Corriere della Sera 9.3.09
Firenze Democratici divisi, oggi la decisione
Cittadinanza a Englaro, no di Renzi
di Marco Gasperetti
Non è una proposta seria, ma una provocazione. Non mi piace la voglia di mettere la bandierina su una vicenda come quella di Eluana. Allora diamolo anche ai 2.500 che assistono persone nelle stesse condizioni
Oggi il Consiglio comunale di Firenze deve decidere se concedere la cittadinanza onoraria a Beppino Englaro, il padre di Eluana. Ma si annunciano contrasti. Presentata dal socialista Alessandro Falciani, la proposta non registra solo il «no» compatto dell'opposizione di centro destra ma anche di una parte del Pd, a cominciare dalla capogruppo Rosa di Giorgi. Contrario anche il vincitore delle primarie democratiche, il cattolico Matteo Renzi: «E' una provocazione, non mi piace la voglia di mettere una bandierina su questa vicenda».
FIRENZE — A far soffiare di nuovo nel Pd toscano il ventaccio gelido della divisione è stato un socialista. Al secolo Alessandro Falciani, 55 anni, direttore dell'Associazione dei volontari del sangue toscana e capogruppo del Psi nell'inquieto consiglio comunale di Firenze. Una decina di giorni fa, Falciani ha presentato una delibera con la quale ha proposto la cittadinanza onoraria a Beppino Englaro, il papà di Eluana. E, inevitabilmente, ha rigenerato nei turbolenti democratici fiorentini la mai sopita sindrome genetica dei guelfi e dei ghibellini. Una frattura che, stavolta, non riguarda le due anime del partito, ma è trasversale e atipica. Con ex Margherita contrari alla cittadinanza, ma favorevoli alla battaglia di Beppino Englaro, ed ex diesse che annunciano votazioni all'antitesi l'uno con l'altro.
Dopo essere passata in commissione (tre consiglieri pd hanno votato a favore e uno contrario), alle 15.30 di oggi la delibera Falciani va in consiglio comunale. E a Palazzo Vecchio si annunciano scintille per un voto che potrebbe riservare anche sorprese clamorose. Non nell'opposizione di centrodestra, schierata compatta sul no e nella sinistra radicale decisa per il «sì», ma nel Pd, appunto.
Tanto è vero che il capogruppo del partito, Rosa Di Giorgi (area Margherita), ricercatrice del Cnr, contraria alla cittadinanza, discuterà la questione in mattinata durante la riunione del gruppo consiliare per capire l'orientamento dei compagni di partito. «Liberi di votare come credono — premette Di Giorgi —, perché questo è anche un caso di coscienza e non può esistere una disciplina di partito. Io, per esempio, sono d'accordo con ciò che ha deciso il signor Englaro, che stimo e apprezzo per la sua battaglia civile, democratica e legale. Ma per conferire una cittadinanza onoraria è necessaria l'unità, un voto all'unanimità, e invece questa è una vicenda che divide la politica e i cittadini. E anche il mio partito».
Il socialista Falciani ribatte che l'unità c'entra poco e chiede una scelta coraggiosa: «In passato sono state conferite cittadinanze votate non all'unanimità. Firenze è sempre stata vicina a personaggi di grande spessore morale al di là del voto finale. Il signor Englaro ha combattuto per la legalità e per la Costituzione ed è un onore averlo come concittadino: i fiorentini possono esserne orgogliosi».
Tra i favorevole all'iniziativa socialista c'è invece il vice capogruppo del Pd, Gianni Amunni, oncologo, direttore dell'Istituto toscano tumori. «Ho firmato la delibera di Falciani — spiega —, perché ritengo giusta e meritoria la battaglia civile e morale di Beppino Englaro. Le divisioni nel partito? Credo che il dibattito interno sia una ricchezza. Ognuno voterà secondo coscienza, ma a me non sembra un problema».
Mentre il sindaco uscente, Leonardo Domenici, preferisce il silenzio, il vincitore delle primarie del Pd, il cattolico Matteo Renzi, si schiera decisamente per il «no». Lui non voterà a Palazzo Vecchio perché è presidente della Provincia, ma il suo è un parere che conta, moltissimo, soprattutto da quando c'è chi lo ha osannato dopo la vittoria alle primarie come l'«Obama del Pd».
«Sono contrario — dice Renzi — perché questa non è una proposta seria, ma soltanto una provocazione. Firenze ha sempre cercato un dialogo, e personaggi come La Pira lo testimoniano. Non mi piace la voglia di mettere la bandierina su una vicenda particolare come quella di Eluana per radicalizzare lo scontro. Se si concedesse la cittadinanza onoraria al signor Englaro, dovremmo conferirla anche a quelle 2.500 persone che stanno assistendo persone care nelle stesse condizioni di Eluana».
E l'opposizione? Unita per il no. «Se fossi Beppino Englaro la rifiuterei per mettere la parola fine a questa drammatica vicenda e lasciar riposare in pace Eluana», dice Mario Razzanelli, ex capogruppo dell'Udc e candidato a sindaco per una lista civica di centrodestra. Oggi l'ultimo verdetto nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio.
Firenze Democratici divisi, oggi la decisione
Cittadinanza a Englaro, no di Renzi
di Marco Gasperetti
Non è una proposta seria, ma una provocazione. Non mi piace la voglia di mettere la bandierina su una vicenda come quella di Eluana. Allora diamolo anche ai 2.500 che assistono persone nelle stesse condizioni
Oggi il Consiglio comunale di Firenze deve decidere se concedere la cittadinanza onoraria a Beppino Englaro, il padre di Eluana. Ma si annunciano contrasti. Presentata dal socialista Alessandro Falciani, la proposta non registra solo il «no» compatto dell'opposizione di centro destra ma anche di una parte del Pd, a cominciare dalla capogruppo Rosa di Giorgi. Contrario anche il vincitore delle primarie democratiche, il cattolico Matteo Renzi: «E' una provocazione, non mi piace la voglia di mettere una bandierina su questa vicenda».
FIRENZE — A far soffiare di nuovo nel Pd toscano il ventaccio gelido della divisione è stato un socialista. Al secolo Alessandro Falciani, 55 anni, direttore dell'Associazione dei volontari del sangue toscana e capogruppo del Psi nell'inquieto consiglio comunale di Firenze. Una decina di giorni fa, Falciani ha presentato una delibera con la quale ha proposto la cittadinanza onoraria a Beppino Englaro, il papà di Eluana. E, inevitabilmente, ha rigenerato nei turbolenti democratici fiorentini la mai sopita sindrome genetica dei guelfi e dei ghibellini. Una frattura che, stavolta, non riguarda le due anime del partito, ma è trasversale e atipica. Con ex Margherita contrari alla cittadinanza, ma favorevoli alla battaglia di Beppino Englaro, ed ex diesse che annunciano votazioni all'antitesi l'uno con l'altro.
Dopo essere passata in commissione (tre consiglieri pd hanno votato a favore e uno contrario), alle 15.30 di oggi la delibera Falciani va in consiglio comunale. E a Palazzo Vecchio si annunciano scintille per un voto che potrebbe riservare anche sorprese clamorose. Non nell'opposizione di centrodestra, schierata compatta sul no e nella sinistra radicale decisa per il «sì», ma nel Pd, appunto.
Tanto è vero che il capogruppo del partito, Rosa Di Giorgi (area Margherita), ricercatrice del Cnr, contraria alla cittadinanza, discuterà la questione in mattinata durante la riunione del gruppo consiliare per capire l'orientamento dei compagni di partito. «Liberi di votare come credono — premette Di Giorgi —, perché questo è anche un caso di coscienza e non può esistere una disciplina di partito. Io, per esempio, sono d'accordo con ciò che ha deciso il signor Englaro, che stimo e apprezzo per la sua battaglia civile, democratica e legale. Ma per conferire una cittadinanza onoraria è necessaria l'unità, un voto all'unanimità, e invece questa è una vicenda che divide la politica e i cittadini. E anche il mio partito».
Il socialista Falciani ribatte che l'unità c'entra poco e chiede una scelta coraggiosa: «In passato sono state conferite cittadinanze votate non all'unanimità. Firenze è sempre stata vicina a personaggi di grande spessore morale al di là del voto finale. Il signor Englaro ha combattuto per la legalità e per la Costituzione ed è un onore averlo come concittadino: i fiorentini possono esserne orgogliosi».
Tra i favorevole all'iniziativa socialista c'è invece il vice capogruppo del Pd, Gianni Amunni, oncologo, direttore dell'Istituto toscano tumori. «Ho firmato la delibera di Falciani — spiega —, perché ritengo giusta e meritoria la battaglia civile e morale di Beppino Englaro. Le divisioni nel partito? Credo che il dibattito interno sia una ricchezza. Ognuno voterà secondo coscienza, ma a me non sembra un problema».
Mentre il sindaco uscente, Leonardo Domenici, preferisce il silenzio, il vincitore delle primarie del Pd, il cattolico Matteo Renzi, si schiera decisamente per il «no». Lui non voterà a Palazzo Vecchio perché è presidente della Provincia, ma il suo è un parere che conta, moltissimo, soprattutto da quando c'è chi lo ha osannato dopo la vittoria alle primarie come l'«Obama del Pd».
«Sono contrario — dice Renzi — perché questa non è una proposta seria, ma soltanto una provocazione. Firenze ha sempre cercato un dialogo, e personaggi come La Pira lo testimoniano. Non mi piace la voglia di mettere la bandierina su una vicenda particolare come quella di Eluana per radicalizzare lo scontro. Se si concedesse la cittadinanza onoraria al signor Englaro, dovremmo conferirla anche a quelle 2.500 persone che stanno assistendo persone care nelle stesse condizioni di Eluana».
E l'opposizione? Unita per il no. «Se fossi Beppino Englaro la rifiuterei per mettere la parola fine a questa drammatica vicenda e lasciar riposare in pace Eluana», dice Mario Razzanelli, ex capogruppo dell'Udc e candidato a sindaco per una lista civica di centrodestra. Oggi l'ultimo verdetto nel Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio.