l’Unità 15.3.09
Il Pdl minaccia papà Englaro: «Firenze non ti vuole, rinuncia»
di Maria Zegarelli
La destra pretende la revoca della delibera sulla cittadinanza onoraria al papà di Eluana
Il presidente del Consiglio comunale scrive a monsignor Betori: le istituzioni sono laiche
Fitta corrispondenza a Firenze in questi giorni sul caso della cittadinanza onoraria votata dal Consiglio comunale per Beppino Englaro, il papà di Eluana, morta dopo diciassette anni di stato vegetativo lo scorso 9 febbraio. La prima lettera è partita dal presidente del Consiglio Comunale, Eros Cruccoli, diretta all’Arcivescovado. La seconda dall’ufficio della capogruppo Fi-Pdl, Bianca Maria Giocoli, all’indirizzo di Englaro. Una per ribadire la laicità delle istituzioni e l’autonomia della politica dalla Chiesa, L’altra per ribadire l’arroganza di certa politica.
LA LAICITÀ
Scrive il presidente del Consiglio all’arcivescovo Giuseppe Betori: «Il consiglio è sovrano e in piena libertà i suoi membri hanno deciso. Ciascuno ha il diritto di giudicare tale scelta e di considerarla inopportuna e di non condividerla, ma è una scelta fatta dai rappresentanti eletti dalla città a maggioranza e quindi è una scelta che deve essere rispettata in quanto risultato di un chiaro percorso istituzionale, che ribadisce il valore della laicità delle Istituzioni». Così come la decisione di riconoscere la cittadinanza a Englaro aveva spaccato il centrosinistra e trovato l’opposizione del Pdl, anche la discussione sull’invio o meno della lettera al prelato durante la riunione dei capigruppo ha trovato il niet di An e Fi. Ma la replica all’Arcivescovo era stata chiesta da parecchi membri del consiglio comunale dopo aver letto il comunicato di Betori, «che in modo molto netto descriveva la nostra assemblea luogo disordinato in cui una maggioranza sfilacciata commetteva errori imperdonabili. È importante ribadire quanto sia fondamentale nella vita democratica il confronto delle idee, ma nel rispetto dei ruoli e delle reciproche autonomie; quindi, l’espressione sovrana del Consiglio e delle sue decisioni, ancorché prese a maggioranza, non possono che essere considerate come l’espressione della volontà della città. Si può essere d’accordo con esse, ma mai possono essere considerate negative».
STRUMENTALIZZAZIONI
La pidiellina Giocoli, invece, invita Englaro a non accettare la cittadinanza onoraria e annuncia che il centrodestra presenterà a breve una delibera per chiederne la revoca. «Gli chiediamo di ripensarci anche a nome di sua figlia - c’è scritto nella lettera - se è sincero, deve essere lui a dire che non accetta un’onorificenza che non è sentita da tutta la città. Se non si vuole strumentalizzare il nome di Eluana e credo che un padre non lo voglia, lui è l’unico che può dire la parola fine». La delibera è pronta e domani o dopodomani verrà discussa. «Vogliamo vedere come voteranno i consiglieri che l’altra volta hanno votato contro», dice la capogruppo. Anche il senatore Paolo Amato invita Englaro a non farsi strumentalizzare. «Quando si è discusso di dare il Fiorino d’oro a Oriana Fallaci, esponenti del centrosinistra hanno detto “No perché divide”. Allora si discuteva di un riconoscimento a una fiorentina; qui si parla di cittadinanza onoraria ad un signore friulano. Se divideva la Fallaci, a maggior ragione divide Englaro». Al coro si aggiunge la senatrice leghista Rossana Boldi: «Non si capisce quali meriti abbia acquisito Beppino Englaro con parole od opere per avere la cittadinanza onoraria di Firenze o di qualunque altra città italiana».
«Questa è una vicenda che i fiorentini devono risolversi tra di loro - risponde a tutti l’avvocato di Beppino Englaro, Vittorio Angiolini -. Il signor Englaro non ha chiesto nulla, è un cittadino come tutti gli altri, con gli stessi diritti e quindi può avere anche riconoscimenti pubblici.
Per quale motivo dovrebbe tirarsi indietro?». Beppino Englaro preferisce il silenzio.
Il Pdl minaccia papà Englaro: «Firenze non ti vuole, rinuncia»
di Maria Zegarelli
La destra pretende la revoca della delibera sulla cittadinanza onoraria al papà di Eluana
Il presidente del Consiglio comunale scrive a monsignor Betori: le istituzioni sono laiche
Fitta corrispondenza a Firenze in questi giorni sul caso della cittadinanza onoraria votata dal Consiglio comunale per Beppino Englaro, il papà di Eluana, morta dopo diciassette anni di stato vegetativo lo scorso 9 febbraio. La prima lettera è partita dal presidente del Consiglio Comunale, Eros Cruccoli, diretta all’Arcivescovado. La seconda dall’ufficio della capogruppo Fi-Pdl, Bianca Maria Giocoli, all’indirizzo di Englaro. Una per ribadire la laicità delle istituzioni e l’autonomia della politica dalla Chiesa, L’altra per ribadire l’arroganza di certa politica.
LA LAICITÀ
Scrive il presidente del Consiglio all’arcivescovo Giuseppe Betori: «Il consiglio è sovrano e in piena libertà i suoi membri hanno deciso. Ciascuno ha il diritto di giudicare tale scelta e di considerarla inopportuna e di non condividerla, ma è una scelta fatta dai rappresentanti eletti dalla città a maggioranza e quindi è una scelta che deve essere rispettata in quanto risultato di un chiaro percorso istituzionale, che ribadisce il valore della laicità delle Istituzioni». Così come la decisione di riconoscere la cittadinanza a Englaro aveva spaccato il centrosinistra e trovato l’opposizione del Pdl, anche la discussione sull’invio o meno della lettera al prelato durante la riunione dei capigruppo ha trovato il niet di An e Fi. Ma la replica all’Arcivescovo era stata chiesta da parecchi membri del consiglio comunale dopo aver letto il comunicato di Betori, «che in modo molto netto descriveva la nostra assemblea luogo disordinato in cui una maggioranza sfilacciata commetteva errori imperdonabili. È importante ribadire quanto sia fondamentale nella vita democratica il confronto delle idee, ma nel rispetto dei ruoli e delle reciproche autonomie; quindi, l’espressione sovrana del Consiglio e delle sue decisioni, ancorché prese a maggioranza, non possono che essere considerate come l’espressione della volontà della città. Si può essere d’accordo con esse, ma mai possono essere considerate negative».
STRUMENTALIZZAZIONI
La pidiellina Giocoli, invece, invita Englaro a non accettare la cittadinanza onoraria e annuncia che il centrodestra presenterà a breve una delibera per chiederne la revoca. «Gli chiediamo di ripensarci anche a nome di sua figlia - c’è scritto nella lettera - se è sincero, deve essere lui a dire che non accetta un’onorificenza che non è sentita da tutta la città. Se non si vuole strumentalizzare il nome di Eluana e credo che un padre non lo voglia, lui è l’unico che può dire la parola fine». La delibera è pronta e domani o dopodomani verrà discussa. «Vogliamo vedere come voteranno i consiglieri che l’altra volta hanno votato contro», dice la capogruppo. Anche il senatore Paolo Amato invita Englaro a non farsi strumentalizzare. «Quando si è discusso di dare il Fiorino d’oro a Oriana Fallaci, esponenti del centrosinistra hanno detto “No perché divide”. Allora si discuteva di un riconoscimento a una fiorentina; qui si parla di cittadinanza onoraria ad un signore friulano. Se divideva la Fallaci, a maggior ragione divide Englaro». Al coro si aggiunge la senatrice leghista Rossana Boldi: «Non si capisce quali meriti abbia acquisito Beppino Englaro con parole od opere per avere la cittadinanza onoraria di Firenze o di qualunque altra città italiana».
«Questa è una vicenda che i fiorentini devono risolversi tra di loro - risponde a tutti l’avvocato di Beppino Englaro, Vittorio Angiolini -. Il signor Englaro non ha chiesto nulla, è un cittadino come tutti gli altri, con gli stessi diritti e quindi può avere anche riconoscimenti pubblici.
Per quale motivo dovrebbe tirarsi indietro?». Beppino Englaro preferisce il silenzio.