l’Unità 6.4.10
Pedofilia, per Sodano è «chiacchiericcio»
E il Vaticano ora dice «Campagna d’odio»
Mentre la stampa internazionale sottolinea il silenzio di Ratzinger, la Santa Sede lancia la teoria del complotto Ma i vescovi irlandesi e francesi ammettono: sbagliammo
di roberto Monteforte
L’armata cattolica: «Con il Pontefice i cardinali, i vescovi delle 3.000 circoscrizioni ecclesiastiche e 400 mila sacerdoti»
Papa Benedetto XVI tira dritto. Con il Regina Coeli recitato ieri a Castel Gandolfo ha concluso il Triduo pasquale senza fare mai alcun cenno allo scandalo dei preti pedofili. Ha parlato di cristiani perseguitati, di «esodo» dal male e dalla violenza, di giustizia, di speranza e di amore. Ma ha taciuto sulle violenze subite dai minori che hanno subito abusi da parte del clero. Malgrado le inchieste della stampa e le denunce delle stesse vittime che chiamano direttamente in causa il Vaticano e la gerarchia ecclesiastica, responsabile almeno di avere sottovalutato il fenomeno. Un silenzio, quella di Papa Ratzinger, sottolineato criticamente dalla stampa internazionale dal The Times, a El Pais, dal Figarò a Le Monde, dal Der Spieghel, al Guardian, al Washigton Post, al New York Times che parlano apertamente «di crisi della Chiesa».
Al contrario, vi è stato l’esplicito e contrito «mea culpa» di vescovi che hanno riconosciuta la colpa di aver privilegiato alla denuncia la preoccupazione «fuori luogo» come ha sottolineato lo stesso pontefice nella sua lettera ai cattolici d’Irlanda «per la difesa del buon nome della Chiesa». È il caso del primate d’Irlanda, il cardinale Sean Brady, mentre quello della Gran Bretagna e del Galles, l’arcivescovo Vincent Nichols ha ammesso i «gravi errori commessi dalla Chiesa», ha parlato di «pentimento», di «riconoscimento delle proprie colpe» e di «bisogno di perdono». Dello stesso tono le dichiarazioni del capo della Chiesa di Scozia, cardinale Keith ÒBrien. Denuncia il clima di sottovalutazione del problema e della troppo facile accoglienza per i preti sospettati di pedofilia registratosi in passato il vescovo francese, monsignor Jacques Gaillot. Le colpe, quindi, ci sono state. Non si tratta di volgare «chiacchiericcio», come lo ha definito Papa Ratzinger nell’omelia di Domenica delle palme, invitando i fedeli a non lasciarsi intimidire. Che non si riferisse soltanto alle logiche mondane e consumistiche, ma proprio alla campagna mediatica che lo chiama direttamente in causa, lo ha chiarito il cardinale Angelo Sodano.
«Il chiacchericcio non ci intimidirà» ha affermato, infatti, il decano del collegio cardinalizio nel suo messaggio di ringraziamento al pontefice, immediatamente prima la solenne benedizione Urbi et Orbi della domenica di Pasqua. Il porporato, in modo inusuale, ha voluto far sentire al Papa la vicinanza di tutta la Chiesa. «Con lei sono i cardinali suoi collaboratori della curia romana, con lei i vescovi che guidano le 3 mila circoscrizioni ecclesiastiche e quei 400 mila sacerdoti che servono generosamente il popolo di Dio che ha proseguito non si lascia impressionare dal chiacchiericcio». Parole che sono parse voler mostrare, di fronte all’incalzare delle critiche, la compattezza e la forza della Chiesa universale stretta attorno al suo pastore. Una prova di forza che avrebbe forse l’ambizione di cancellare tali accuse. Come se l’oggetto fossero la Chiesa intera e il Papa e non chi l’ha infangata.
Pare il cliché sperimentato da Silvio Berlusconi. Presentarsi come vittima di campagne ingiuste e ingiustificate per cercare di sfuggire il confronto sul merito dei fatti. Come se tutto fosse pretestuoso. Anche se nel merito, le accuse sono state confutate dal direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi che anche ieri ha ribadito «l’estraneità della sede di Roma dalle responsabilità concrete delle autorità locali», visto che la Chiesa «non è una multinazionale». Insistendo pure sulla strumentalità degli attacchi al Papa, fautore della massima «trasparenza». «Si riparino i danni degli abusi verificando caso per caso» afferma il cardinale Lajolo, che riconosce l’esigenza di assicurare giustizia alle vittime. Ma guai a chiamare in causa Benedetto XVI. «Si ha in odio contro la Chiesa e il Papa. Si vuole umiliarla a tutti i costi».
Pedofilia, per Sodano è «chiacchiericcio»
E il Vaticano ora dice «Campagna d’odio»
Mentre la stampa internazionale sottolinea il silenzio di Ratzinger, la Santa Sede lancia la teoria del complotto Ma i vescovi irlandesi e francesi ammettono: sbagliammo
di roberto Monteforte
L’armata cattolica: «Con il Pontefice i cardinali, i vescovi delle 3.000 circoscrizioni ecclesiastiche e 400 mila sacerdoti»
Papa Benedetto XVI tira dritto. Con il Regina Coeli recitato ieri a Castel Gandolfo ha concluso il Triduo pasquale senza fare mai alcun cenno allo scandalo dei preti pedofili. Ha parlato di cristiani perseguitati, di «esodo» dal male e dalla violenza, di giustizia, di speranza e di amore. Ma ha taciuto sulle violenze subite dai minori che hanno subito abusi da parte del clero. Malgrado le inchieste della stampa e le denunce delle stesse vittime che chiamano direttamente in causa il Vaticano e la gerarchia ecclesiastica, responsabile almeno di avere sottovalutato il fenomeno. Un silenzio, quella di Papa Ratzinger, sottolineato criticamente dalla stampa internazionale dal The Times, a El Pais, dal Figarò a Le Monde, dal Der Spieghel, al Guardian, al Washigton Post, al New York Times che parlano apertamente «di crisi della Chiesa».
Al contrario, vi è stato l’esplicito e contrito «mea culpa» di vescovi che hanno riconosciuta la colpa di aver privilegiato alla denuncia la preoccupazione «fuori luogo» come ha sottolineato lo stesso pontefice nella sua lettera ai cattolici d’Irlanda «per la difesa del buon nome della Chiesa». È il caso del primate d’Irlanda, il cardinale Sean Brady, mentre quello della Gran Bretagna e del Galles, l’arcivescovo Vincent Nichols ha ammesso i «gravi errori commessi dalla Chiesa», ha parlato di «pentimento», di «riconoscimento delle proprie colpe» e di «bisogno di perdono». Dello stesso tono le dichiarazioni del capo della Chiesa di Scozia, cardinale Keith ÒBrien. Denuncia il clima di sottovalutazione del problema e della troppo facile accoglienza per i preti sospettati di pedofilia registratosi in passato il vescovo francese, monsignor Jacques Gaillot. Le colpe, quindi, ci sono state. Non si tratta di volgare «chiacchiericcio», come lo ha definito Papa Ratzinger nell’omelia di Domenica delle palme, invitando i fedeli a non lasciarsi intimidire. Che non si riferisse soltanto alle logiche mondane e consumistiche, ma proprio alla campagna mediatica che lo chiama direttamente in causa, lo ha chiarito il cardinale Angelo Sodano.
«Il chiacchericcio non ci intimidirà» ha affermato, infatti, il decano del collegio cardinalizio nel suo messaggio di ringraziamento al pontefice, immediatamente prima la solenne benedizione Urbi et Orbi della domenica di Pasqua. Il porporato, in modo inusuale, ha voluto far sentire al Papa la vicinanza di tutta la Chiesa. «Con lei sono i cardinali suoi collaboratori della curia romana, con lei i vescovi che guidano le 3 mila circoscrizioni ecclesiastiche e quei 400 mila sacerdoti che servono generosamente il popolo di Dio che ha proseguito non si lascia impressionare dal chiacchiericcio». Parole che sono parse voler mostrare, di fronte all’incalzare delle critiche, la compattezza e la forza della Chiesa universale stretta attorno al suo pastore. Una prova di forza che avrebbe forse l’ambizione di cancellare tali accuse. Come se l’oggetto fossero la Chiesa intera e il Papa e non chi l’ha infangata.
Pare il cliché sperimentato da Silvio Berlusconi. Presentarsi come vittima di campagne ingiuste e ingiustificate per cercare di sfuggire il confronto sul merito dei fatti. Come se tutto fosse pretestuoso. Anche se nel merito, le accuse sono state confutate dal direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi che anche ieri ha ribadito «l’estraneità della sede di Roma dalle responsabilità concrete delle autorità locali», visto che la Chiesa «non è una multinazionale». Insistendo pure sulla strumentalità degli attacchi al Papa, fautore della massima «trasparenza». «Si riparino i danni degli abusi verificando caso per caso» afferma il cardinale Lajolo, che riconosce l’esigenza di assicurare giustizia alle vittime. Ma guai a chiamare in causa Benedetto XVI. «Si ha in odio contro la Chiesa e il Papa. Si vuole umiliarla a tutti i costi».