del contribuente lasciasse i soldi nelle disponibilità del suo proprietario (il cittadino prima di pagare l`Irpef, lo Stato dopo). La Chiesa cattolica riceve circa un miliardo di euro all`anno da parte dello Stato con incrementi astronomici (più del 100%) rispetto ai primi anni di funzionamento del sistema; un aumento che non trova riscontro in nessun`altra voce del bilancio statale e che non è giustificabile in un`epoca di sacrifici pubblici e privati. A fronte di questa abnorme situazione provo ad indicare tre rimedi. 1. È opportuno che la Commissione paritetica, istituzionalmente incaricata di monitorare il funzionamento di questo sistema, provveda a ridurre la quota dell`Irpef destinata a sostenere i gruppi religiosi, riportando il sostegno dello Stato a cifre ragionevoli. 2. Poiché le somme ricevute da tutte le confessioni sono largamente superiori alle loro necessità sarebbe possibile ipotizzare una moratoria dell`otto per mille, destinando quest`anno il gettito corrispondente (circa un miliardo e 400 milioni di euro) alle popolazioni abruzzesi. 3. Laddove non fosse possibile acquisire il consenso delle altre parti, lo Stato potrebbe comunque impegnarsi a destinare la propria quota di otto per mille al medesimo fine, indicando ai cittadini la possibilità di indirizzare, attraverso l`apparato pubblico, una parte delle loro tasse ad uno scopo così meritorio. Il recupero di risorse consistenti, l`impulso verso una sana concorrenza che intacchi il monopolio cattolico e la riduzione degli ingenti contributi economici che le gerarchie ecclesiastiche hanno utilizzato in questi anni per imbrigliare la vitalità del mondo cattolico e costruire una nuova egemonia sociale sono gli obiettivi che queste, pur minime, proposte permetterebbero di realizzare senza dover attendere l`improbabile superamento del sistema vigente.