La Repubblica 18.4.09
Il Vaticano: in Europa campagna mediatica
Ratzinger contro il Belgio "Intimidazioni"
"Campagna mediatica contro il Papa" il Vaticano condanna il Belgio
Polemiche sul preservativo, accuse al parlamento di Bruxelles
di Marco Politi
I deputati belgi avevano votato una risoluzione di condanna delle parole di Ratzinger
CITTA´ DEL VATICANO - La "guerra del preservativo", scatenata dalle parole di papa Ratzinger in volo per Yaoundè nel marzo scorso, provoca uno scontro al massimo livello tra Vaticano e Belgio. Mercoledì scorso, subito dopo le feste pasquali, l´ambasciatore belga si è presentato dal ministro degli Esteri vaticano mons. Mamberti per trasmettergli una risoluzione del parlamento di Bruxelles con la richiesta di «condannare le dichiarazioni inaccettabili del Papa in occasione del suo viaggio in Africa e di protestare ufficialmente presso la Santa Sede». Aspra e offesa la reazione del Palazzo apostolico: «La Segreteria di Stato prende atto con rammarico di tale passo, inconsueto nelle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e il Regno del Belgio». Di più, il Vaticano deplora ufficialmente che un´«assemblea parlamentare abbia creduto opportuno di criticare il Santo Padre, sulla base di un estratto d´intervista troncato e isolato dal contesto».
«Il problema dell´Aids - aveva dichiarato il pontefice ai giornalisti in aereo, suggerendo costumi sessuali improntati alla responsabilità e alla spiritualità - non si può superare con la distribuzione di preservativi. Al contrario, aumentano il problema». La frase aveva subito provocato indignate reazioni da parte dei governi di Francia, Germania, Spagna e dell´Unione Europea nonché delle organizzazioni non governative impegnate nel contrasto dell´epidemia. Forte era stato anche l´imbarazzo di preti, suore e missionari impegnati in Africa e che non condividono affatto la demonizzazione dei profilattici, e anzi spesso li distribuiscono direttamente. Paradossalmente, nei giorni in cui l´Osservatore Romano in prima pagina svalutava l´utilizzo dei profilattici, si poteva leggere nelle pagine interne dello stesso giornale vaticano l´intervento di un missionario che - oltre a sostenere l´importanza della fedeltà coniugale, dell´astinenza e del rifiuto di rapporti promiscui - sosteneva l´utilità dei condom in caso di situazioni epidemiche e in presenza di «gruppi a rischio», tra cui prostitute, omosessuali e drogati.
Ma in Belgio non hanno voluto fermarsi alle proteste estemporanee. Il 3 aprile la Camera dei deputati ha votato una risoluzione di protesta ufficiale, definendo «inaccettabili» le espressioni di Benedetto XVI. Hanno votato a favore quasi tutti i gruppi parlamentari: dai cristiano-democratici fiamminghi (a cui appartiene il premier Van Rompuy) ai centristi francofoni, ai socialisti e ai liberali. Contro solo i partiti dell´estrema destra e i nazionalisti. 95 voti a favore, 18 contrari, 7 astensioni. Significativo è stato l´intervento del premier democristiano Van Rompuy, secondo cui «non spetta al Papa mettere in dubbio le politiche della sanità pubblica, che godono di unanime sostegno e ogni giorno salvano delle vite».
E proprio questo brucia al Vaticano: il disconoscimento che il romano pontefice venga considerato automaticamente suprema autorità internazionale di ciò che è bene e male in ogni campo. La Nota vaticana accusa che in alcuni paesi d´Europa si sia scatenata una «campagna mediatica senza precedenti sul valore preponderante, per non dire esclusivo, del profilattico nella lotta contro l´Aids». E poi denuncia certi gruppi mobilitati con «chiaro intento intimidatorio» nei confronti del Papa per dissuaderlo dall´esprimersi in merito a temi di grande rilevanza morale e impedirgli di «insegnare la dottrina della Chiesa». Contro la campagna mediatica anti-Ratzinger si schiera anche l´Osservatore Romano.
Il Vaticano: in Europa campagna mediatica
Ratzinger contro il Belgio "Intimidazioni"
"Campagna mediatica contro il Papa" il Vaticano condanna il Belgio
Polemiche sul preservativo, accuse al parlamento di Bruxelles
di Marco Politi
I deputati belgi avevano votato una risoluzione di condanna delle parole di Ratzinger
CITTA´ DEL VATICANO - La "guerra del preservativo", scatenata dalle parole di papa Ratzinger in volo per Yaoundè nel marzo scorso, provoca uno scontro al massimo livello tra Vaticano e Belgio. Mercoledì scorso, subito dopo le feste pasquali, l´ambasciatore belga si è presentato dal ministro degli Esteri vaticano mons. Mamberti per trasmettergli una risoluzione del parlamento di Bruxelles con la richiesta di «condannare le dichiarazioni inaccettabili del Papa in occasione del suo viaggio in Africa e di protestare ufficialmente presso la Santa Sede». Aspra e offesa la reazione del Palazzo apostolico: «La Segreteria di Stato prende atto con rammarico di tale passo, inconsueto nelle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e il Regno del Belgio». Di più, il Vaticano deplora ufficialmente che un´«assemblea parlamentare abbia creduto opportuno di criticare il Santo Padre, sulla base di un estratto d´intervista troncato e isolato dal contesto».
«Il problema dell´Aids - aveva dichiarato il pontefice ai giornalisti in aereo, suggerendo costumi sessuali improntati alla responsabilità e alla spiritualità - non si può superare con la distribuzione di preservativi. Al contrario, aumentano il problema». La frase aveva subito provocato indignate reazioni da parte dei governi di Francia, Germania, Spagna e dell´Unione Europea nonché delle organizzazioni non governative impegnate nel contrasto dell´epidemia. Forte era stato anche l´imbarazzo di preti, suore e missionari impegnati in Africa e che non condividono affatto la demonizzazione dei profilattici, e anzi spesso li distribuiscono direttamente. Paradossalmente, nei giorni in cui l´Osservatore Romano in prima pagina svalutava l´utilizzo dei profilattici, si poteva leggere nelle pagine interne dello stesso giornale vaticano l´intervento di un missionario che - oltre a sostenere l´importanza della fedeltà coniugale, dell´astinenza e del rifiuto di rapporti promiscui - sosteneva l´utilità dei condom in caso di situazioni epidemiche e in presenza di «gruppi a rischio», tra cui prostitute, omosessuali e drogati.
Ma in Belgio non hanno voluto fermarsi alle proteste estemporanee. Il 3 aprile la Camera dei deputati ha votato una risoluzione di protesta ufficiale, definendo «inaccettabili» le espressioni di Benedetto XVI. Hanno votato a favore quasi tutti i gruppi parlamentari: dai cristiano-democratici fiamminghi (a cui appartiene il premier Van Rompuy) ai centristi francofoni, ai socialisti e ai liberali. Contro solo i partiti dell´estrema destra e i nazionalisti. 95 voti a favore, 18 contrari, 7 astensioni. Significativo è stato l´intervento del premier democristiano Van Rompuy, secondo cui «non spetta al Papa mettere in dubbio le politiche della sanità pubblica, che godono di unanime sostegno e ogni giorno salvano delle vite».
E proprio questo brucia al Vaticano: il disconoscimento che il romano pontefice venga considerato automaticamente suprema autorità internazionale di ciò che è bene e male in ogni campo. La Nota vaticana accusa che in alcuni paesi d´Europa si sia scatenata una «campagna mediatica senza precedenti sul valore preponderante, per non dire esclusivo, del profilattico nella lotta contro l´Aids». E poi denuncia certi gruppi mobilitati con «chiaro intento intimidatorio» nei confronti del Papa per dissuaderlo dall´esprimersi in merito a temi di grande rilevanza morale e impedirgli di «insegnare la dottrina della Chiesa». Contro la campagna mediatica anti-Ratzinger si schiera anche l´Osservatore Romano.