La Repubblica 18.3.09
L´immunologo Aiuti: "Si rischiano nuove epidemie"
Suore, scienziati e volontari "Così si fa solo disinformazione"
di Cristina Nadotti
Una cosa è parlare sorvolando l´Africa a bordo di un aereo, un´altra è vivere tutti i giorni a contatto con chi di Aids muore e con chi, sebbene sieropositivo, cerca di vivere una vita normale. Ancora una volta le idee di un papa sull´uso del preservativo scatenano reazioni che sottolineano la distanza tra le elaborazioni teoriche e la prassi quotidiana. Suor Laura Girotto, salesiana fondatrice e anima di una missione ad Adua, commenta dall´Etiopia: «È vero quanto afferma Benedetto XVI, l´Aids non si ferma solo con i preservativi, è necessaria soprattutto una corretta informazione scientifica, un´educazione puntuale perché qui l´ignoranza è abissale. Non si può accettare di sentire gli uomini ai quali viene consigliato di usare il preservativo dire che se lo usassero sarebbe come mangiare una caramella senza scartarla. È giusto dire che i preservativi non bastano a risolvere il problema, ma bisogna anche dare informazioni corrette». E in Africa le scelte sono spesso dettate da quello che anche la religiosa chiama «buon senso» piuttosto che dalla dottrina: «Non si può dire a una coppia di ventenni, di cui uno sieropositivo, che non dovranno più manifestare il loro amore anche attraverso la tenerezza. L´amore fisico non ce lo siamo inventato, ce l´ha dato il buon Dio. E allora in quel caso il profilattico è una sicurezza, consigliarne il suo uso non è più un fatto morale, ma una questione di buon senso».
Le parole della religiosa sono riprese anche da ong laiche. Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid, sottolinea: «Benedetto XVI si oppone all´uso del preservativo, ma non possiamo dimenticare che esso rimane un´arma decisiva per la prevenzione, perché riduce drasticamente le possibilità di contrarre il virus durante i rapporti sessuali». Non ha dubbi sul valore scientifico dell´uso del preservativo l´immunologo Ferdinando Aiuti: «Ovunque il profilattico è stato utilizzato nelle campagne di prevenzione della malattia, adottate da alcuni governi africani, l´infezione è stata contenuta. La Chiesa può non condividere l´uso del preservativo - ha detto il medico - ma non può dire che non è un´arma o lasciare passare il messaggio che può creare più problemi: è una disinformazione che può portare alla ripresa delle epidemie»
L´immunologo Aiuti: "Si rischiano nuove epidemie"
Suore, scienziati e volontari "Così si fa solo disinformazione"
di Cristina Nadotti
Una cosa è parlare sorvolando l´Africa a bordo di un aereo, un´altra è vivere tutti i giorni a contatto con chi di Aids muore e con chi, sebbene sieropositivo, cerca di vivere una vita normale. Ancora una volta le idee di un papa sull´uso del preservativo scatenano reazioni che sottolineano la distanza tra le elaborazioni teoriche e la prassi quotidiana. Suor Laura Girotto, salesiana fondatrice e anima di una missione ad Adua, commenta dall´Etiopia: «È vero quanto afferma Benedetto XVI, l´Aids non si ferma solo con i preservativi, è necessaria soprattutto una corretta informazione scientifica, un´educazione puntuale perché qui l´ignoranza è abissale. Non si può accettare di sentire gli uomini ai quali viene consigliato di usare il preservativo dire che se lo usassero sarebbe come mangiare una caramella senza scartarla. È giusto dire che i preservativi non bastano a risolvere il problema, ma bisogna anche dare informazioni corrette». E in Africa le scelte sono spesso dettate da quello che anche la religiosa chiama «buon senso» piuttosto che dalla dottrina: «Non si può dire a una coppia di ventenni, di cui uno sieropositivo, che non dovranno più manifestare il loro amore anche attraverso la tenerezza. L´amore fisico non ce lo siamo inventato, ce l´ha dato il buon Dio. E allora in quel caso il profilattico è una sicurezza, consigliarne il suo uso non è più un fatto morale, ma una questione di buon senso».
Le parole della religiosa sono riprese anche da ong laiche. Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid, sottolinea: «Benedetto XVI si oppone all´uso del preservativo, ma non possiamo dimenticare che esso rimane un´arma decisiva per la prevenzione, perché riduce drasticamente le possibilità di contrarre il virus durante i rapporti sessuali». Non ha dubbi sul valore scientifico dell´uso del preservativo l´immunologo Ferdinando Aiuti: «Ovunque il profilattico è stato utilizzato nelle campagne di prevenzione della malattia, adottate da alcuni governi africani, l´infezione è stata contenuta. La Chiesa può non condividere l´uso del preservativo - ha detto il medico - ma non può dire che non è un´arma o lasciare passare il messaggio che può creare più problemi: è una disinformazione che può portare alla ripresa delle epidemie»