Corriere della Sera 6.3.09
La sentenza L'autore degli abusi era «dipendente del Papa»
Pedofilia, decisione negli Usa «Si può fare causa al Vaticano»
di Paolo Valentino
Risarcimenti. 774 milioni di dollari
È il risarcimento record pagato dalla sola diocesi di Los Angeles nel 2007 a centinaia di vittime di atti di pedofilia commessi da sacerdoti. La diocesi di Boston versò 157 milioni di dollari, quella di Portland 129, e altre ancora pagarono. In tutto, secondo il New York Times, i risarcimenti superarono il miliardo e mezzo di dollari
Il caso: le molestie di un prete negli anni 60 in Oregon
Il sacerdote Andrew Ronan è morto nel 1992: in precedenza era stato colpevole di altre violenze in Irlanda e a Chicago
WASHINGTON — Sicuramente l'avvocato Jeff Anderson non riuscirà nel suo dichiarato e più ambizioso proposito, quello di far deporre il Papa, Benedetto XVI. Ma qualche problema al Vaticano, la sentenza di una Corte federale d'Appello degli Stati Uniti potrebbe crearlo lo stesso.
In una decisione motivata con ben 59 pagine di argomentazioni, la nona Corte d'Appello degli Stati Uniti — che ha sede a Portland e a cui fanno capo gli Stati del-l'Ovest, dall'Alaska all'Arizona — ha riconosciuto il diritto di un cittadino dell'Oregon a intentare una causa civile contro la Santa Sede, per gli abusi sessuali subiti negli anni Sessanta da un prete di Santa Romana Chiesa.
I tre giudici hanno recepito la tesi dei legali della vittima, John V. Doe, secondo cui al tempo delle sevizie, avvenute in una scuola cattolica, l'uomo lavorava come religioso, quindi era un dipendente del Vaticano.
La sentenza segna una svolta importante per le centinaia di vittime che negli anni scorsi avevano inutilmente cercato di vedere riconosciuta la responsabilità civile della gerarchia cattolica negli abusi da parte di preti pedofili, aprendo così la strada alle richieste d'indennizzo.
«Si schiude una porta — ha commentato Anderson, il legale di Doe —. Fin qui la Chiesa cattolica ha scelto di proteggere i preti e non i bambini. La buona notizia per la comunità dei fedeli è che ora la Santa Sede, come dice la sentenza, non è più immune alle cause di risarcimento ». L'orco della vicenda è il reverendo dell'Ordine servita Andrew Ronan, morto nel 1992, che all'inizio degli anni Sessanta venne mandato a Chicago dopo l'ammissione di aver molestato un minore nella natia Irlanda, dove guidava una parrocchia. Il prelato lavorò alla St.Phillip High School nella città dell'Illinois fino al 1965, ma anche lì fu protagonista di almeno tre atti di pedofilia.
Ronan venne infine trasferito alla St. Albert Church di Portland, nell'Oregon, dove Doe lo conobbe da quindicenne come «prete, tutore e consigliere spirituale». Giusta la denuncia, gli abusi sessuali di Ronan contro il ragazzo furono ripetuti e avvennero «sia nel monastero che nelle zone circostanti».
Secondo uno dei legali del Vaticano, Jeff Lena, la sentenza in realtà ammette che non tutte le azioni possano essere ricondotte alla responsabilità di Roma: «I giudici hanno riconosciuto che dentro la Chiesa cattolica esistano diverse e separate entità legali ». Inoltre, la decisione dei magistrati della Corte d'Appello potrebbe essere rovesciata dalla Corte Suprema.
Ma per Robert Blakey, docente di diritto alla University of Notre Dame, il giudizio potrebbe invece superare anche l'esame costituzionale: «La domanda è: il Vaticano è potenzialmente perseguibile nei casi di molestie da parte di preti? La risposta è si, se si dimostra che il religioso abbia agito in quel modo da dipendente della Santa Sede».
La sentenza L'autore degli abusi era «dipendente del Papa»
Pedofilia, decisione negli Usa «Si può fare causa al Vaticano»
di Paolo Valentino
Risarcimenti. 774 milioni di dollari
È il risarcimento record pagato dalla sola diocesi di Los Angeles nel 2007 a centinaia di vittime di atti di pedofilia commessi da sacerdoti. La diocesi di Boston versò 157 milioni di dollari, quella di Portland 129, e altre ancora pagarono. In tutto, secondo il New York Times, i risarcimenti superarono il miliardo e mezzo di dollari
Il caso: le molestie di un prete negli anni 60 in Oregon
Il sacerdote Andrew Ronan è morto nel 1992: in precedenza era stato colpevole di altre violenze in Irlanda e a Chicago
WASHINGTON — Sicuramente l'avvocato Jeff Anderson non riuscirà nel suo dichiarato e più ambizioso proposito, quello di far deporre il Papa, Benedetto XVI. Ma qualche problema al Vaticano, la sentenza di una Corte federale d'Appello degli Stati Uniti potrebbe crearlo lo stesso.
In una decisione motivata con ben 59 pagine di argomentazioni, la nona Corte d'Appello degli Stati Uniti — che ha sede a Portland e a cui fanno capo gli Stati del-l'Ovest, dall'Alaska all'Arizona — ha riconosciuto il diritto di un cittadino dell'Oregon a intentare una causa civile contro la Santa Sede, per gli abusi sessuali subiti negli anni Sessanta da un prete di Santa Romana Chiesa.
I tre giudici hanno recepito la tesi dei legali della vittima, John V. Doe, secondo cui al tempo delle sevizie, avvenute in una scuola cattolica, l'uomo lavorava come religioso, quindi era un dipendente del Vaticano.
La sentenza segna una svolta importante per le centinaia di vittime che negli anni scorsi avevano inutilmente cercato di vedere riconosciuta la responsabilità civile della gerarchia cattolica negli abusi da parte di preti pedofili, aprendo così la strada alle richieste d'indennizzo.
«Si schiude una porta — ha commentato Anderson, il legale di Doe —. Fin qui la Chiesa cattolica ha scelto di proteggere i preti e non i bambini. La buona notizia per la comunità dei fedeli è che ora la Santa Sede, come dice la sentenza, non è più immune alle cause di risarcimento ». L'orco della vicenda è il reverendo dell'Ordine servita Andrew Ronan, morto nel 1992, che all'inizio degli anni Sessanta venne mandato a Chicago dopo l'ammissione di aver molestato un minore nella natia Irlanda, dove guidava una parrocchia. Il prelato lavorò alla St.Phillip High School nella città dell'Illinois fino al 1965, ma anche lì fu protagonista di almeno tre atti di pedofilia.
Ronan venne infine trasferito alla St. Albert Church di Portland, nell'Oregon, dove Doe lo conobbe da quindicenne come «prete, tutore e consigliere spirituale». Giusta la denuncia, gli abusi sessuali di Ronan contro il ragazzo furono ripetuti e avvennero «sia nel monastero che nelle zone circostanti».
Secondo uno dei legali del Vaticano, Jeff Lena, la sentenza in realtà ammette che non tutte le azioni possano essere ricondotte alla responsabilità di Roma: «I giudici hanno riconosciuto che dentro la Chiesa cattolica esistano diverse e separate entità legali ». Inoltre, la decisione dei magistrati della Corte d'Appello potrebbe essere rovesciata dalla Corte Suprema.
Ma per Robert Blakey, docente di diritto alla University of Notre Dame, il giudizio potrebbe invece superare anche l'esame costituzionale: «La domanda è: il Vaticano è potenzialmente perseguibile nei casi di molestie da parte di preti? La risposta è si, se si dimostra che il religioso abbia agito in quel modo da dipendente della Santa Sede».