La Repubblica 18.3.09
Presentata al Senato l´associazione "Per Eluana". Il Pdl protesta: atto di presunzione
Englaro si appella a Napolitano "Neghi la firma al bio-testamento"
Anche D´Alema critica il consiglio al Colle: "Il capo dello Stato sa bene da solo che fare"
di Piero Colaprico
ROMA - L´associazione "Per Eluana" è apolitica, lui non entra in alcun partito, non fa nemmeno da testimonial ai vari leader che lo cercano. Evita di finire nel rogo delle polemiche la "strega" Beppino Englaro, però non arretra d´un passo: «L´esperienza di mia figlia può servire per aprire gli occhi di fronte alla realtà».
Ieri, seduto nella sala Nassyria del Senato, accompagnato dai medici Giandomenico Borasio e Carlo Alberto Defanti, il papà di Eluana, la donna in stato vegetativo per oltre diciassette anni e morta il 9 febbraio scorso, è intervenuto a gamba tesa sulla legge sul testamento biologico. Ha detto di sperare che «il presidente Napolitano non la firmi, o che la Consulta la ritenga incostituzionale e la bocci».
«Noi – precisa Borasio, docente in un´università tedesca – vogliamo far presente che in Europa nutrizione e idratazione sono considerate ovunque terapie», e quindi possono essere rifiutate, e non imposte senza fine, come vorrebbe la legge in discussione. «Lo Stato – continua il docente - non può sostituirsi al malato nelle scelte del fine vita. Non esiste un paese civile in cui i sondini hanno più diritti dei malati». Sono frasi pronunciate, ci tiene lui stesso a precisarlo, «da un cattolico praticante e membro dell´Accademia cattolica di Baviera». Papà Beppino, serio, a tratti emozionato, ascolta i medici come se non avesse sentito gli stessi discorsi varie volte. Nonostante alcuni politici e i giornalisti provino a spingerlo un po´ più in là, resta fedele alla missione dell´associazione: «La confusione e la disinformazione hanno raggiunto il loro apice in questi mesi. Il nostro scopo è contribuire alla chiarezza scientifica su queste problematiche ancora irrisolte. Non impedire che la natura faccia il suo corso non ha nulla a che fare con l´eutanasia. Significa accettare la "finitudine" della vita». É il professor Defanti a mettere i puntini sulle i, ricordando che «noi a proposito di Eluana e della sua salute abbiamo detto sempre le cose come stanno, come sono scritte nella cartella clinica. Se poi altri hanno detto bugie agghiaccianti, sulla paziente che reagisce e sorride o può deglutire, noi non c´entriamo. Non possiamo ribattere a ogni follia».
Nella sala di Palazzo Madama c´erano, tra gli altri, Anna Finocchiaro, Ignazio Marino e Carlo Pegorer e Franca Chiaromonte (Pd), Ferruccio Saro e Antonio Paravia (Pdl), Pancho Pardi (Idv), il radicale Marco Perduca e il direttore di Micromega Paolo Flores D´Arcais. Nel merito delle questioni sollevate da Beppino non è entrato nessuno. Anzi, dal centrodestra, Gaetano Quagliarello bolla la conferenza stampa come «un atto di presunzione nei confronti della sovranità popolare». Maurizio Gasparri rilancia: «Non ci faremo intimidire da palesi speculazioni politiche». E una tirata d´orecchi per lo stile arriva anche da Massimo D´Alema: «Nessuno può parlare di quello che deve fare o non deve fare il capo dello Stato, che sa benissimo cosa fare». Papà Beppino, però, non si rammarica: «Non sono un diplomatico, quello che devo dire, come cittadino, lo dico e lo dirò sempre».
Presentata al Senato l´associazione "Per Eluana". Il Pdl protesta: atto di presunzione
Englaro si appella a Napolitano "Neghi la firma al bio-testamento"
Anche D´Alema critica il consiglio al Colle: "Il capo dello Stato sa bene da solo che fare"
di Piero Colaprico
ROMA - L´associazione "Per Eluana" è apolitica, lui non entra in alcun partito, non fa nemmeno da testimonial ai vari leader che lo cercano. Evita di finire nel rogo delle polemiche la "strega" Beppino Englaro, però non arretra d´un passo: «L´esperienza di mia figlia può servire per aprire gli occhi di fronte alla realtà».
Ieri, seduto nella sala Nassyria del Senato, accompagnato dai medici Giandomenico Borasio e Carlo Alberto Defanti, il papà di Eluana, la donna in stato vegetativo per oltre diciassette anni e morta il 9 febbraio scorso, è intervenuto a gamba tesa sulla legge sul testamento biologico. Ha detto di sperare che «il presidente Napolitano non la firmi, o che la Consulta la ritenga incostituzionale e la bocci».
«Noi – precisa Borasio, docente in un´università tedesca – vogliamo far presente che in Europa nutrizione e idratazione sono considerate ovunque terapie», e quindi possono essere rifiutate, e non imposte senza fine, come vorrebbe la legge in discussione. «Lo Stato – continua il docente - non può sostituirsi al malato nelle scelte del fine vita. Non esiste un paese civile in cui i sondini hanno più diritti dei malati». Sono frasi pronunciate, ci tiene lui stesso a precisarlo, «da un cattolico praticante e membro dell´Accademia cattolica di Baviera». Papà Beppino, serio, a tratti emozionato, ascolta i medici come se non avesse sentito gli stessi discorsi varie volte. Nonostante alcuni politici e i giornalisti provino a spingerlo un po´ più in là, resta fedele alla missione dell´associazione: «La confusione e la disinformazione hanno raggiunto il loro apice in questi mesi. Il nostro scopo è contribuire alla chiarezza scientifica su queste problematiche ancora irrisolte. Non impedire che la natura faccia il suo corso non ha nulla a che fare con l´eutanasia. Significa accettare la "finitudine" della vita». É il professor Defanti a mettere i puntini sulle i, ricordando che «noi a proposito di Eluana e della sua salute abbiamo detto sempre le cose come stanno, come sono scritte nella cartella clinica. Se poi altri hanno detto bugie agghiaccianti, sulla paziente che reagisce e sorride o può deglutire, noi non c´entriamo. Non possiamo ribattere a ogni follia».
Nella sala di Palazzo Madama c´erano, tra gli altri, Anna Finocchiaro, Ignazio Marino e Carlo Pegorer e Franca Chiaromonte (Pd), Ferruccio Saro e Antonio Paravia (Pdl), Pancho Pardi (Idv), il radicale Marco Perduca e il direttore di Micromega Paolo Flores D´Arcais. Nel merito delle questioni sollevate da Beppino non è entrato nessuno. Anzi, dal centrodestra, Gaetano Quagliarello bolla la conferenza stampa come «un atto di presunzione nei confronti della sovranità popolare». Maurizio Gasparri rilancia: «Non ci faremo intimidire da palesi speculazioni politiche». E una tirata d´orecchi per lo stile arriva anche da Massimo D´Alema: «Nessuno può parlare di quello che deve fare o non deve fare il capo dello Stato, che sa benissimo cosa fare». Papà Beppino, però, non si rammarica: «Non sono un diplomatico, quello che devo dire, come cittadino, lo dico e lo dirò sempre».