venerdì 12 marzo 2010

Pedofilia, vescovo di Ratisbona attacca la ministra tedesca

l’Unità 12.3.10
Pedofilia, vescovo di Ratisbona attacca la ministra tedesca
Il vescovo di Ratisbona contro il Guardasigilli tedesco reo di aver accusato la Chiesa di scarsa collaborazione. «È massone e favorevole alla pedofilia». Nessun nesso tra celibato e pedofilia. Oggi parla Benedetto XVI.
di Roberto Monteforte

Un’accusa pesante alla Guardasigilli: «Taccia, è massone e vuole depenalizzare la pedofilia»
Reato gravissimo «Chi se ne macchia, è fuori dal sacerdozio. Nessun legame con il celibato»

Linea dura della Chiesa cattolica sulla pedofilia. Decisa pulizia al proprio interno, ma attenzione a chi critica il Vaticano. A Roma, per il convegno teologico sul sacerdozio che si svolge alla Pontificia Università lateranense, ieri il vescovo di Ratisbona, monsignor Gerhard Mueller ammette le colpe del clero, ma lancia fendenti verso chi criticala Santa Sede. «I colpevoli non possono restare nella Chiesa. Non possono continuare a svolgere il loro ruolo di sacerdoti, di rappresentanti di Cristo» afferma. Poi attacca frontalmente il ministro della Giustizia tedesca, Sabine Leuthesser-Scharrenberger, rea di aver accusato il Vaticano per aver ostacolato le indagini sui casi di abusi sessuali nelle scuole cattoliche tedesche. «Fa parte dell’Unione umanistica, quasi una franco-massoneria, che considera normale la pedofilia e che vuole depenalizzarla. Questa signora ci critica, mentre dovrebbe criticare la sua stessa ideologia» ha scandito il vescovo. Assicura che l’«operazione verità» è in corso nella Chiesa tedesca e che non sono necessari «commissari della Santa Sede» per condurla a termine. Invita a distinguere tra casi di abusi sessuali e metodi di correzione violenti praticati nelle scuole, nei collegi e nei convitti cattolici. E assicura l’estraneità di Georg Ratzinger, il fratello di papa Benedetto XVI, rispetto all’unico caso di abusi sessuali accertato, commesso più di 40 anni fa, nella struttura del coro di voci bianche, i «passerotti del Coro del duomo di Ratisbona, quando era lui a dirigerlo.
Quello che il vescovo di Ratisbona respinge è il collegamento tra pedofilie e obbligo del celibato per i sacerdoti. «Non c’è nessun motivo per cambiare la tradizione della Chiesa latina che il Concilio ha sottolineato» ha puntualizzato Mueller che rilancia. Premette che le origini della pedofilia risiedono in un «disturbo evolutivo» della personalità di «cui non si conoscono esattamente le cause», per poi definire «una grande ingiustizia» l’attenzione mediatica vero i casi di pedofilia denunciati in Germania. «È un’offesa per tutti quelli che lavorano bene per la Chiesa». L’accostamento tra pedofilia e obbligo dl celibato, attribuito all’arcivescovo di Vienna, cardinale Scoerder, ma poi smentito, è stata rigettata anche dal presidente della Caritas Internazionale, cardinale Oscar Rodriquez Maradiaga. «Non capisco come possa darsi un rapporto. Gli abusi sessuali ci sono in tutte le categorie, anche in quelle non formate da celibi». «Quello che succede ha aggiunto è che i casi di abusi sessuali su minori perpetrati da non sacerdoti non sono pubblicizzati». Il punto su cui insistere ha spiegato è quello «della formazione del clero». Comunque ha concluso il sacerdozio non si può ridurre ad alcuni pochi che hanno fallito, che hanno peccato».
TOLLERANZA ZERO
Che la linea della Chiesa sia quella della «tolleranza zero» lo ha ribadito l’osservatore della Santa Sede all’Onu, monsignor Silvano Tomasi. Intervenendo a Ginevra all’incontro annuale delle Nazioni Unite sui diritti dei bambini ha affermato che «Non ci possono essere scuse per i preti che si macchiano del crimine odioso di pedofilia. La protezione dei minori da queste aggressioni deve essere in cima alle priorità della Chiesa».
Oggi Benedetto XVI parlerà. Incontrerà i partecipanti al convegno sul clero della «Lateranse». Riceverà in udienza anche il presidente della conferenza episcopale tedesca, monsignor Robert Zollitsch. Intanto il bubbone si espande. Tre preti cattolici austriaci del monastero di Kremsmuenster, nel distretto di Kirchdorf, in Alta Austria, sono stati sospesi dalle funzioni sacerdotali per presunti abusi sessuali e maltrattamenti avvenuti negli anni 80 nei confronti di alcuni ragazzi della scuola gestita dal monastero. Lo ha annunciato ieri l’abate di Kremsmuenster, Ambros Ebhart. Uno dei tre religiosi ha ammesso gli abusi.