l’Unità 27.3.09
«Consegnano il nostro corpo al potere dello Stato»
Il capogruppo pd in Senato: noi abbiamo voluto difendere la libertà degli individui
I cattolici Pd? Hanno la stessa dignità di tutti
Intervista a Anna Finocchiaro di Maria Zegarelli
Emma Bonino entra nella sua stanza subito dopo il voto finale. I complimenti per le dichiarazioni in Aula e un ringraziamento reciproco per la lealtà con cui è stata condotta questa battaglia. Anna Finocchiaro saluta e poi si dirige verso l’aeroporto di Fiumicino per tornare a Catania. «È stata una settimana faticosa». Non solo per il dibattito in aula con una maggioranza chiusa a riccio. Anche per le fibrillazioni nel Pd, tra gli ex popolari e tra i cattolici e i laici. «Questa sì è una battaglia che abbiamo vinto tutti: il confronto ci ha fatto fare un passo avanti, il Pd ha fatto un passo avanti». Il ddl, invece, «è un imbroglio».
Partiamo dal ddl: perché è un tradimento?
Perché tradisce prima di tutto il suo stesso titolo, “disposizioni in materia di dichiarazioni di volontà anticipate”. In realtà la volontà dei soggetti in ordine ai trattamenti sanitari che verranno praticati sul loro corpo, nel momento in cui non saranno più in grado di intendere e volere, non avrà alcun valore vincolante e potrà essere disattesa.
Che cosa ha indotto il Pdl a chiudere ogni possibilità di dialogo?
Non credo che avessero mai avuto intenzione di dialogare con noi. Ciò che si è scontrato non è una diversa opinione su alimentazione e idratazione, per intenderci. Si sono scontrate due diverse concezioni del rapporto tra l’autorità dello Stato e la libertà degli individui. Quando Aldo Moro scrisse l’articolo 32 della Costituzione, ”nessuno può essere sottoposto a trattamento sanitario contro la propria volontà” aveva ben presente - uscendo da un regime totalitario e temendo quello che stava accadendo in altre parti del mondo - che il rapporto tra libertà dell’individuo e l’inviolabilità del proprio corpo da parte dello Stato andava tutelato a tutti i costi. Il Ddl Calabrò va nella direzione opposta: il corpo viene travolto dal potere dello Stato e c’è in questo una straordinaria violenza.
Secondo alcuni cattolici del Pd, il Pdl si vuole accreditare Oltretevere come unico interlocutore politico. Ipotesi fondata?
Probabilmente sì, ma lo ritengo un tentativo imperfetto perché è grossolano e strumentale.
Ma è evidente che il dibattito sul testamento ha creato fibrillazioni anche nei cattolici Pd. Sanno che la maggioranza userà strumentalmente il loro voto contrario.
Questa è stata una delle prove più impegnative per il Pd in questo ultimo anno e mezzo. A parte il voto favorevole di due senatori che sin dall’inizio avevano annunciato la loro posizione, il Pd ha espresso un “no” compatto al Ddl. Ci siamo arrivati perché abbiamo avuto la capacità di incontraci in una discussione vera, anche molto aspra.
Come le due ultime riunioni del gruppo al Senato dove c’è stata una frattura con alcuni ex popolari?
Mi riferisco a due anni di discussioni durante i quali io per prima ho imparato una cosa importantissima: mi sono imbattuta nel dubbio, l’unico alleato che può avere chi fa il nostro mestiere e si occupa di queste materie.
Noi ci siamo dati un obiettivo: difendere la libertà degli individui dall’invasione dello Stato, abbiamo voluto garantire la libertà di disporre se essere accompagnati alla morte fino all’ultimo momento con il supporto di tutti i presidi medici oppure di poter morire naturalmente.
Secondo Tonini il Pd dovrebbe difendere di più i cattolici per il lavoro che hanno svolto.
I cattolici sono il Pd con lo stesso titolo e la stessa dignità degli altri, non hanno bisogno di essere difesi.
Allora perché ci sono state tensioni?
Sono tre anni che ci sono tensioni, tra i cattolici come tra i laici, ammesso che questa possa essere una distinzione che ha un senso. Non ci porta da nessuna parte fare polemiche di questo tipo. È inevitabile se si affrontano temi etici avere posizioni di partenza anche diverse.
L’”orientamento prevalente” è stato più sopportato che accettato. Non teme conseguenze?
Noi oggi abbiamo raggiunto un punto di massima soddisfazione per tutti, ne sono convinta. Un pezzo dell’identità politica del Pd si è compiuta perché c’eravamo tutti, eravamo tutti lì. Chi ci avrebbe scommesso qualche tempo fa?
Lei oggi in Aula ha fatto un riferimento alla Legge 40, un’altra legge in difesa della vita, come la definì il centrodestra. Come si concilia con il Ddl Calabrò?
Non si concilia, è di segno opposto. In quella legge hanno stabilito che la vita non può essere manipolata per evitare malattie o malformazioni e oggi vogliono manipolare la morte. Qual è il senso?
Se lo aspettava l’intervento di Marcello Pera?
Sapevo che era contrario a legiferare in questa materia, non mi aspettavo però un suo intervento. Ha anche spiegato a Calabrò perché quel testo è incostituzionale. È stato il discorso di un uomo cha fatto lo sforzo di andare al fondo delle cose. Che bellezza.
Maurizio Gasparri vi ha accusato di andare verso una deriva eutanasica.
In Aula l’ho detto con molta chiarezza: il Pd è contro l’eutanasia. Gasparri fa propaganda politica, che possiamo farci? Non si può far sparire con la bacchetta magica, ce lo dobbiamo tenere.
Emma Bonino invita alla disobbedienza civile. Lei è d’accordo?
Le forme di iniziativa politica dei radicali non sempre coincidono con le nostre, ma devo dire che in questa battaglia sono stati compagni leali e affidabili, ciascuno nel proprio campo, ma uniti da un grande rispetto per la Costituzione, la libertà e la dignità umana.
Torna in auge la moratoria sul testamento?
Oggi la invoco a maggior ragione. Questo è un pessimo testo di legge.
Secondo lei Berlusconi accetterebbe uno stop dopo la pedalata senza sosta al Senato?
In questi giorni, dalla stessa maggioranza, sono venuti gli inviti a riflettere. Lo stesso Quagliariello non mi sembrava molto soddisfatto del lavoro fatto.
«Consegnano il nostro corpo al potere dello Stato»
Il capogruppo pd in Senato: noi abbiamo voluto difendere la libertà degli individui
I cattolici Pd? Hanno la stessa dignità di tutti
Intervista a Anna Finocchiaro di Maria Zegarelli
Emma Bonino entra nella sua stanza subito dopo il voto finale. I complimenti per le dichiarazioni in Aula e un ringraziamento reciproco per la lealtà con cui è stata condotta questa battaglia. Anna Finocchiaro saluta e poi si dirige verso l’aeroporto di Fiumicino per tornare a Catania. «È stata una settimana faticosa». Non solo per il dibattito in aula con una maggioranza chiusa a riccio. Anche per le fibrillazioni nel Pd, tra gli ex popolari e tra i cattolici e i laici. «Questa sì è una battaglia che abbiamo vinto tutti: il confronto ci ha fatto fare un passo avanti, il Pd ha fatto un passo avanti». Il ddl, invece, «è un imbroglio».
Partiamo dal ddl: perché è un tradimento?
Perché tradisce prima di tutto il suo stesso titolo, “disposizioni in materia di dichiarazioni di volontà anticipate”. In realtà la volontà dei soggetti in ordine ai trattamenti sanitari che verranno praticati sul loro corpo, nel momento in cui non saranno più in grado di intendere e volere, non avrà alcun valore vincolante e potrà essere disattesa.
Che cosa ha indotto il Pdl a chiudere ogni possibilità di dialogo?
Non credo che avessero mai avuto intenzione di dialogare con noi. Ciò che si è scontrato non è una diversa opinione su alimentazione e idratazione, per intenderci. Si sono scontrate due diverse concezioni del rapporto tra l’autorità dello Stato e la libertà degli individui. Quando Aldo Moro scrisse l’articolo 32 della Costituzione, ”nessuno può essere sottoposto a trattamento sanitario contro la propria volontà” aveva ben presente - uscendo da un regime totalitario e temendo quello che stava accadendo in altre parti del mondo - che il rapporto tra libertà dell’individuo e l’inviolabilità del proprio corpo da parte dello Stato andava tutelato a tutti i costi. Il Ddl Calabrò va nella direzione opposta: il corpo viene travolto dal potere dello Stato e c’è in questo una straordinaria violenza.
Secondo alcuni cattolici del Pd, il Pdl si vuole accreditare Oltretevere come unico interlocutore politico. Ipotesi fondata?
Probabilmente sì, ma lo ritengo un tentativo imperfetto perché è grossolano e strumentale.
Ma è evidente che il dibattito sul testamento ha creato fibrillazioni anche nei cattolici Pd. Sanno che la maggioranza userà strumentalmente il loro voto contrario.
Questa è stata una delle prove più impegnative per il Pd in questo ultimo anno e mezzo. A parte il voto favorevole di due senatori che sin dall’inizio avevano annunciato la loro posizione, il Pd ha espresso un “no” compatto al Ddl. Ci siamo arrivati perché abbiamo avuto la capacità di incontraci in una discussione vera, anche molto aspra.
Come le due ultime riunioni del gruppo al Senato dove c’è stata una frattura con alcuni ex popolari?
Mi riferisco a due anni di discussioni durante i quali io per prima ho imparato una cosa importantissima: mi sono imbattuta nel dubbio, l’unico alleato che può avere chi fa il nostro mestiere e si occupa di queste materie.
Noi ci siamo dati un obiettivo: difendere la libertà degli individui dall’invasione dello Stato, abbiamo voluto garantire la libertà di disporre se essere accompagnati alla morte fino all’ultimo momento con il supporto di tutti i presidi medici oppure di poter morire naturalmente.
Secondo Tonini il Pd dovrebbe difendere di più i cattolici per il lavoro che hanno svolto.
I cattolici sono il Pd con lo stesso titolo e la stessa dignità degli altri, non hanno bisogno di essere difesi.
Allora perché ci sono state tensioni?
Sono tre anni che ci sono tensioni, tra i cattolici come tra i laici, ammesso che questa possa essere una distinzione che ha un senso. Non ci porta da nessuna parte fare polemiche di questo tipo. È inevitabile se si affrontano temi etici avere posizioni di partenza anche diverse.
L’”orientamento prevalente” è stato più sopportato che accettato. Non teme conseguenze?
Noi oggi abbiamo raggiunto un punto di massima soddisfazione per tutti, ne sono convinta. Un pezzo dell’identità politica del Pd si è compiuta perché c’eravamo tutti, eravamo tutti lì. Chi ci avrebbe scommesso qualche tempo fa?
Lei oggi in Aula ha fatto un riferimento alla Legge 40, un’altra legge in difesa della vita, come la definì il centrodestra. Come si concilia con il Ddl Calabrò?
Non si concilia, è di segno opposto. In quella legge hanno stabilito che la vita non può essere manipolata per evitare malattie o malformazioni e oggi vogliono manipolare la morte. Qual è il senso?
Se lo aspettava l’intervento di Marcello Pera?
Sapevo che era contrario a legiferare in questa materia, non mi aspettavo però un suo intervento. Ha anche spiegato a Calabrò perché quel testo è incostituzionale. È stato il discorso di un uomo cha fatto lo sforzo di andare al fondo delle cose. Che bellezza.
Maurizio Gasparri vi ha accusato di andare verso una deriva eutanasica.
In Aula l’ho detto con molta chiarezza: il Pd è contro l’eutanasia. Gasparri fa propaganda politica, che possiamo farci? Non si può far sparire con la bacchetta magica, ce lo dobbiamo tenere.
Emma Bonino invita alla disobbedienza civile. Lei è d’accordo?
Le forme di iniziativa politica dei radicali non sempre coincidono con le nostre, ma devo dire che in questa battaglia sono stati compagni leali e affidabili, ciascuno nel proprio campo, ma uniti da un grande rispetto per la Costituzione, la libertà e la dignità umana.
Torna in auge la moratoria sul testamento?
Oggi la invoco a maggior ragione. Questo è un pessimo testo di legge.
Secondo lei Berlusconi accetterebbe uno stop dopo la pedalata senza sosta al Senato?
In questi giorni, dalla stessa maggioranza, sono venuti gli inviti a riflettere. Lo stesso Quagliariello non mi sembrava molto soddisfatto del lavoro fatto.