La Repubblica 19.3.10
Pedofilia, altri abusi di religiosi nuovi casi in Germania e Svizzera
Il vescovo di Monaco: "Denunceremo tutti gli episodi"
A Meschede un benedettino confessa violenze su 19 minori. La confederazione elvetica sotto shock: un sacerdote abusò di 10 bimbi
Andrea Tarquini
BERLINO - Ancora nuove denunce, ancora vittime che si decidono a rompere il silenzio, ancora confessioni e scoperte di abusi atroci. Mentre la Germania attende col resto del mondo la lettera del Papa, dal Gulag pedofilo emergono ogni giorno altri racconti e ricordi. Un monaco dell´abbazia benedettina di Koenigsmuenter a Meschede, in Germania, ha confessato secondo la magistratura di aver abusato di almeno 19 studenti minorenni. E la Svizzera è sotto shock per il caso di padre Gregor Mueller, che ha lasciato l´incarico nelle mani del vescovo di Coira, nel cantone dei Grigioni, ammettendo di aver usato violenza per anni su almeno una decina di bambini in scuole religiose in Germania e Austria.
«Non può esserci misericordia a buon mercato, d´ora in poi la Chiesa denuncerà tutti i casi, anche solo sospetti, alla giustizia», ha detto il vescovo di Monaco e Freising, Reinhard Marx, parlando ieri a una riunione religiosa. «Dobbiamo tutti trarre conseguenze dal male attuale, la preghiera deve andare alle vittime ma anche ai colpevoli».
Dei reati del monaco benedettino (non citato per nome, ma solo con l´iniziale B.,) riferisce la Frankfurter Allgemeine, in un reportage a piena pagina con vistoso richiamo in prima. Il monaco, secondo la magistratura, ha commesso diversi abusi fin dagli anni Settanta, «anche atti che il diritto definisce come atti sessuali». Una delle vittime, dietro l´anonimato, racconta. I genitori l´avevano inviato in quel convitto perché certi che avrebbe avuto un´istruzione di alto livello. Si erano fidati.
Allievo al convitto benedettino, l´ex vittima (indicata con l´iniziale K. per proteggerla con l´anonimato) aveva appena undici anni quando il monaco cominciò a corteggiarlo, a parlargli di sesso e vita intima, a regalargli dolci o calendari con banconote da 50 euro infilate dentro come regalo. A lui e ad altri giovani, il monaco amava offrire vino per disinibirli. Il ragazzo era alto, magro, grandi occhi azzurri, il monaco s´infatuò di lui. Il giovane aveva 13 anni quando il monaco decise di passare ai fatti.
«All´inizio cercai di difendermi, poi non ci riuscii più. A lungo mi dissi che non ne avrei mai parlato con nessuno». Dopo anni di silenzio del figlio, i genitori capirono e chiesero chiarimenti ai superiori dell´abbazia. Il monaco fu allora trasferito all´estero e sottoposto a terapie. Ma ora è di nuovo nel convento benedettino.
Agghiaccianti le testimonianze sul sacerdote svizzero, padre Gregor Mueller. «S´infilava di notte sotto i nostri lenzuoli e ci violentava», narrano ai media elvetici le sue vittime, ex allievi dei convitti di Mehrerau in Austria e Birnau in Germania. Abusava di scolari e chierichetti, e spesso li picchiava brutalmente.
Nelle scuole religiose dove lui insegnò, abusi e violenze erano pratica, narrano le vittime al quotidiano popolare svizzero Blick. «Ci infilavano la mano nei pantaloni, alcuni erano svegliati di notte e costretti a subire ogni tipo di sevizie e abusi». Padre Mueller chiamava le sue vittime «i miei capretti». Molti religiosi mostravano film porno agli allievi. E picchiavano anche, con rami e bastoni, fino a coprire di lividi i ragazzi.
Pedofilia, altri abusi di religiosi nuovi casi in Germania e Svizzera
Il vescovo di Monaco: "Denunceremo tutti gli episodi"
A Meschede un benedettino confessa violenze su 19 minori. La confederazione elvetica sotto shock: un sacerdote abusò di 10 bimbi
Andrea Tarquini
BERLINO - Ancora nuove denunce, ancora vittime che si decidono a rompere il silenzio, ancora confessioni e scoperte di abusi atroci. Mentre la Germania attende col resto del mondo la lettera del Papa, dal Gulag pedofilo emergono ogni giorno altri racconti e ricordi. Un monaco dell´abbazia benedettina di Koenigsmuenter a Meschede, in Germania, ha confessato secondo la magistratura di aver abusato di almeno 19 studenti minorenni. E la Svizzera è sotto shock per il caso di padre Gregor Mueller, che ha lasciato l´incarico nelle mani del vescovo di Coira, nel cantone dei Grigioni, ammettendo di aver usato violenza per anni su almeno una decina di bambini in scuole religiose in Germania e Austria.
«Non può esserci misericordia a buon mercato, d´ora in poi la Chiesa denuncerà tutti i casi, anche solo sospetti, alla giustizia», ha detto il vescovo di Monaco e Freising, Reinhard Marx, parlando ieri a una riunione religiosa. «Dobbiamo tutti trarre conseguenze dal male attuale, la preghiera deve andare alle vittime ma anche ai colpevoli».
Dei reati del monaco benedettino (non citato per nome, ma solo con l´iniziale B.,) riferisce la Frankfurter Allgemeine, in un reportage a piena pagina con vistoso richiamo in prima. Il monaco, secondo la magistratura, ha commesso diversi abusi fin dagli anni Settanta, «anche atti che il diritto definisce come atti sessuali». Una delle vittime, dietro l´anonimato, racconta. I genitori l´avevano inviato in quel convitto perché certi che avrebbe avuto un´istruzione di alto livello. Si erano fidati.
Allievo al convitto benedettino, l´ex vittima (indicata con l´iniziale K. per proteggerla con l´anonimato) aveva appena undici anni quando il monaco cominciò a corteggiarlo, a parlargli di sesso e vita intima, a regalargli dolci o calendari con banconote da 50 euro infilate dentro come regalo. A lui e ad altri giovani, il monaco amava offrire vino per disinibirli. Il ragazzo era alto, magro, grandi occhi azzurri, il monaco s´infatuò di lui. Il giovane aveva 13 anni quando il monaco decise di passare ai fatti.
«All´inizio cercai di difendermi, poi non ci riuscii più. A lungo mi dissi che non ne avrei mai parlato con nessuno». Dopo anni di silenzio del figlio, i genitori capirono e chiesero chiarimenti ai superiori dell´abbazia. Il monaco fu allora trasferito all´estero e sottoposto a terapie. Ma ora è di nuovo nel convento benedettino.
Agghiaccianti le testimonianze sul sacerdote svizzero, padre Gregor Mueller. «S´infilava di notte sotto i nostri lenzuoli e ci violentava», narrano ai media elvetici le sue vittime, ex allievi dei convitti di Mehrerau in Austria e Birnau in Germania. Abusava di scolari e chierichetti, e spesso li picchiava brutalmente.
Nelle scuole religiose dove lui insegnò, abusi e violenze erano pratica, narrano le vittime al quotidiano popolare svizzero Blick. «Ci infilavano la mano nei pantaloni, alcuni erano svegliati di notte e costretti a subire ogni tipo di sevizie e abusi». Padre Mueller chiamava le sue vittime «i miei capretti». Molti religiosi mostravano film porno agli allievi. E picchiavano anche, con rami e bastoni, fino a coprire di lividi i ragazzi.