Austria, sospesi tre preti. Ombre sul coro di Vienna
La stampa del 12 marzo 2010
Alessandro Alviani
Si allunga la lista dei monasteri, delle scuole e dei convitti cattolici che in Germania e Austria ammettono di essere stati teatro, in passato, di episodi di pedofilia. Ieri tre preti dello Stift Krem smunster, uno dei più noti monasteri dell'Alta Austria, sono stati accusati di aver maltrattato e abusato di diversi ragazzini negli anni 80. Molestie su minorenni si sarebbero verificate negli anni '60 anche nel convitto legato al monastero di Meppen, nel nord-ovest della Germania. A Ratisbona si allarga invece lo scandalo sugli abusi e le dure punizioni corporali che investe il famoso coro del duomo cittadino, guidato tra 1964 e 1994 dal fratello del Papa, Georg Ratzinger: un ex cantore dei celebri «Regensburger Domspatzen», oggi 19enne, ha raccontato che brutali metodi educativi sono stati applicati anche tra 1999 e 2001. Finora si era parlato di maltrattamenti e abusi sessuali soltanto tra 1958 e 1973. Non solo, ma le denunce travolgono un altro coro, i Piccoli cantori di Vienna (che non è religioso, pur esibendosi in chiese) e colpiscono anche la chiesa protestante: negli anni '60 cinque ragazzini sarebbero stati abusati in un convitto evangelico tedesco.
Lo scandalo si allarga insomma a macchia d'olio e la pressione sulla Chiesa cresce. Persino in Baviera, la patria di Benedetto XVI, dove ieri il parlamento regionale, dominato dalla cattolicissima Csu, ha approvato all'unanimità una mozione in cui si lamenta il fatto che «in passato casi sospetti sono stati nascosti per anni e decenni» e si chiede che la Chiesa «denunci in linea di principio tali casi sospetti alla polizia o alla procura», perché le linee guida interne «non hanno la priorità sul monopolio dell'azione penale dello Stato».
Di fronte al moltiplicarsi delle denunce le gerarchie ecclesiastiche hanno deciso di reagire rapidamente. I tre prelati dello Stift Kremsmúnster sono stati sospesi a poche ore dall'emergere delle prime accuse. La diocesi di Ratisbona ha invece nominato ieri una psicologa che avrà il compito di parlare con le vittime. Un segnale di apertura che arriva alla vigilia dell`incontro di oggi in Vaticano tra il presidente della Conferenza episcopale tedesca, Robert Zollitsch, e Papa Benedetto XVI, e che sorprende tanto più se si pensa che ancora nel 2007, quando venne travolta dall'ultimo grande scandalo di un prete pedofilo, la diocesi di Ratisbona reagì in modo molto più titubante, al punto che fu accusata di nascondere sistematicamente gli abusi.
Restano, invece, le tensioni tra la chiesa tedesca e il ministro federale della Giustizia, Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, accusata dalla Conferenza episcopale di aver invitato a mezzo stampa l'arcivescovo Zollitsch per un incontro il 25 marzo prossimo, senza però informare prima il diretto interessato.
La stampa del 12 marzo 2010
Alessandro Alviani
Si allunga la lista dei monasteri, delle scuole e dei convitti cattolici che in Germania e Austria ammettono di essere stati teatro, in passato, di episodi di pedofilia. Ieri tre preti dello Stift Krem smunster, uno dei più noti monasteri dell'Alta Austria, sono stati accusati di aver maltrattato e abusato di diversi ragazzini negli anni 80. Molestie su minorenni si sarebbero verificate negli anni '60 anche nel convitto legato al monastero di Meppen, nel nord-ovest della Germania. A Ratisbona si allarga invece lo scandalo sugli abusi e le dure punizioni corporali che investe il famoso coro del duomo cittadino, guidato tra 1964 e 1994 dal fratello del Papa, Georg Ratzinger: un ex cantore dei celebri «Regensburger Domspatzen», oggi 19enne, ha raccontato che brutali metodi educativi sono stati applicati anche tra 1999 e 2001. Finora si era parlato di maltrattamenti e abusi sessuali soltanto tra 1958 e 1973. Non solo, ma le denunce travolgono un altro coro, i Piccoli cantori di Vienna (che non è religioso, pur esibendosi in chiese) e colpiscono anche la chiesa protestante: negli anni '60 cinque ragazzini sarebbero stati abusati in un convitto evangelico tedesco.
Lo scandalo si allarga insomma a macchia d'olio e la pressione sulla Chiesa cresce. Persino in Baviera, la patria di Benedetto XVI, dove ieri il parlamento regionale, dominato dalla cattolicissima Csu, ha approvato all'unanimità una mozione in cui si lamenta il fatto che «in passato casi sospetti sono stati nascosti per anni e decenni» e si chiede che la Chiesa «denunci in linea di principio tali casi sospetti alla polizia o alla procura», perché le linee guida interne «non hanno la priorità sul monopolio dell'azione penale dello Stato».
Di fronte al moltiplicarsi delle denunce le gerarchie ecclesiastiche hanno deciso di reagire rapidamente. I tre prelati dello Stift Kremsmúnster sono stati sospesi a poche ore dall'emergere delle prime accuse. La diocesi di Ratisbona ha invece nominato ieri una psicologa che avrà il compito di parlare con le vittime. Un segnale di apertura che arriva alla vigilia dell`incontro di oggi in Vaticano tra il presidente della Conferenza episcopale tedesca, Robert Zollitsch, e Papa Benedetto XVI, e che sorprende tanto più se si pensa che ancora nel 2007, quando venne travolta dall'ultimo grande scandalo di un prete pedofilo, la diocesi di Ratisbona reagì in modo molto più titubante, al punto che fu accusata di nascondere sistematicamente gli abusi.
Restano, invece, le tensioni tra la chiesa tedesca e il ministro federale della Giustizia, Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, accusata dalla Conferenza episcopale di aver invitato a mezzo stampa l'arcivescovo Zollitsch per un incontro il 25 marzo prossimo, senza però informare prima il diretto interessato.