martedì 13 aprile 2010

Se la Chiesa non confessa le proprie colpe, noi cattolici dovremo cercare altrove una guida spirituale

La Repubblica 6.4.10
Parla Timothy Shriver, opinionista del Washington Post
"Uno scandalo enorme mi ricorda il Watergate"
Se la Chiesa non confessa le proprie colpe, noi cattolici dovremo cercare altrove una guida spirituale
di Alix van Buren

«Se questa Chiesa, con la sua attuale gerarchia, col suo Papa e i suoi vescovi, non saprà confessare la Verità; se continuerà a nascondere le proprie colpe, come Nixon lo scandalo Watergate; se si dimostrerà più votata al potere che a Dio, allora noi cattolici dovremo cercare altrove una guida spirituale». Sono parole di piombo quelle che scaglia Timothy Shriver, erede dei Kennedy, il clan più cattolico d´America, figlio di Eunice, di cui ha ripreso la missione: battersi a favore dei "diversamente abili" in qualità di presidente delle Special Olympics fondate dalla madre. La sua invettiva ieri è apparsa sotto forma di un appello sul Washington Post. E subito ha avuto risonanza mondiale.
Timothy Shriver, lei è cresciuto all´interno di un bastione del cattolicesimo, legato alla Chiesa d´Irlanda. Eppure uno dei suoi fendenti più duri è riservato al Cardinale Arcivescovo d´Irlanda. Perché?
«Perché lui, come molti altri vescovi nel mondo, non solo non è intervenuto contro gli abusi, ma a quanto pare si è prodigato nell´insabbiare lo scandalo. E la pista non si ferma lì: sembra condurre più in alto, allo stesso Papa, che da arcivescovo di Monaco forse ha avuto una parte nel rinviare il problema senza affrontarlo. Tutto questo mi ricorda lo scandalo Watergate».
Lei traccia, nientemeno, un parallelo fra il Vaticano e l´Amministrazione Nixon?
«Le similitudini sono molte. Ciò che sembrava un´infrazione di poco conto, l´irruzione di un paio di ladruncoli nelle stanze del Watergate, finì per scoperchiare la corruzione ai più alti gradi del potere. Risultò coinvolto il presidente, costretto alle dimissioni».
Lei vuole dire che Ratzinger dovrebbe dimettersi?
«No, non dico questo. La vita del Papa è segnata dalla devozione, dobbiamo confidare che lo Spirito Santo operi attraverso di lui. Però lui deve dimostrare, con urgenza, la leadership spirituale e morale cui noi cattolici agogniamo».
E se non lo facesse?
«Allora dovremo rivolgerci altrove. Il mondo è pieno di uomini e donne santi, leader monastici, laici, dedicati alla missione di Dio: leggeremo i loro libri, ascolteremo le loro parole, per tornare alla fede che noi professiamo, che è fede in Dio, e non in una gerarchia che ha perso credibilità, e pare più votata a conservare il potere che a vivere nello spirito del Vangelo».