l’Unità 31.3.09
La decisione finale tra 15 giorni o un mese
Fecondazione, esame di legittimità alla Consulta
di Maria Zegarelli
La Corte Costituzionale esaminerà i ricorsi presentati dal Tar del Lazio e il tribunale di Firenze
Intanto in Italia sono aumentate le gravidanze trigemine e il turismo procreativo all’estero
L’udienza pubblica è prevista per oggi. Il relatore Alfio Finocchiaro leggerà la sua relazione, poi interverranno gli avvocati delle parti e l’avvocatura dello Stato. Finita l’udienza, i quindici giudici della Consulta si riuniranno in Camera di Consiglio per giungere a una decisione finale, che potrà essere presa a maggioranza.
La decisione verrà redatta e riletta da tutta la Corte, con possibilità di aggiunte e limature. L’atto finale è il deposito, che può arrivare tra 15 giorni o un mese.
Inizia oggi l’udienza pubblica della Corte Costituzionale chiamata a pronunciarsi sulla legge 40 sulla fecondazione assistita. Sotto la lente dei giudici le questioni di legittimità sollevate dal Tribunale di Firenze e dal Tar del Lazio. I ricorsi riguardano, in sostanza, il cuore stesso di quella legge così fortemente voluta dal centrodestra e così fortemente difesa dal sottosegretario Eugenia Roccella.
i ricorsi
I ricorsi riguardano l’articolo 14 della legge dal primo al quarto comma e l’articolo 6: previsione della produzione di un numero massimo di tre embrioni ai fini dell’impianto; crioconservazione degli embrioni prevista soltanto in casi eccezionali; consenso informato e irrevocabilità dello stesso da parte della donna all’impianto in utero degli embrioni creati dal momento della fecondazione dell’ovulo. A chiamare in causa l’incostituzionalità della legge rispetto agli articoli 2- 3- 13 e 32 della Costituzione sono stati il Tar su una causa della World Association Reproductive Medicine e il tribunale fiorentino su un caso che riguarda una coppia non fertile di Milano affetta esostosi, una malattia genetica che provoca la crescita smisurata delle cartilagine delle ossa. Davanti alla Corte si sono costituite tra le altre, l’Associazione Hera Onlus; l’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerche scientifica; la Cecos Italia e Cittadinanzattiva. Tra il mese di maggio e i primi mesi del 2009 soltanto presso i tribunali di Firenze, Bologna e Milano, sono stati depostati «dodici ricorsi da parte di altrettante coppie - spiega l’avvocato Maria Paola Costantini che interverrà oggi davanti ai giudici della Consulta insieme alla costituzionalista Marilisa D’Amico - che avendo problemi di sterilità o essendo portatori sani di malattie genetiche hanno fatto ricorso contro questa legge che lede pesantemente i loro diritti. Il giudice di Firenze, Delle Vergini - spiega l’avvocato Costantini - ha sollevato la questione perché ha ritenuto che la legge 40 violasse in più punti la Costituzione e impedisse di fatto di effettuare secondo i canoni scientifici e diffusi in tutto il mondo la diagnosi pre-impianto». Il giudice ha chiesto la riformulazione dell’articolo 14 in rapporto agli articoli 2 -3- 13 e 32 della Costituzione facendo riferimento anche alla legislazione europea e proponendo di eliminare il limite al criocongelamento di 3 embrioni imposto dalla legge .
i diritti violati
La Corte dovrà valutare se è stato violato il canone di ragionevolezza dettato dall’articolo 3 della nostra Carta circa il giusto bilanciamento tra la tutela dell’embrione e quella dell’esigenza di procreazione per la «mancata valutazione della concreta possibilità di successo nella pratica da effettuare»; per l’impossibilità per il medico di valutare il singolo caso e quindi prendere le conseguenti decisioni e per il principio di eguaglianza - previsto dall’articolo 3 - che verrebbe violato «dalla irragionevole disparità di trattamento» dal momento che donne «in condizioni fisiche diverse soggiacciano allo stesso trattamento predeterminato per legge».
L’articolo 32 della Costituzione, inoltre, sarebbe violato, dal momento che le donne sono costrette - non potendo procedere al criocongelamento degli embrioni - a sottoporsi a ripetuti trattamenti «ad alto tasso di pericolosità per la sua salute fisica e psichica».
Dalla Relazione annuale sull’applicazione della legge 40, inviata dal Ministero della Salute al Parlamento nei giorni scorsi risulta che nel 2007 sono aumentate le coppie che si rivolgono ai centri che in Italia applicano la Procreazione medicalmente assistita (55.437 contro le 52.206 dell’anno precedente), ma contestualmente aumentano anche le gravidanze trigemine (il 3,5%), ben al di sopra della media europa (ferma allo 0,8%). «Questo conferma che la legge 40 è sbagliata, proprio il contrario di quello che sostiene la sottosegretaria Eugenia Roccella», commenta Vittoria Franco, responsabile Pd Pari Opportunità. Secondo la professoressa Tullia Todros, docente di Ginecologia e Ostetricia all’Università di Torino, «le gravidanze trigemine hanno avuto un aumento negli ultimi dieci anni del 200%». Aggiunge: «Il rischio di morbilità materna e di complicanze ostetriche è aumentato in queste gravidanze rispetto a quelle bigemine».
Altro fenomeno figlio, questo anche, della Legge 40 è il cosiddetto «turismo procreativo». Se nel 2001 le coppie che andavano all’estero per tentare di realizzare il loro sogno erano mille, nel 2006 sono schizzate a 4.200. Oltre a Barcellona, (dove si recate in un anno oltre mille coppie), le mete più frequenti sono Grecia, Slovenia, Israele e Svizzera (quest’ultima negli anni scorsi è stata scelta dal 30% delle coppie)».
di Maria Zegarelli
La Corte Costituzionale esaminerà i ricorsi presentati dal Tar del Lazio e il tribunale di Firenze
Intanto in Italia sono aumentate le gravidanze trigemine e il turismo procreativo all’estero
L’udienza pubblica è prevista per oggi. Il relatore Alfio Finocchiaro leggerà la sua relazione, poi interverranno gli avvocati delle parti e l’avvocatura dello Stato. Finita l’udienza, i quindici giudici della Consulta si riuniranno in Camera di Consiglio per giungere a una decisione finale, che potrà essere presa a maggioranza.
La decisione verrà redatta e riletta da tutta la Corte, con possibilità di aggiunte e limature. L’atto finale è il deposito, che può arrivare tra 15 giorni o un mese.
Inizia oggi l’udienza pubblica della Corte Costituzionale chiamata a pronunciarsi sulla legge 40 sulla fecondazione assistita. Sotto la lente dei giudici le questioni di legittimità sollevate dal Tribunale di Firenze e dal Tar del Lazio. I ricorsi riguardano, in sostanza, il cuore stesso di quella legge così fortemente voluta dal centrodestra e così fortemente difesa dal sottosegretario Eugenia Roccella.
i ricorsi
I ricorsi riguardano l’articolo 14 della legge dal primo al quarto comma e l’articolo 6: previsione della produzione di un numero massimo di tre embrioni ai fini dell’impianto; crioconservazione degli embrioni prevista soltanto in casi eccezionali; consenso informato e irrevocabilità dello stesso da parte della donna all’impianto in utero degli embrioni creati dal momento della fecondazione dell’ovulo. A chiamare in causa l’incostituzionalità della legge rispetto agli articoli 2- 3- 13 e 32 della Costituzione sono stati il Tar su una causa della World Association Reproductive Medicine e il tribunale fiorentino su un caso che riguarda una coppia non fertile di Milano affetta esostosi, una malattia genetica che provoca la crescita smisurata delle cartilagine delle ossa. Davanti alla Corte si sono costituite tra le altre, l’Associazione Hera Onlus; l’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerche scientifica; la Cecos Italia e Cittadinanzattiva. Tra il mese di maggio e i primi mesi del 2009 soltanto presso i tribunali di Firenze, Bologna e Milano, sono stati depostati «dodici ricorsi da parte di altrettante coppie - spiega l’avvocato Maria Paola Costantini che interverrà oggi davanti ai giudici della Consulta insieme alla costituzionalista Marilisa D’Amico - che avendo problemi di sterilità o essendo portatori sani di malattie genetiche hanno fatto ricorso contro questa legge che lede pesantemente i loro diritti. Il giudice di Firenze, Delle Vergini - spiega l’avvocato Costantini - ha sollevato la questione perché ha ritenuto che la legge 40 violasse in più punti la Costituzione e impedisse di fatto di effettuare secondo i canoni scientifici e diffusi in tutto il mondo la diagnosi pre-impianto». Il giudice ha chiesto la riformulazione dell’articolo 14 in rapporto agli articoli 2 -3- 13 e 32 della Costituzione facendo riferimento anche alla legislazione europea e proponendo di eliminare il limite al criocongelamento di 3 embrioni imposto dalla legge .
i diritti violati
La Corte dovrà valutare se è stato violato il canone di ragionevolezza dettato dall’articolo 3 della nostra Carta circa il giusto bilanciamento tra la tutela dell’embrione e quella dell’esigenza di procreazione per la «mancata valutazione della concreta possibilità di successo nella pratica da effettuare»; per l’impossibilità per il medico di valutare il singolo caso e quindi prendere le conseguenti decisioni e per il principio di eguaglianza - previsto dall’articolo 3 - che verrebbe violato «dalla irragionevole disparità di trattamento» dal momento che donne «in condizioni fisiche diverse soggiacciano allo stesso trattamento predeterminato per legge».
L’articolo 32 della Costituzione, inoltre, sarebbe violato, dal momento che le donne sono costrette - non potendo procedere al criocongelamento degli embrioni - a sottoporsi a ripetuti trattamenti «ad alto tasso di pericolosità per la sua salute fisica e psichica».
Dalla Relazione annuale sull’applicazione della legge 40, inviata dal Ministero della Salute al Parlamento nei giorni scorsi risulta che nel 2007 sono aumentate le coppie che si rivolgono ai centri che in Italia applicano la Procreazione medicalmente assistita (55.437 contro le 52.206 dell’anno precedente), ma contestualmente aumentano anche le gravidanze trigemine (il 3,5%), ben al di sopra della media europa (ferma allo 0,8%). «Questo conferma che la legge 40 è sbagliata, proprio il contrario di quello che sostiene la sottosegretaria Eugenia Roccella», commenta Vittoria Franco, responsabile Pd Pari Opportunità. Secondo la professoressa Tullia Todros, docente di Ginecologia e Ostetricia all’Università di Torino, «le gravidanze trigemine hanno avuto un aumento negli ultimi dieci anni del 200%». Aggiunge: «Il rischio di morbilità materna e di complicanze ostetriche è aumentato in queste gravidanze rispetto a quelle bigemine».
Altro fenomeno figlio, questo anche, della Legge 40 è il cosiddetto «turismo procreativo». Se nel 2001 le coppie che andavano all’estero per tentare di realizzare il loro sogno erano mille, nel 2006 sono schizzate a 4.200. Oltre a Barcellona, (dove si recate in un anno oltre mille coppie), le mete più frequenti sono Grecia, Slovenia, Israele e Svizzera (quest’ultima negli anni scorsi è stata scelta dal 30% delle coppie)».
La decisione finale tra 15 giorni o un mese
Fecondazione, esame di legittimità alla Consulta
di Maria Zegarelli
La Corte Costituzionale esaminerà i ricorsi presentati dal Tar del Lazio e il tribunale di Firenze
Intanto in Italia sono aumentate le gravidanze trigemine e il turismo procreativo all’estero
L’udienza pubblica è prevista per oggi. Il relatore Alfio Finocchiaro leggerà la sua relazione, poi interverranno gli avvocati delle parti e l’avvocatura dello Stato. Finita l’udienza, i quindici giudici della Consulta si riuniranno in Camera di Consiglio per giungere a una decisione finale, che potrà essere presa a maggioranza.
La decisione verrà redatta e riletta da tutta la Corte, con possibilità di aggiunte e limature. L’atto finale è il deposito, che può arrivare tra 15 giorni o un mese.
Inizia oggi l’udienza pubblica della Corte Costituzionale chiamata a pronunciarsi sulla legge 40 sulla fecondazione assistita. Sotto la lente dei giudici le questioni di legittimità sollevate dal Tribunale di Firenze e dal Tar del Lazio. I ricorsi riguardano, in sostanza, il cuore stesso di quella legge così fortemente voluta dal centrodestra e così fortemente difesa dal sottosegretario Eugenia Roccella.
i ricorsi
I ricorsi riguardano l’articolo 14 della legge dal primo al quarto comma e l’articolo 6: previsione della produzione di un numero massimo di tre embrioni ai fini dell’impianto; crioconservazione degli embrioni prevista soltanto in casi eccezionali; consenso informato e irrevocabilità dello stesso da parte della donna all’impianto in utero degli embrioni creati dal momento della fecondazione dell’ovulo. A chiamare in causa l’incostituzionalità della legge rispetto agli articoli 2- 3- 13 e 32 della Costituzione sono stati il Tar su una causa della World Association Reproductive Medicine e il tribunale fiorentino su un caso che riguarda una coppia non fertile di Milano affetta esostosi, una malattia genetica che provoca la crescita smisurata delle cartilagine delle ossa. Davanti alla Corte si sono costituite tra le altre, l’Associazione Hera Onlus; l’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerche scientifica; la Cecos Italia e Cittadinanzattiva. Tra il mese di maggio e i primi mesi del 2009 soltanto presso i tribunali di Firenze, Bologna e Milano, sono stati depostati «dodici ricorsi da parte di altrettante coppie - spiega l’avvocato Maria Paola Costantini che interverrà oggi davanti ai giudici della Consulta insieme alla costituzionalista Marilisa D’Amico - che avendo problemi di sterilità o essendo portatori sani di malattie genetiche hanno fatto ricorso contro questa legge che lede pesantemente i loro diritti. Il giudice di Firenze, Delle Vergini - spiega l’avvocato Costantini - ha sollevato la questione perché ha ritenuto che la legge 40 violasse in più punti la Costituzione e impedisse di fatto di effettuare secondo i canoni scientifici e diffusi in tutto il mondo la diagnosi pre-impianto». Il giudice ha chiesto la riformulazione dell’articolo 14 in rapporto agli articoli 2 -3- 13 e 32 della Costituzione facendo riferimento anche alla legislazione europea e proponendo di eliminare il limite al criocongelamento di 3 embrioni imposto dalla legge .
i diritti violati
La Corte dovrà valutare se è stato violato il canone di ragionevolezza dettato dall’articolo 3 della nostra Carta circa il giusto bilanciamento tra la tutela dell’embrione e quella dell’esigenza di procreazione per la «mancata valutazione della concreta possibilità di successo nella pratica da effettuare»; per l’impossibilità per il medico di valutare il singolo caso e quindi prendere le conseguenti decisioni e per il principio di eguaglianza - previsto dall’articolo 3 - che verrebbe violato «dalla irragionevole disparità di trattamento» dal momento che donne «in condizioni fisiche diverse soggiacciano allo stesso trattamento predeterminato per legge».
L’articolo 32 della Costituzione, inoltre, sarebbe violato, dal momento che le donne sono costrette - non potendo procedere al criocongelamento degli embrioni - a sottoporsi a ripetuti trattamenti «ad alto tasso di pericolosità per la sua salute fisica e psichica».
Dalla Relazione annuale sull’applicazione della legge 40, inviata dal Ministero della Salute al Parlamento nei giorni scorsi risulta che nel 2007 sono aumentate le coppie che si rivolgono ai centri che in Italia applicano la Procreazione medicalmente assistita (55.437 contro le 52.206 dell’anno precedente), ma contestualmente aumentano anche le gravidanze trigemine (il 3,5%), ben al di sopra della media europa (ferma allo 0,8%). «Questo conferma che la legge 40 è sbagliata, proprio il contrario di quello che sostiene la sottosegretaria Eugenia Roccella», commenta Vittoria Franco, responsabile Pd Pari Opportunità. Secondo la professoressa Tullia Todros, docente di Ginecologia e Ostetricia all’Università di Torino, «le gravidanze trigemine hanno avuto un aumento negli ultimi dieci anni del 200%». Aggiunge: «Il rischio di morbilità materna e di complicanze ostetriche è aumentato in queste gravidanze rispetto a quelle bigemine».
Altro fenomeno figlio, questo anche, della Legge 40 è il cosiddetto «turismo procreativo». Se nel 2001 le coppie che andavano all’estero per tentare di realizzare il loro sogno erano mille, nel 2006 sono schizzate a 4.200. Oltre a Barcellona, (dove si recate in un anno oltre mille coppie), le mete più frequenti sono Grecia, Slovenia, Israele e Svizzera (quest’ultima negli anni scorsi è stata scelta dal 30% delle coppie)».
di Maria Zegarelli
La Corte Costituzionale esaminerà i ricorsi presentati dal Tar del Lazio e il tribunale di Firenze
Intanto in Italia sono aumentate le gravidanze trigemine e il turismo procreativo all’estero
L’udienza pubblica è prevista per oggi. Il relatore Alfio Finocchiaro leggerà la sua relazione, poi interverranno gli avvocati delle parti e l’avvocatura dello Stato. Finita l’udienza, i quindici giudici della Consulta si riuniranno in Camera di Consiglio per giungere a una decisione finale, che potrà essere presa a maggioranza.
La decisione verrà redatta e riletta da tutta la Corte, con possibilità di aggiunte e limature. L’atto finale è il deposito, che può arrivare tra 15 giorni o un mese.
Inizia oggi l’udienza pubblica della Corte Costituzionale chiamata a pronunciarsi sulla legge 40 sulla fecondazione assistita. Sotto la lente dei giudici le questioni di legittimità sollevate dal Tribunale di Firenze e dal Tar del Lazio. I ricorsi riguardano, in sostanza, il cuore stesso di quella legge così fortemente voluta dal centrodestra e così fortemente difesa dal sottosegretario Eugenia Roccella.
i ricorsi
I ricorsi riguardano l’articolo 14 della legge dal primo al quarto comma e l’articolo 6: previsione della produzione di un numero massimo di tre embrioni ai fini dell’impianto; crioconservazione degli embrioni prevista soltanto in casi eccezionali; consenso informato e irrevocabilità dello stesso da parte della donna all’impianto in utero degli embrioni creati dal momento della fecondazione dell’ovulo. A chiamare in causa l’incostituzionalità della legge rispetto agli articoli 2- 3- 13 e 32 della Costituzione sono stati il Tar su una causa della World Association Reproductive Medicine e il tribunale fiorentino su un caso che riguarda una coppia non fertile di Milano affetta esostosi, una malattia genetica che provoca la crescita smisurata delle cartilagine delle ossa. Davanti alla Corte si sono costituite tra le altre, l’Associazione Hera Onlus; l’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerche scientifica; la Cecos Italia e Cittadinanzattiva. Tra il mese di maggio e i primi mesi del 2009 soltanto presso i tribunali di Firenze, Bologna e Milano, sono stati depostati «dodici ricorsi da parte di altrettante coppie - spiega l’avvocato Maria Paola Costantini che interverrà oggi davanti ai giudici della Consulta insieme alla costituzionalista Marilisa D’Amico - che avendo problemi di sterilità o essendo portatori sani di malattie genetiche hanno fatto ricorso contro questa legge che lede pesantemente i loro diritti. Il giudice di Firenze, Delle Vergini - spiega l’avvocato Costantini - ha sollevato la questione perché ha ritenuto che la legge 40 violasse in più punti la Costituzione e impedisse di fatto di effettuare secondo i canoni scientifici e diffusi in tutto il mondo la diagnosi pre-impianto». Il giudice ha chiesto la riformulazione dell’articolo 14 in rapporto agli articoli 2 -3- 13 e 32 della Costituzione facendo riferimento anche alla legislazione europea e proponendo di eliminare il limite al criocongelamento di 3 embrioni imposto dalla legge .
i diritti violati
La Corte dovrà valutare se è stato violato il canone di ragionevolezza dettato dall’articolo 3 della nostra Carta circa il giusto bilanciamento tra la tutela dell’embrione e quella dell’esigenza di procreazione per la «mancata valutazione della concreta possibilità di successo nella pratica da effettuare»; per l’impossibilità per il medico di valutare il singolo caso e quindi prendere le conseguenti decisioni e per il principio di eguaglianza - previsto dall’articolo 3 - che verrebbe violato «dalla irragionevole disparità di trattamento» dal momento che donne «in condizioni fisiche diverse soggiacciano allo stesso trattamento predeterminato per legge».
L’articolo 32 della Costituzione, inoltre, sarebbe violato, dal momento che le donne sono costrette - non potendo procedere al criocongelamento degli embrioni - a sottoporsi a ripetuti trattamenti «ad alto tasso di pericolosità per la sua salute fisica e psichica».
Dalla Relazione annuale sull’applicazione della legge 40, inviata dal Ministero della Salute al Parlamento nei giorni scorsi risulta che nel 2007 sono aumentate le coppie che si rivolgono ai centri che in Italia applicano la Procreazione medicalmente assistita (55.437 contro le 52.206 dell’anno precedente), ma contestualmente aumentano anche le gravidanze trigemine (il 3,5%), ben al di sopra della media europa (ferma allo 0,8%). «Questo conferma che la legge 40 è sbagliata, proprio il contrario di quello che sostiene la sottosegretaria Eugenia Roccella», commenta Vittoria Franco, responsabile Pd Pari Opportunità. Secondo la professoressa Tullia Todros, docente di Ginecologia e Ostetricia all’Università di Torino, «le gravidanze trigemine hanno avuto un aumento negli ultimi dieci anni del 200%». Aggiunge: «Il rischio di morbilità materna e di complicanze ostetriche è aumentato in queste gravidanze rispetto a quelle bigemine».
Altro fenomeno figlio, questo anche, della Legge 40 è il cosiddetto «turismo procreativo». Se nel 2001 le coppie che andavano all’estero per tentare di realizzare il loro sogno erano mille, nel 2006 sono schizzate a 4.200. Oltre a Barcellona, (dove si recate in un anno oltre mille coppie), le mete più frequenti sono Grecia, Slovenia, Israele e Svizzera (quest’ultima negli anni scorsi è stata scelta dal 30% delle coppie)».