La Repubblica 11.3.09
La bambina incinta e i medici scomunicati
risponde Corrado Augias
Gentilissimo Dott. Augias, due parole sulla scomunica che ha colpito i medici rei di aver fatto abortire la bambina brasiliana di 9 anni stuprata dal patrigno. Scomunicati i medici e la madre, non però il mostro stupratore. Per questi individui c'è forse spazio nella comunità dei fedeli? L'imbarazzata difesa della scomunica da parte del Vaticano mi ha fatto ricordare due versetti del Vangelo di Matteo: «Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità». Dio a chi direbbe di allontanarsi, ai medici o ai preti?
Valerio Buzzone valebruz@yahoo.it
Gentile Dott. Augias, il presidente Napolitano ha sottolineato che "Lo stupro è un'infamia". Anche se c'è chi fa finta che non sia così. Mi riferisco al Vaticano, per il quale l'infamia non è compiuta da chi commette la violenza, ma da chi cerca di restituire un po' di serenità alla indifesa vittima della violenza.
Fabrizio Virgili fabervi@libero.it
Il caso ha voluto che quest'anno l'8 marzo coincidesse con l'agghiacciante notizia della bambina brasiliana: 9 anni, altezza 136 centimetri, peso 33 Kg. Piccola, denutrita, incinta di due gemelli, in pericolo di vita al momento del parto. Un implacabile arcivescovo ha scomunicato la madre e i medici che l'hanno salvata. Se n'è parlato nel mondo, con raccapriccio. Meno s'è parlato delle reazioni. Vale la pena di leggerle, o rileggerle. Padre Gianfranco Greco, responsabile del Pontificio Consiglio per la Famiglia: «Il tema è delicato ma la Chiesa non può tradire il suo annuncio che è difendere la vita dal concepimento al termine naturale». Il vescovo di Recife alla domanda se anche lo stupratore sarebbe stato scomunicato: «Si tratta di un reato e di un peccato enormi, ma la Chiesa non c'entra. Ci penserà la Giustizia. Non c'è crimine peggiore dell'aborto». Giuseppe Fioroni, ex ministro della Pubblica Istruzione: «Siamo in presenza di un dramma ma per un credente ad una violenza non si risponde con un'altra violenza». Renzo Lusetti: «La coscienza non trova pace ma resto contrario all'aborto anche in un caso come questo». Paola Binetti: «Un giudizio sull'episodio sarebbe sbagliato, daremmo una falsa risposta a un dramma terribile». Chissà quale sarebbe la risposta non sbagliata.
La bambina incinta e i medici scomunicati
risponde Corrado Augias
Gentilissimo Dott. Augias, due parole sulla scomunica che ha colpito i medici rei di aver fatto abortire la bambina brasiliana di 9 anni stuprata dal patrigno. Scomunicati i medici e la madre, non però il mostro stupratore. Per questi individui c'è forse spazio nella comunità dei fedeli? L'imbarazzata difesa della scomunica da parte del Vaticano mi ha fatto ricordare due versetti del Vangelo di Matteo: «Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità». Dio a chi direbbe di allontanarsi, ai medici o ai preti?
Valerio Buzzone valebruz@yahoo.it
Gentile Dott. Augias, il presidente Napolitano ha sottolineato che "Lo stupro è un'infamia". Anche se c'è chi fa finta che non sia così. Mi riferisco al Vaticano, per il quale l'infamia non è compiuta da chi commette la violenza, ma da chi cerca di restituire un po' di serenità alla indifesa vittima della violenza.
Fabrizio Virgili fabervi@libero.it
Il caso ha voluto che quest'anno l'8 marzo coincidesse con l'agghiacciante notizia della bambina brasiliana: 9 anni, altezza 136 centimetri, peso 33 Kg. Piccola, denutrita, incinta di due gemelli, in pericolo di vita al momento del parto. Un implacabile arcivescovo ha scomunicato la madre e i medici che l'hanno salvata. Se n'è parlato nel mondo, con raccapriccio. Meno s'è parlato delle reazioni. Vale la pena di leggerle, o rileggerle. Padre Gianfranco Greco, responsabile del Pontificio Consiglio per la Famiglia: «Il tema è delicato ma la Chiesa non può tradire il suo annuncio che è difendere la vita dal concepimento al termine naturale». Il vescovo di Recife alla domanda se anche lo stupratore sarebbe stato scomunicato: «Si tratta di un reato e di un peccato enormi, ma la Chiesa non c'entra. Ci penserà la Giustizia. Non c'è crimine peggiore dell'aborto». Giuseppe Fioroni, ex ministro della Pubblica Istruzione: «Siamo in presenza di un dramma ma per un credente ad una violenza non si risponde con un'altra violenza». Renzo Lusetti: «La coscienza non trova pace ma resto contrario all'aborto anche in un caso come questo». Paola Binetti: «Un giudizio sull'episodio sarebbe sbagliato, daremmo una falsa risposta a un dramma terribile». Chissà quale sarebbe la risposta non sbagliata.