l’Unità 14.3.10
Nuove rivelazioni del settimanale Spiegel sullo scandalo pedofilia
La difesa del Vaticano «Cercano invano di coinvolgere il Papa»
Ex-corista stuprato: Georg Ratzinger era collerico. Ci tirò sedie addosso
Nuove rivelazioni su violenze sessuali nel convitto di Ratisbona sino al 1992, quando il coro era diretto dal fratello di papa Ratzinger. Il Vaticano: cercano invano di coinvolgere il pontefice.
di Gabriel Bertinetto
Si erano tenuti tutto dentro per anni e anni. Finalmente trovano il coraggio di parlare. La confessione dell’uno comunica all’altro la forza di raccontare ciò che, forse per vergogna, aveva cercato di occultare in fondo alla memoria. Tra gli ultimi a denunciare gli abusi sessuali in istituti religiosi è un ex-corista di Ratisbona, Thomas Mayer. Il settimanale tedesco Spiegel pubblicherà domani i particolari di una vicenda destinata a suscitare ulteriore imbarazzo in casa Ratzinger. Perché le rivelazioni riguardano violenze subite dai cosiddetti «Passeri del duomo di Ratisbona» nel periodo in cui il fratello di Benedetto XVI, Georg, dirigeva il coro. Sostiene Mayer che nel convitto dei «Passeri» abusi e violenze si sono protratti almeno fino al 1992, anno in cui lui se ne andò. All’epoca, e ancora sino al 1994, il coro era diretto da Georg Ratzinger, che sinora si è sempre difeso dicendo di non avere saputo nulla dei quegli episodi. Mayer lo ricorda come persona «estremamente collerica e irascibile», capace di scagliare sedie contro i cantori rei di stonature o errori di tempo. Una volta si imbestialì a tal punto, che gli cadde di bocca la dentiera.
SISTEMA TOTALITARIO
Ma accadeva ben di peggio in quello che avrebbe dovuto essere un luogo di preghiera e di educazione. Mayer afferma di essere stato violentato da colleghi più grandi. Lui come tanti altri. C’era un prefetto, uno dei presunti istruttori, che prestava la sua casa agli stupratori. Secondo Mayer ci sono dirette responsabilità di coloro che gestivano la struttura, perché i più grandi avrebbero esteso ai minori «la pressione di un sistema totalitario».
E mentre altri casi di pedofilia vengono scoperti anche in Austria (al convitto di Fuegen tra il 1970 ed il 1976, e nella sede dei Piccoli cantori di Vienna durante gli anni sessanta), il Vaticano in questi giorni è particolarmente impegnato a fare muro attorno alla figura del Papa, come se fosse in atto un tentativo di infangarne la dignità religiosa. Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, parla di «un certo accanimento» alla ricerca di «elementi per coinvolgere personalmente il Santo Padre nelle questioni degli abusi». Sforzi «falliti» secondo Lombardi. L’Osservatore Romano rivendica alla Chiesa, «a dispetto dell'immagine deformata con cui la si vuole rappresentare», di essere «l'istituzione che ha deciso di condurre la battaglia più chiara contro gli abusi sessuali a danno dei minori partendo dal suo interno». Monsignor Scicluna in un’intervista informa che la Congregazione per la dottrina della fede, di cui fa parte, ha indagato dal 2001 su tremila casi di presunti abusi, accertando che 300 erano «atti di vera e propria pedofilia». Troppi, dice Scicluna, «ma il fenomeno non è così esteso come si vorrebbe far credere».
Nuove rivelazioni del settimanale Spiegel sullo scandalo pedofilia
La difesa del Vaticano «Cercano invano di coinvolgere il Papa»
Ex-corista stuprato: Georg Ratzinger era collerico. Ci tirò sedie addosso
Nuove rivelazioni su violenze sessuali nel convitto di Ratisbona sino al 1992, quando il coro era diretto dal fratello di papa Ratzinger. Il Vaticano: cercano invano di coinvolgere il pontefice.
di Gabriel Bertinetto
Si erano tenuti tutto dentro per anni e anni. Finalmente trovano il coraggio di parlare. La confessione dell’uno comunica all’altro la forza di raccontare ciò che, forse per vergogna, aveva cercato di occultare in fondo alla memoria. Tra gli ultimi a denunciare gli abusi sessuali in istituti religiosi è un ex-corista di Ratisbona, Thomas Mayer. Il settimanale tedesco Spiegel pubblicherà domani i particolari di una vicenda destinata a suscitare ulteriore imbarazzo in casa Ratzinger. Perché le rivelazioni riguardano violenze subite dai cosiddetti «Passeri del duomo di Ratisbona» nel periodo in cui il fratello di Benedetto XVI, Georg, dirigeva il coro. Sostiene Mayer che nel convitto dei «Passeri» abusi e violenze si sono protratti almeno fino al 1992, anno in cui lui se ne andò. All’epoca, e ancora sino al 1994, il coro era diretto da Georg Ratzinger, che sinora si è sempre difeso dicendo di non avere saputo nulla dei quegli episodi. Mayer lo ricorda come persona «estremamente collerica e irascibile», capace di scagliare sedie contro i cantori rei di stonature o errori di tempo. Una volta si imbestialì a tal punto, che gli cadde di bocca la dentiera.
SISTEMA TOTALITARIO
Ma accadeva ben di peggio in quello che avrebbe dovuto essere un luogo di preghiera e di educazione. Mayer afferma di essere stato violentato da colleghi più grandi. Lui come tanti altri. C’era un prefetto, uno dei presunti istruttori, che prestava la sua casa agli stupratori. Secondo Mayer ci sono dirette responsabilità di coloro che gestivano la struttura, perché i più grandi avrebbero esteso ai minori «la pressione di un sistema totalitario».
E mentre altri casi di pedofilia vengono scoperti anche in Austria (al convitto di Fuegen tra il 1970 ed il 1976, e nella sede dei Piccoli cantori di Vienna durante gli anni sessanta), il Vaticano in questi giorni è particolarmente impegnato a fare muro attorno alla figura del Papa, come se fosse in atto un tentativo di infangarne la dignità religiosa. Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, parla di «un certo accanimento» alla ricerca di «elementi per coinvolgere personalmente il Santo Padre nelle questioni degli abusi». Sforzi «falliti» secondo Lombardi. L’Osservatore Romano rivendica alla Chiesa, «a dispetto dell'immagine deformata con cui la si vuole rappresentare», di essere «l'istituzione che ha deciso di condurre la battaglia più chiara contro gli abusi sessuali a danno dei minori partendo dal suo interno». Monsignor Scicluna in un’intervista informa che la Congregazione per la dottrina della fede, di cui fa parte, ha indagato dal 2001 su tremila casi di presunti abusi, accertando che 300 erano «atti di vera e propria pedofilia». Troppi, dice Scicluna, «ma il fenomeno non è così esteso come si vorrebbe far credere».