Fecondazione assistita, sulle legge 40 la parola alla Corte costituzionale
Liberazione del 31 marzo 2009, pag. 18
di Erminia Emprin
Sulla fecondazione assistita, prima ancora che sulla legge 40, il Forum delle donne di Rifondazione comunista ha prodotto riflessione teorica e iniziativa politica sin dal 1997, quando proponemmo di avviare il Tavolo delle donne sulla bioetica, luogo aperto e scambievole di riflessione tra. femministe sul rapporto tra il corpo femminile, la medicina e la legge. Ci siamo confrontate e arricchite dell`esperienza di altre, abbiamo riflettuto, preso e dato parola, attraversato la discussione parlamentare con la proposta di limitare la legge a una seria regolamentazione dei centri, unica vera necessità, affrontato una campagna referendaria tra le più violente e misogine che si siano registrate nel Paese, a partire da toni e accenti delle gerarchie vaticane. E se abbiamo registrato il mancato raggiungimento del quorum si sono però attivate energie, assunzione di responsabilità, enunciazione di aspettative e desideri, riflessioni sul senso del limite, sulla relazione tra i sessi, con la scienza e la medicina. La legge 40 è oggi ancora lì, con il suo coacervo di norme insensate e inumane, ispirate, allo stesso tempo, dal fondamentalismo religioso, da quello sessista, da un delirio di assoggettamento dell`autodeterminazione femminile e della libertà riproduttiva che si spinge al punto di mettere a rischio la salute della donna, di precludere la possibilità di un uso sociale della scienza e l`opportunità di nuove cure. I limiti, le sanzioni, le crudeltà e le insensatezze della legge sono noti: dal divieto generalizzato di donazione dei gameti, esteso per di più alle coppie a rischio di trasmissione di malattie genetiche, all`imposizione per legge di una quantità di embrioni da formare, priva di fondamento scientifico, al divieto di diagnosi pre-impianto, all`obbligo di reimpianto di tutti gli embrioni formati, anche se sono malati, alla determinazione per legge del numero di embrioni che si possono formare, al divieto per la donna di revocare il consenso al trattamento una volta che lo abbia prestato, neanche in situazioni di rischio per la salute sua o del figlio/a desiderato. Comunque, questa attivazione di energie non si è esaurita nel referendum e la Corte costituzionale devo oggi esprimersi su alcune ordinanze che hanno ritenuto fondati alcuni ricorsi per incostituzionalità della legge e per violazione del diritto alla salute. Dopo il tribunale di Firenze e il Tar Lazio si sono espresse in tal senso anche due ordinanze del tribunale di Milano, accogliendo i ricorsi delle associazioni Sos Infertilità, Hera e Cittadinanza Attiva, che danno voce a migliaia di coppie costrette a costose trasferte. Forse, la Consulta interverrà là dove ha fallito la politica. Le dichiarazioni di Berlusconi, anche quelle di ieri, non lasciano sperare nulla di buono per la Costituzione, la democrazia e l`autonomia della magistratura. Ma la capacità di articolazione della lotta condotta in questi anni da quante e quanti non si sono arresi parlano di soggettività non pacificate e di sconfitte non interiorizzate.
Liberazione del 31 marzo 2009, pag. 18
di Erminia Emprin
Sulla fecondazione assistita, prima ancora che sulla legge 40, il Forum delle donne di Rifondazione comunista ha prodotto riflessione teorica e iniziativa politica sin dal 1997, quando proponemmo di avviare il Tavolo delle donne sulla bioetica, luogo aperto e scambievole di riflessione tra. femministe sul rapporto tra il corpo femminile, la medicina e la legge. Ci siamo confrontate e arricchite dell`esperienza di altre, abbiamo riflettuto, preso e dato parola, attraversato la discussione parlamentare con la proposta di limitare la legge a una seria regolamentazione dei centri, unica vera necessità, affrontato una campagna referendaria tra le più violente e misogine che si siano registrate nel Paese, a partire da toni e accenti delle gerarchie vaticane. E se abbiamo registrato il mancato raggiungimento del quorum si sono però attivate energie, assunzione di responsabilità, enunciazione di aspettative e desideri, riflessioni sul senso del limite, sulla relazione tra i sessi, con la scienza e la medicina. La legge 40 è oggi ancora lì, con il suo coacervo di norme insensate e inumane, ispirate, allo stesso tempo, dal fondamentalismo religioso, da quello sessista, da un delirio di assoggettamento dell`autodeterminazione femminile e della libertà riproduttiva che si spinge al punto di mettere a rischio la salute della donna, di precludere la possibilità di un uso sociale della scienza e l`opportunità di nuove cure. I limiti, le sanzioni, le crudeltà e le insensatezze della legge sono noti: dal divieto generalizzato di donazione dei gameti, esteso per di più alle coppie a rischio di trasmissione di malattie genetiche, all`imposizione per legge di una quantità di embrioni da formare, priva di fondamento scientifico, al divieto di diagnosi pre-impianto, all`obbligo di reimpianto di tutti gli embrioni formati, anche se sono malati, alla determinazione per legge del numero di embrioni che si possono formare, al divieto per la donna di revocare il consenso al trattamento una volta che lo abbia prestato, neanche in situazioni di rischio per la salute sua o del figlio/a desiderato. Comunque, questa attivazione di energie non si è esaurita nel referendum e la Corte costituzionale devo oggi esprimersi su alcune ordinanze che hanno ritenuto fondati alcuni ricorsi per incostituzionalità della legge e per violazione del diritto alla salute. Dopo il tribunale di Firenze e il Tar Lazio si sono espresse in tal senso anche due ordinanze del tribunale di Milano, accogliendo i ricorsi delle associazioni Sos Infertilità, Hera e Cittadinanza Attiva, che danno voce a migliaia di coppie costrette a costose trasferte. Forse, la Consulta interverrà là dove ha fallito la politica. Le dichiarazioni di Berlusconi, anche quelle di ieri, non lasciano sperare nulla di buono per la Costituzione, la democrazia e l`autonomia della magistratura. Ma la capacità di articolazione della lotta condotta in questi anni da quante e quanti non si sono arresi parlano di soggettività non pacificate e di sconfitte non interiorizzate.