La Repubblica 18.3.10
Omelia del cardinale Brady per San Patrizio: "Chiedo perdono, rifletterò sul mio ruolo"
Il primate d´Irlanda si scusa ora è a un passo dalle dimissioni
di Enrico Franceschini
LONDRA - Il primate d´Irlanda chiede «perdono» per il suo silenzio decennale nello scandalo dei preti pedofili e annuncia che rifletterà sul suo ruolo nel prossimo futuro, un´apparente allusione alle pressanti richieste di dimissioni che gli sono pervenute da parte di Amnesty International e di associazioni di vittime degli abusi sessuali commessi nella diocesi di Dublino e in altri istituti religiosi irlandesi.
Il cardinale Sean Brady, massima autorità della Chiesa cattolica in Irlanda, era un giovane sacerdote quando, a metà degli anni Settanta, partecipò alle sedute di un tribunale canonico che pretese il "voto del silenzio" da parte di due giovani vittime di violenze sessuali, un bambino di 10 anni e una bambina di 14, caduti preda di padre Brendan Smyth, un noto prete pedofilo, colpevole di centinaia di abusi, arrestato soltanto venti anni più tardi, processato e morto in carcere. Brady non riferì mai alla polizia o alla magistratura i reati commessi da padre Smyth, che continuò indisturbato a stuprare e abusare minorenni. Nei giorni scorsi una delle due vittime che testimoniarono davanti a Brady lo ha denunciato alla magistratura, accusandolo in sostanza di complicità nei confronti del prete pedofilo. Le organizzazioni di superstiti degli abusi e per la difesa dei diritti umani hanno reagito chiedendo al cardinale di dimettersi. Dapprima Brady ha sostenuto di avere solo «obbedito agli ordini» quando partecipò alle sedute del tribunale ecclesiastico, e affermato che si dimetterà solo se glielo chiederà il papa. Ma poi ha cambiato atteggiamento.
Nel giorno della festa di San Patrizio, patrono dell´Irlanda, il cardinale ha pronunciato un accorato mea culpa pubblico. «Questa settimana è emerso un doloroso episodio del mio passato», ha detto nel corso di un´omelia. «Ho ascoltato le reazioni della gente al mio ruolo in avvenimenti di 35 anni fa. Voglio dire a chiunque si sia sentito ferito da una mia manchevolezza che chiedo perdono dal più profondo del cuore. Chiedo perdono anche a quanti sentono che li ho delusi. Guardandomi indietro, mi vergogno di non avere sempre tenuto fede ai valori che professo e in cui credo. La Chiesa d´Irlanda deve continuare ad affrontare l´enorme dolore causato dall´abuso di bambini da parte di alcuni preti e religiosi e dalla risposta disperatamente inadeguata data a questi abusi in passato. Noi vescovi dobbiamo riconoscere i nostri errori e assumercene la responsabilità».
Il cardinale ha quindi reso noto che «rifletterà» sul suo ruolo. Resta da vedere se questo porterà alle sue dimissioni; e se vi siano pressioni in tal senso da parte del Vaticano. Proprio ieri papa Benedetto XVI ha annunciato che invierà presto una lettera pastorale ai fedeli irlandesi per affrontare la «dolorosa situazione» degli abusi sui minori, nella speranza che «aiuti il processo di pentimento, guarigione e rinnovamento». Il «mea culpa» del primate d´Irlanda sembra parte di questo desiderio di voltare pagina. Ma lo shock provocato da due rapporti governativi, che hanno rivelato migliaia di abusi sessuali su minori da parte di preti e suore nell´arco di decenni, non si è ancora spento nell´Isola di Smeraldo.
Omelia del cardinale Brady per San Patrizio: "Chiedo perdono, rifletterò sul mio ruolo"
Il primate d´Irlanda si scusa ora è a un passo dalle dimissioni
di Enrico Franceschini
LONDRA - Il primate d´Irlanda chiede «perdono» per il suo silenzio decennale nello scandalo dei preti pedofili e annuncia che rifletterà sul suo ruolo nel prossimo futuro, un´apparente allusione alle pressanti richieste di dimissioni che gli sono pervenute da parte di Amnesty International e di associazioni di vittime degli abusi sessuali commessi nella diocesi di Dublino e in altri istituti religiosi irlandesi.
Il cardinale Sean Brady, massima autorità della Chiesa cattolica in Irlanda, era un giovane sacerdote quando, a metà degli anni Settanta, partecipò alle sedute di un tribunale canonico che pretese il "voto del silenzio" da parte di due giovani vittime di violenze sessuali, un bambino di 10 anni e una bambina di 14, caduti preda di padre Brendan Smyth, un noto prete pedofilo, colpevole di centinaia di abusi, arrestato soltanto venti anni più tardi, processato e morto in carcere. Brady non riferì mai alla polizia o alla magistratura i reati commessi da padre Smyth, che continuò indisturbato a stuprare e abusare minorenni. Nei giorni scorsi una delle due vittime che testimoniarono davanti a Brady lo ha denunciato alla magistratura, accusandolo in sostanza di complicità nei confronti del prete pedofilo. Le organizzazioni di superstiti degli abusi e per la difesa dei diritti umani hanno reagito chiedendo al cardinale di dimettersi. Dapprima Brady ha sostenuto di avere solo «obbedito agli ordini» quando partecipò alle sedute del tribunale ecclesiastico, e affermato che si dimetterà solo se glielo chiederà il papa. Ma poi ha cambiato atteggiamento.
Nel giorno della festa di San Patrizio, patrono dell´Irlanda, il cardinale ha pronunciato un accorato mea culpa pubblico. «Questa settimana è emerso un doloroso episodio del mio passato», ha detto nel corso di un´omelia. «Ho ascoltato le reazioni della gente al mio ruolo in avvenimenti di 35 anni fa. Voglio dire a chiunque si sia sentito ferito da una mia manchevolezza che chiedo perdono dal più profondo del cuore. Chiedo perdono anche a quanti sentono che li ho delusi. Guardandomi indietro, mi vergogno di non avere sempre tenuto fede ai valori che professo e in cui credo. La Chiesa d´Irlanda deve continuare ad affrontare l´enorme dolore causato dall´abuso di bambini da parte di alcuni preti e religiosi e dalla risposta disperatamente inadeguata data a questi abusi in passato. Noi vescovi dobbiamo riconoscere i nostri errori e assumercene la responsabilità».
Il cardinale ha quindi reso noto che «rifletterà» sul suo ruolo. Resta da vedere se questo porterà alle sue dimissioni; e se vi siano pressioni in tal senso da parte del Vaticano. Proprio ieri papa Benedetto XVI ha annunciato che invierà presto una lettera pastorale ai fedeli irlandesi per affrontare la «dolorosa situazione» degli abusi sui minori, nella speranza che «aiuti il processo di pentimento, guarigione e rinnovamento». Il «mea culpa» del primate d´Irlanda sembra parte di questo desiderio di voltare pagina. Ma lo shock provocato da due rapporti governativi, che hanno rivelato migliaia di abusi sessuali su minori da parte di preti e suore nell´arco di decenni, non si è ancora spento nell´Isola di Smeraldo.