La Repubblica 18.3.10
L’anatema della Merkel "Vogliamo la verità"
E l´inquisitore nominato dalla Conferenza episcopale tedesca per indagare ammette: "La Chiesa cattolica ha insabbiato per decenni"
di Andrea Tarquini
BERLINO - La cancelliera Angela Merkel condanna gli abusi pedofili nel modo più forte, e intanto il vescovo di Treviri Stepahn Ackermann, cioè l´inquisitore speciale nominato dalla Conferenza episcopale tedesca per indagare sulle violenze ai minori da parte di religiosi, ha ammesso per la prima volta che la Chiesa cattolica «ha insabbiato per decenni», limitandosi a trasferire da una diocesi all´altra i colpevoli. Per Benedetto XVI e per il prestigio e la credibilità del cattolicesimo la situazione si fa sempre più difficile, proprio nel paese natale del Papa.
«Gli abusi sessuali sui bambini», ha detto Angela Merkel parlando al Parlamento federale, «sono un crimine abominevole. La nostra società ha solo un modo per superarlo, e cioè conoscere tutta la verità su quanto è accaduto». Al tempo stesso la cancelliera ha sottolineato che è un errore ridurre il problema agli abusi avvenuti nell´ambito della Chiesa. Il problema «riguarda tutta la società».
Le parole della Merkel, e la dura ammissione del vescovo Ackermann, esasperano ed evidenziano le difficoltà della Chiesa cattolica tedesca. Il presidente della Conferenza espicopale di Germania, monsignor Robert Zollitsch, incontrando i parlamentari, ha garantito che la Chiesa farà assoluta chiarezza e garantirà piena trasparenza. Il problema però, ha tenuto ad aggiungere, non riguarda e non coinvolge solo la Chiesa cattolica. Il vescovo di Osnabrueck (Bassa Sassonia), monsignor Franz Josef Bode, ha chiesto pubblicamente scusa a tutti i fedeli per gli abusi sessuali perpetrati su minori in istituzioni religiose: «Sono sconvolto, senza parole, pieno di vergogna e di dolore». Ma ogni giorno emergono nuovi casi: in un convento francescano a Lingen era abitudine giocare allo spogliarello. Abusi sono stati denunciati anche nell´internato di Salem, il più prestigioso del paese.
L’anatema della Merkel "Vogliamo la verità"
E l´inquisitore nominato dalla Conferenza episcopale tedesca per indagare ammette: "La Chiesa cattolica ha insabbiato per decenni"
di Andrea Tarquini
BERLINO - La cancelliera Angela Merkel condanna gli abusi pedofili nel modo più forte, e intanto il vescovo di Treviri Stepahn Ackermann, cioè l´inquisitore speciale nominato dalla Conferenza episcopale tedesca per indagare sulle violenze ai minori da parte di religiosi, ha ammesso per la prima volta che la Chiesa cattolica «ha insabbiato per decenni», limitandosi a trasferire da una diocesi all´altra i colpevoli. Per Benedetto XVI e per il prestigio e la credibilità del cattolicesimo la situazione si fa sempre più difficile, proprio nel paese natale del Papa.
«Gli abusi sessuali sui bambini», ha detto Angela Merkel parlando al Parlamento federale, «sono un crimine abominevole. La nostra società ha solo un modo per superarlo, e cioè conoscere tutta la verità su quanto è accaduto». Al tempo stesso la cancelliera ha sottolineato che è un errore ridurre il problema agli abusi avvenuti nell´ambito della Chiesa. Il problema «riguarda tutta la società».
Le parole della Merkel, e la dura ammissione del vescovo Ackermann, esasperano ed evidenziano le difficoltà della Chiesa cattolica tedesca. Il presidente della Conferenza espicopale di Germania, monsignor Robert Zollitsch, incontrando i parlamentari, ha garantito che la Chiesa farà assoluta chiarezza e garantirà piena trasparenza. Il problema però, ha tenuto ad aggiungere, non riguarda e non coinvolge solo la Chiesa cattolica. Il vescovo di Osnabrueck (Bassa Sassonia), monsignor Franz Josef Bode, ha chiesto pubblicamente scusa a tutti i fedeli per gli abusi sessuali perpetrati su minori in istituzioni religiose: «Sono sconvolto, senza parole, pieno di vergogna e di dolore». Ma ogni giorno emergono nuovi casi: in un convento francescano a Lingen era abitudine giocare allo spogliarello. Abusi sono stati denunciati anche nell´internato di Salem, il più prestigioso del paese.