La legge bigotta
L'Avanti! del 1 aprile 2009, pag. 1
Venerio Cattani
La legge sul cosiddetto testamento biologico, o trattamento di fine vita (linguaggio burocratese, fra il gesuitico e il sindacale), è una tale vergogna che ci pone, meritatamente, agli ultimi posti della cultura moderna. Anzi, propriamente all`ultimo, perché nessun altro Paese europeo ha espresso un simile onore. E’ incostituzionale, è illiberale, è inapplicabile: induce la gente a beffare la legge e a dire il falso, a fare il proibito. Come la negazione dell`aborto terapeutico moltiplica l`aborto clandestino, così, la “legge della cannula, o della sonda obbligatoria", moltiplicherà le eutanasie. Parenti intimi e medici amici faranno incetta di morfina da siringare nel momento della verità. Ma quel che ancora è peggio è che la questione rischia di diventare l`ennesima contesa fra Guelfi e Ghibellini. Proprio lunedì scorso, il Consiglio comunale di Firenze ha onorato della cittadinanza Beppino Englaro; e la minoranza del Popolo della libertà è uscita dall’aula. Hanno fatto male i comunisti e hanno fatto male i berlusconiani: con questi gesti, inutili e perentori con queste baruffe chiozzotte comincia l`ennesima stupida guerra di religione, che divide e distrae il Paese, afflitto da ben altri urgenti problemi reali. Berlusconi, stia attento a non farsi travolgere da questi falsi ma mefitici problemi. Sono serpenti velenosi, scorpioni politici: avvelenano un Paese. D`altra parte, noi non possiamo arrenderci a morire da bigotti. Il merito storico di Berlusconi è quello di averci evitato di morire comunisti: ci salvi ora, il Cavaliere, dai beghini e dalle beghine. Se la sciagurata legge passasse alla Camera dei deputati, infatti, qualcuno brandirebbe l`arma del referendum, e noi (liberali, socialisti, atei o credenti) saremmo costretti a votarlo. Ho letto che l`Emma Bonino si è dichiarata contraria al referendum, perché si perderebbe. E’ strano, dato il passato e il temperamento della Bonino: ci sono battaglie che si è costretti a fare, anche se si perde. Ma sul testamento biologico non si perde. Gli italiani sono credenti (almeno pare), ma non cretini. Se la cosa sarà spiegata come si deve (come fa Veronesi, come fa Marino) la gente capirà e voterà contro la legge. Non bisogna fare della questione un dilemma di partito, perché non lo è. Lo ha dimostrato benissimo il discorso di Gianfranco Fini al congresso del Popolo della libertà. Ma che religione e non religione; ma che destra e che sinistra: non vogliamo la cannula, è basta. E anche qui bisogna intendersi. Certi trattamenti artificiali sono più che accettabili se si deve tentare di salvare a una giovane vita, alla vittima di un incidente o di un delitto, di recuperare un traumatizzato che possa continuare qualche anno. Ala solo un rimedio infame, una tortura inumana per il malato terminale, che aspetta solo di "tornare alla casa del Padre". I santificatori e glorificatori del grande Giovanni Paolo II dovrebbero tener scritta in fronte quella memorabile finse, che è stata, quella davvero l`ultimo "testamento biologico" e l`ultimo dono del grande Papa polacco. Quella è la giusta considerazione sulla frontiera tra la vita e la morte. Sospendere, rinviare almeno dopo le prossime elezioni. La morte non ha fretta. Solo lei sa quando deve abbassare il falcione, né prima, né dopo. Rinviare e ripensarci. Non alla ricerca di un possibile compromesso, ma alla ricerca di una soluzione che sia laica e liberale.
L'Avanti! del 1 aprile 2009, pag. 1
Venerio Cattani
La legge sul cosiddetto testamento biologico, o trattamento di fine vita (linguaggio burocratese, fra il gesuitico e il sindacale), è una tale vergogna che ci pone, meritatamente, agli ultimi posti della cultura moderna. Anzi, propriamente all`ultimo, perché nessun altro Paese europeo ha espresso un simile onore. E’ incostituzionale, è illiberale, è inapplicabile: induce la gente a beffare la legge e a dire il falso, a fare il proibito. Come la negazione dell`aborto terapeutico moltiplica l`aborto clandestino, così, la “legge della cannula, o della sonda obbligatoria", moltiplicherà le eutanasie. Parenti intimi e medici amici faranno incetta di morfina da siringare nel momento della verità. Ma quel che ancora è peggio è che la questione rischia di diventare l`ennesima contesa fra Guelfi e Ghibellini. Proprio lunedì scorso, il Consiglio comunale di Firenze ha onorato della cittadinanza Beppino Englaro; e la minoranza del Popolo della libertà è uscita dall’aula. Hanno fatto male i comunisti e hanno fatto male i berlusconiani: con questi gesti, inutili e perentori con queste baruffe chiozzotte comincia l`ennesima stupida guerra di religione, che divide e distrae il Paese, afflitto da ben altri urgenti problemi reali. Berlusconi, stia attento a non farsi travolgere da questi falsi ma mefitici problemi. Sono serpenti velenosi, scorpioni politici: avvelenano un Paese. D`altra parte, noi non possiamo arrenderci a morire da bigotti. Il merito storico di Berlusconi è quello di averci evitato di morire comunisti: ci salvi ora, il Cavaliere, dai beghini e dalle beghine. Se la sciagurata legge passasse alla Camera dei deputati, infatti, qualcuno brandirebbe l`arma del referendum, e noi (liberali, socialisti, atei o credenti) saremmo costretti a votarlo. Ho letto che l`Emma Bonino si è dichiarata contraria al referendum, perché si perderebbe. E’ strano, dato il passato e il temperamento della Bonino: ci sono battaglie che si è costretti a fare, anche se si perde. Ma sul testamento biologico non si perde. Gli italiani sono credenti (almeno pare), ma non cretini. Se la cosa sarà spiegata come si deve (come fa Veronesi, come fa Marino) la gente capirà e voterà contro la legge. Non bisogna fare della questione un dilemma di partito, perché non lo è. Lo ha dimostrato benissimo il discorso di Gianfranco Fini al congresso del Popolo della libertà. Ma che religione e non religione; ma che destra e che sinistra: non vogliamo la cannula, è basta. E anche qui bisogna intendersi. Certi trattamenti artificiali sono più che accettabili se si deve tentare di salvare a una giovane vita, alla vittima di un incidente o di un delitto, di recuperare un traumatizzato che possa continuare qualche anno. Ala solo un rimedio infame, una tortura inumana per il malato terminale, che aspetta solo di "tornare alla casa del Padre". I santificatori e glorificatori del grande Giovanni Paolo II dovrebbero tener scritta in fronte quella memorabile finse, che è stata, quella davvero l`ultimo "testamento biologico" e l`ultimo dono del grande Papa polacco. Quella è la giusta considerazione sulla frontiera tra la vita e la morte. Sospendere, rinviare almeno dopo le prossime elezioni. La morte non ha fretta. Solo lei sa quando deve abbassare il falcione, né prima, né dopo. Rinviare e ripensarci. Non alla ricerca di un possibile compromesso, ma alla ricerca di una soluzione che sia laica e liberale.