I misteri del corista vaticano
• da Panorama del 12 marzo 2010
di Giacomo Amadori
In pochi giorni è diventato il corista più famoso del mondo. Tutti i media del pianeta hanno parlato di lui, ma nessuno è riuscito a mostrare il suo volto. Dopo la pubblicazione delle intercettazioni in cui procacciava escort ad Angelo Balducci, ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici e gentiluomo del Papa, arrestato con l'accusa di corruzione (vedere il riquadro), la sua immagine era sembrata condannata all'oblio, protetta negli archivi fotografici vaticani. Così i cronisti, per descriverlo, si sono affidati alle voci e qualcuno lo ha definito «alto e palestrato». Ma Chinedu Thomas Ehiem, quarantenne nigeriano, non è né l'uno né l'altro: ha un po' di pancetta, modi affettati e i capelli rasati sui lati alla Mike Tyson (per questo Balducci lo chiamava semplicemente «Mike»).
Ehiem cantava nel coro della Cappella Giulia, da cui, secondo le agenzie di stampa, sarebbe stato «cacciato» subito dopo l'uscita delle prime notizie sui festini gay. «A me, però, non risulta che mi abbiano mandato via» dice il tenore a Panorama. «Nessuno mi ha chiesto di restituire la tessera. E poi perché dovrebbero allontanarmi senza neppure avere ascoltato le mie ragioni?». Ma oltretevere, in questi giorni, il suo nome crea solo fastidio e imbarazzo, sebbene abbia passato circa vent'anni della sua vita tra le mura vaticane: qui, oltre a cantare, ha studiato all'università pontificia e ha vinto una borsa di studio della congregazione per l'evangelizzazione De propaganda fide.
Una frequentazione non priva di soddisfazioni, se è vero che tra novembre e dicembre 2009 è stato inviato per due volte a Londra insieme con altri tre membri dell'Accademia filarmonica romana a pubblicizzare l'Alma mater, «il cd musicale con la voce di Papa Benedetto XVI», come annunciato urbi et orbi. Una performance canora che è valsa al Santo padre la nomination ai Classical Brit award, gli Oscar della musica inglese. In un servizio della Bbc, Ehiem e compagni sono stati ribattezzati «i cantanti del Papa». Del resto il nigeriano quel privilegio lo aveva meritato, essendosi esibito più volte nella cappella privata del Pontefice (foto sopra).
Eppure, oggi in Vaticano sono pochissimi quelli che lo difendono. Tra loro Fabio Colino, maestro di cappella emerito della Basilica di San Pietro, l'uomo che negli anni scorsi aveva chiesto per Ehiem l'onorificenza di cavaliere del Santo sepolcro. Anche il cardinale francese Roger Etchegaray, presidente emerito del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, ha voluto bene e ha vergato personalmente una segnalazione che il corista conserva tra le cose preziose.
Il problema è che le telefonate intercettate dai carabinieri del Ros sembrano inequivocabili: il nigeriano cerca escort per Balducci, offre la sua casa per gli incontri a pagamento e in almeno un caso divide il guadagno con i gigolò di turno.
I magistrati di Perugia, che stanno cercando di capire se in questa vicenda siano contestabili il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione, per ora, lo hanno convocato come «persona informata dei fatti» e non come indagato.
In attesa di partire per l'Umbria Ehiem ha deciso di non nascondersi più. Per questo ha spalancato a Panorama la porta dell'appartamento romano dove vive, al terzo piano di una palazzina del cosiddetto quartiere africano. La casa è ordinata e pulita e nelle stanze non ci sono articoli da sex shop, bensì spartiti musicali, testi di musica sacra, bollette ed estratti conto. Ogni mese molte uscite e qualche entrata: la pensione di circa 430 curo al mese da invalido civile (è cardiopatico) e qualche introito più sostanzioso: «Sono i risarcimenti per un incidente in moto» spiega il nigeriano. Negli armadi sono appese con cura decine di camicie sartoriali bianche e azzurre, stirate e con il colletto alto «per proteggere l'ugola dal freddo». Alle pareti calendari delle forze dell'ordine. In un cassetto c'è il curriculum di un carabiniere: «L`ho conosciuto quando lavoravo come commesso in via Condotti e mi aveva chiesto di aiutarlo». E sì perché Ehiem ha fama di avere conoscenze altolocate. Forse per quel suo vezzo di farsi fotografare con personaggi importanti. Nel suo album dei ricordi è ritratto a fianco di Giulio Andreotti alla presentazione del libro su Pio IX. Ci sono pure gli scatti della stretta di mano con Karol Wojtyla e le immagini con madre Teresa di Calcutta o con gli altri coristi e il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone; senza contare le foto ricordo con Albano Carrisi o Pippo Baudo. Tutti personaggi incrociati sotto le volte di San Pietro, durante i concerti. Ehiem, seduto sul divano rosso del salotto, singhiozza e si misura la pressione: «Il mio nome ha fatto il giro dei mondo. Ora vorrei poter dire la mia...». Ha intenzione dì scrivere un memoriale? «Ci sto pensando. In questo caso qualcuno potrebbe pentirsi di avermi trattato come un animale da scacciare». Custodisce segreti inconfessabili? Il nigeriano nega, ma ammette che nella sua autobiografia descriverà nei particolari i suoi rapporti conBalducci, di cui dice: «La Chiesa dovrebbe avere compassione cristiana anche per lui».
Non è chiaro se i racconti dell'aspirante scrittore coinvolgeranno solo l'ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici. A prima vista, Ehiem può sembrare l'uomo in grado di far tremare il Vaticano con le sue rivelazioni: «Cìè la storia di quel celebre monsignore che un giorno, in un ascensore, ha molestato un mio caro amico» afferma, senza omettere il nome del presunto aggressore. Poi, come se frugasse nella memoria, aggiunge: «Una sera un escort spagnolo aveva con sé un cd di musica sacra e mi ha detto che glielo aveva regalato un alto prelato» appassionato di canto. Dopo un altro paio di confidenze si pente: «Sul Vaticano non ho niente da dire, non ho prove, solo voci, meglio non parlarne».
Ehiem conclude la sua intervista con Panorama tingendo la vicenda di giallo. Nei mesi scorsi avrebbe denunciato alla Polizia postale e alla Vodafone la scomparsa del suo telefonino con la sim card intercettata. A gennaio su questo tema ha scritto una email gonfia di preoccupazione al maestro del coro, padre Pierre Paul: «Da quando ho perso il cellulare mesi fa, ho ricevuto tante telefonate ed email assurde». Nella missiva il tenore dice di «avere avvertito alcuni personaggi importanti, i miei clienti del negozio di oggettistica dove facevo il commesso, che avevo i loro numeri e le loro email memorizzati su quel cellulare rubato». Quindi si augura «che la polizia riuscirà a rintracciare questa persona che mi sta creando problemi» e di cui indica il nickname. Il misterioso internauta avrebbe utilizzato il suo numero di telefonino e la sua email per comunicare su social network come Messenger e Facebook. Per questo a gennaio Ehiem ha cambiato pure l'indirizzo di posta elettronica. Quello vecchio, traboccante di messaggi erotici, sarebbe ora «sotto il controllo della polizia».
A insospettire è la comparsa del presunto alias a pochi giorni dall'esplosione dell'inchiesta su Balducci e soci. Si tratta di un maldestro tentativo di precostituirsi un alibi per giustificare comunicazioni delicate? La banda sotto indagine era già informata a gennaio del filone hard del fascicolo? Ehiem respinge questa ipotesi: «Qualcuno in questi mesi si è spacciato per me». Una versione che gli investigatori ora dovranno verificare. In attesa che in questa storia qualcuno decida di confessare e non solo davanti a un prete.
• da Panorama del 12 marzo 2010
di Giacomo Amadori
In pochi giorni è diventato il corista più famoso del mondo. Tutti i media del pianeta hanno parlato di lui, ma nessuno è riuscito a mostrare il suo volto. Dopo la pubblicazione delle intercettazioni in cui procacciava escort ad Angelo Balducci, ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici e gentiluomo del Papa, arrestato con l'accusa di corruzione (vedere il riquadro), la sua immagine era sembrata condannata all'oblio, protetta negli archivi fotografici vaticani. Così i cronisti, per descriverlo, si sono affidati alle voci e qualcuno lo ha definito «alto e palestrato». Ma Chinedu Thomas Ehiem, quarantenne nigeriano, non è né l'uno né l'altro: ha un po' di pancetta, modi affettati e i capelli rasati sui lati alla Mike Tyson (per questo Balducci lo chiamava semplicemente «Mike»).
Ehiem cantava nel coro della Cappella Giulia, da cui, secondo le agenzie di stampa, sarebbe stato «cacciato» subito dopo l'uscita delle prime notizie sui festini gay. «A me, però, non risulta che mi abbiano mandato via» dice il tenore a Panorama. «Nessuno mi ha chiesto di restituire la tessera. E poi perché dovrebbero allontanarmi senza neppure avere ascoltato le mie ragioni?». Ma oltretevere, in questi giorni, il suo nome crea solo fastidio e imbarazzo, sebbene abbia passato circa vent'anni della sua vita tra le mura vaticane: qui, oltre a cantare, ha studiato all'università pontificia e ha vinto una borsa di studio della congregazione per l'evangelizzazione De propaganda fide.
Una frequentazione non priva di soddisfazioni, se è vero che tra novembre e dicembre 2009 è stato inviato per due volte a Londra insieme con altri tre membri dell'Accademia filarmonica romana a pubblicizzare l'Alma mater, «il cd musicale con la voce di Papa Benedetto XVI», come annunciato urbi et orbi. Una performance canora che è valsa al Santo padre la nomination ai Classical Brit award, gli Oscar della musica inglese. In un servizio della Bbc, Ehiem e compagni sono stati ribattezzati «i cantanti del Papa». Del resto il nigeriano quel privilegio lo aveva meritato, essendosi esibito più volte nella cappella privata del Pontefice (foto sopra).
Eppure, oggi in Vaticano sono pochissimi quelli che lo difendono. Tra loro Fabio Colino, maestro di cappella emerito della Basilica di San Pietro, l'uomo che negli anni scorsi aveva chiesto per Ehiem l'onorificenza di cavaliere del Santo sepolcro. Anche il cardinale francese Roger Etchegaray, presidente emerito del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, ha voluto bene e ha vergato personalmente una segnalazione che il corista conserva tra le cose preziose.
Il problema è che le telefonate intercettate dai carabinieri del Ros sembrano inequivocabili: il nigeriano cerca escort per Balducci, offre la sua casa per gli incontri a pagamento e in almeno un caso divide il guadagno con i gigolò di turno.
I magistrati di Perugia, che stanno cercando di capire se in questa vicenda siano contestabili il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione, per ora, lo hanno convocato come «persona informata dei fatti» e non come indagato.
In attesa di partire per l'Umbria Ehiem ha deciso di non nascondersi più. Per questo ha spalancato a Panorama la porta dell'appartamento romano dove vive, al terzo piano di una palazzina del cosiddetto quartiere africano. La casa è ordinata e pulita e nelle stanze non ci sono articoli da sex shop, bensì spartiti musicali, testi di musica sacra, bollette ed estratti conto. Ogni mese molte uscite e qualche entrata: la pensione di circa 430 curo al mese da invalido civile (è cardiopatico) e qualche introito più sostanzioso: «Sono i risarcimenti per un incidente in moto» spiega il nigeriano. Negli armadi sono appese con cura decine di camicie sartoriali bianche e azzurre, stirate e con il colletto alto «per proteggere l'ugola dal freddo». Alle pareti calendari delle forze dell'ordine. In un cassetto c'è il curriculum di un carabiniere: «L`ho conosciuto quando lavoravo come commesso in via Condotti e mi aveva chiesto di aiutarlo». E sì perché Ehiem ha fama di avere conoscenze altolocate. Forse per quel suo vezzo di farsi fotografare con personaggi importanti. Nel suo album dei ricordi è ritratto a fianco di Giulio Andreotti alla presentazione del libro su Pio IX. Ci sono pure gli scatti della stretta di mano con Karol Wojtyla e le immagini con madre Teresa di Calcutta o con gli altri coristi e il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone; senza contare le foto ricordo con Albano Carrisi o Pippo Baudo. Tutti personaggi incrociati sotto le volte di San Pietro, durante i concerti. Ehiem, seduto sul divano rosso del salotto, singhiozza e si misura la pressione: «Il mio nome ha fatto il giro dei mondo. Ora vorrei poter dire la mia...». Ha intenzione dì scrivere un memoriale? «Ci sto pensando. In questo caso qualcuno potrebbe pentirsi di avermi trattato come un animale da scacciare». Custodisce segreti inconfessabili? Il nigeriano nega, ma ammette che nella sua autobiografia descriverà nei particolari i suoi rapporti conBalducci, di cui dice: «La Chiesa dovrebbe avere compassione cristiana anche per lui».
Non è chiaro se i racconti dell'aspirante scrittore coinvolgeranno solo l'ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici. A prima vista, Ehiem può sembrare l'uomo in grado di far tremare il Vaticano con le sue rivelazioni: «Cìè la storia di quel celebre monsignore che un giorno, in un ascensore, ha molestato un mio caro amico» afferma, senza omettere il nome del presunto aggressore. Poi, come se frugasse nella memoria, aggiunge: «Una sera un escort spagnolo aveva con sé un cd di musica sacra e mi ha detto che glielo aveva regalato un alto prelato» appassionato di canto. Dopo un altro paio di confidenze si pente: «Sul Vaticano non ho niente da dire, non ho prove, solo voci, meglio non parlarne».
Ehiem conclude la sua intervista con Panorama tingendo la vicenda di giallo. Nei mesi scorsi avrebbe denunciato alla Polizia postale e alla Vodafone la scomparsa del suo telefonino con la sim card intercettata. A gennaio su questo tema ha scritto una email gonfia di preoccupazione al maestro del coro, padre Pierre Paul: «Da quando ho perso il cellulare mesi fa, ho ricevuto tante telefonate ed email assurde». Nella missiva il tenore dice di «avere avvertito alcuni personaggi importanti, i miei clienti del negozio di oggettistica dove facevo il commesso, che avevo i loro numeri e le loro email memorizzati su quel cellulare rubato». Quindi si augura «che la polizia riuscirà a rintracciare questa persona che mi sta creando problemi» e di cui indica il nickname. Il misterioso internauta avrebbe utilizzato il suo numero di telefonino e la sua email per comunicare su social network come Messenger e Facebook. Per questo a gennaio Ehiem ha cambiato pure l'indirizzo di posta elettronica. Quello vecchio, traboccante di messaggi erotici, sarebbe ora «sotto il controllo della polizia».
A insospettire è la comparsa del presunto alias a pochi giorni dall'esplosione dell'inchiesta su Balducci e soci. Si tratta di un maldestro tentativo di precostituirsi un alibi per giustificare comunicazioni delicate? La banda sotto indagine era già informata a gennaio del filone hard del fascicolo? Ehiem respinge questa ipotesi: «Qualcuno in questi mesi si è spacciato per me». Una versione che gli investigatori ora dovranno verificare. In attesa che in questa storia qualcuno decida di confessare e non solo davanti a un prete.