l’Unità 10.3.10
«Pentito di quegli schiaffi» Georg Ratzinger chiede scusa
Violenze sessuali, si allarga lo scandalo nelle scuole e negli istituti religiosi in Germania. Il governo convoca un vertice il 23 aprile. Altri due casi in Austria, nell’Abbazia di Salisburgo e in quella di Bregenz.
Tre ministre schierate contro la pedofilia. Tolleranza zero e risarcimenti anche con prescrizione
Pioggia di denunce, ora anche tra le voci bianche di Limburgo nel convento di santa Edvige
di Gherardo Ugolini
Forse davvero Georg Ratzinger, per tre decenni direttore del Coro delle voci bianche della cattedrale di Ratisbona, non sapeva nulla degli abusi sessuali ai danni degli allievi dell’internato della scuola,
ma di sicuro non disdegnava metodi punitivi violenti. Anche a lui è capitato «di assestare uno schiaffo a qualche allievo come reazione a una manchevolezza o ad un rifiuto» ha ammesso ieri monsignor Ratzinger in una nuova intervista al quotidiano Passauer Neue Presse. Era del resto era la prassi, dalla quale era difficile per gli insegnanti derogare. E quando nel 1980 le punizioni corporali sono state vietate in Germania, Ratzinger dice di essersi sentito «intimamente sollevato». Il fratello del Pontefice dice di essere pentito per il ricorso alle punizioni corporali praticate, e chiede scusa agli allievi che le hanno subite. Quanto agli abusi sessuali ribadisce di non averne mai avuto notizia ed esprime la sua pena per le vittime «la cui integrità fisica e psichica è stata ferita».
LE VOCI BIANCHE DI LIMBURG
Lo scandalo della violenza sessuale su minori nelle scuole religiose tedesche non dà tregua. Non passa giorno senza che nuovi casi vengano denunciati e nuovi istituti finiscano nel mirino. Un’ex allieva del Collegio delle suore di Sant’Edvige a Berlino ha denunciato pesanti molestie sessuali compiute anni fa ai suoi danni. L’ultimo caso riguarda i “Limburger Domsingknaben”, il coro di voci bianche della cattedrale di Limburg, in Assia: un ex allievo del coro ha scritto al vescovo, Peter Tebartz van Elst, denunciando gli abusi commessi tra il 1967 e il 1973 dal direttore, deceduto nel 2002.
Lo scandalo manda in fibrillazione anche il mondo politico tedesco. Se Angela Merkel ha scelto la massima cautela dichiarando di apprezzare il «senso di responsabilità» con cui la Chiesa sta affrontando la faccenda, ben più drastica è la posizione di alcuni suoi ministri. Sono soprattutto le donne a farsi sentire. Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, esponente Fdp e ministro federale della Giustizia, ha accusato il Vaticano di avere ostacolato le indagini con «un muro di silenzio» per evitare che la verità trapelasse fuori dalle istituzioni coinvolte. E in un articolo sulla Süddeutsche Zeitung la leader liberale invoca risarcimenti per le vittime anche se fosse intervenuta la prescrizione giudiziaria.
Un’altra ministra federale, la cristianodemocratica Annete Schavan, responsabile dell’Istruzione, è invoca «tolleranza zero» contro i preti pedofili dal momento che «la violenza sugli scolari rappresenta la più grave rottura del rapporto di fiducia che si possa immaginare». Insieme a Kristina Schröder, ministro della Famiglia, ha lanciato il progetto di un comitato permanente, formato da esponenti del mondo scolastico e da delegati delle Chiese cattolica e protestante, con lo scopo di varare procedure vincolanti da seguire nei casi di abusi sessuali. In cantiere c’è anche una campagna di sensibilizzazione rivolta ai bambini perché sappiano riconoscere e trovino il coraggio di denunciare eventuali approcci molesti.
«Pentito di quegli schiaffi» Georg Ratzinger chiede scusa
Violenze sessuali, si allarga lo scandalo nelle scuole e negli istituti religiosi in Germania. Il governo convoca un vertice il 23 aprile. Altri due casi in Austria, nell’Abbazia di Salisburgo e in quella di Bregenz.
Tre ministre schierate contro la pedofilia. Tolleranza zero e risarcimenti anche con prescrizione
Pioggia di denunce, ora anche tra le voci bianche di Limburgo nel convento di santa Edvige
di Gherardo Ugolini
Forse davvero Georg Ratzinger, per tre decenni direttore del Coro delle voci bianche della cattedrale di Ratisbona, non sapeva nulla degli abusi sessuali ai danni degli allievi dell’internato della scuola,
ma di sicuro non disdegnava metodi punitivi violenti. Anche a lui è capitato «di assestare uno schiaffo a qualche allievo come reazione a una manchevolezza o ad un rifiuto» ha ammesso ieri monsignor Ratzinger in una nuova intervista al quotidiano Passauer Neue Presse. Era del resto era la prassi, dalla quale era difficile per gli insegnanti derogare. E quando nel 1980 le punizioni corporali sono state vietate in Germania, Ratzinger dice di essersi sentito «intimamente sollevato». Il fratello del Pontefice dice di essere pentito per il ricorso alle punizioni corporali praticate, e chiede scusa agli allievi che le hanno subite. Quanto agli abusi sessuali ribadisce di non averne mai avuto notizia ed esprime la sua pena per le vittime «la cui integrità fisica e psichica è stata ferita».
LE VOCI BIANCHE DI LIMBURG
Lo scandalo della violenza sessuale su minori nelle scuole religiose tedesche non dà tregua. Non passa giorno senza che nuovi casi vengano denunciati e nuovi istituti finiscano nel mirino. Un’ex allieva del Collegio delle suore di Sant’Edvige a Berlino ha denunciato pesanti molestie sessuali compiute anni fa ai suoi danni. L’ultimo caso riguarda i “Limburger Domsingknaben”, il coro di voci bianche della cattedrale di Limburg, in Assia: un ex allievo del coro ha scritto al vescovo, Peter Tebartz van Elst, denunciando gli abusi commessi tra il 1967 e il 1973 dal direttore, deceduto nel 2002.
Lo scandalo manda in fibrillazione anche il mondo politico tedesco. Se Angela Merkel ha scelto la massima cautela dichiarando di apprezzare il «senso di responsabilità» con cui la Chiesa sta affrontando la faccenda, ben più drastica è la posizione di alcuni suoi ministri. Sono soprattutto le donne a farsi sentire. Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, esponente Fdp e ministro federale della Giustizia, ha accusato il Vaticano di avere ostacolato le indagini con «un muro di silenzio» per evitare che la verità trapelasse fuori dalle istituzioni coinvolte. E in un articolo sulla Süddeutsche Zeitung la leader liberale invoca risarcimenti per le vittime anche se fosse intervenuta la prescrizione giudiziaria.
Un’altra ministra federale, la cristianodemocratica Annete Schavan, responsabile dell’Istruzione, è invoca «tolleranza zero» contro i preti pedofili dal momento che «la violenza sugli scolari rappresenta la più grave rottura del rapporto di fiducia che si possa immaginare». Insieme a Kristina Schröder, ministro della Famiglia, ha lanciato il progetto di un comitato permanente, formato da esponenti del mondo scolastico e da delegati delle Chiese cattolica e protestante, con lo scopo di varare procedure vincolanti da seguire nei casi di abusi sessuali. In cantiere c’è anche una campagna di sensibilizzazione rivolta ai bambini perché sappiano riconoscere e trovino il coraggio di denunciare eventuali approcci molesti.