sabato 4 aprile 2009

Procreazione, la politica si divide

Procreazione, la politica si divide

L'Opinione del 3 aprile 2009, pag. 12

Erano passati pochi minuti dal pronunciamento della corte costituzionale e già le agenzie di stampa battevano una dopo l`altra le prese di posizione dei nostri esponenti politici, tutti impegnati a non farsi prendere in contropiede dalla notizia che parte della legge 40, la norma che regola la materia inerente la procreazione assistita, è incostituzionale. Un rincorrersi affannoso di dichiarazioni e di opinioni che, ingerendo in tecnicismi oscuri per larga parte dei dichiaranti, ha regalato un florilegio di inesattezze nel quale anche luminari di chiara fama, si dice così in questi casi, hanno brillato per confusione espositiva. Ma d`altronde un lancio d`agenzia nel mondo dell`esposizione mediatica val pure una castroneria. Per non cadere nel tranello, o almeno nel tentativo, sarebbe stato utile aspettare almeno il comunicato ufficiale della Corte costituzionale, che qui riportiamo sinteticamente: "L`illegittimità costituzionale è riferita all`art.14, comma 2, della legge 19 febbraio 2004, n.40, limitatamente alle parole "ad un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre". La corte dichiara inoltre "illegittimo il comma 3 del medesimo articolo nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, come previsto in tale norma, debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna". In sostanza vengono ritenute illegittime le norme sulla restrizione del numero degli embrioni e il fatto che non si preveda che il trasferimento debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna. Un punto, quest`ultimo, sul quale si rischia di dare adito ad ulteriori interpretazioni delle interpretazioni e così via, creando le condizioni per la prolificazione, quanto meno, della confusione più totale. Mantovano è tra i primi a prendere tempo per capire le motivazioni della sentenza sulla questione della salute della donna, ma al contempo sottolinea come i "sostenitori del far west della provetta abbiano poco dà cantare vittoria", visto che le altre questioni di legittimità che erano state sollevate sono state ritenute inammissibili, come nel caso del divieto di crioconservazione. Ormai però la macchina mediatica si era messa in moto e quindi via alla sarabanda dei virgolettati, con la senatrice Poretti dei radicali che parla di "norme ideologiche e incostituzionali, che fanno strage di diritto, ma alla fine decadono". II fronte laico ha gioito "a prescindere", mentre Franceschini, incisivo come non mai, ha chiesto "regole" per disciplinare i temi etici e lo "sconcerto" s`impadroniva di Buttiglione, la "perplessità" di Lupi, con Bondi "allarmato per la sovranità del Parlamento intaccata" e convinto dell`esistenza di "un problema democratico e dell`orientamento culturale prevalente di organismi costituzionali". Di diverso avviso Pisanu che alla discussione della sentenza preferisce una discussione che "rimetta in ordine" la legge 40. Il sottosegretario Roccella, incalzata dalla Turco, che chiedeva una dichiarazione a caldo, avendo compreso che la confusione era tale da poter ipotizzare un eventuale scivolone del Governo, ha espresso dubbi sulle concrete novità che verranno introdotte nella pratica dei centri di fecondazione ed ha garantito che verranno emanate nuove linee guida. Emma Bonino prende la palla al balzo per estendere la questione etica al testamento biologico, che diciamoci la verità, è il problema al quale il mondo della politica pensa anche senza fare esplicito collegamento trai due temi. Della Vedova, che per la sua quasi isolata laicità all`interno dei Pdl sembra sempre più un panda da difendere, invita a non "sacralizzare" le leggi, in previsione anche del ddl sul testamento biologico, sul quale è ormai certo che lo scontro sarà durissimo. Per gli ottimisti ad oltranza, speranzosi nel dialogo tra gli opposti schieramenti, basti la lettura delle dichiarazioni degli esponenti dell`Idv. Palagiano che invita i sostenitori della legge 40 a farsi da parte, lasciando il Parlamento, è il più pacato e questo la dice lunga su come in Italia si affrontano i cosiddetti temi etici.