lunedì 12 aprile 2010

Nuove accuse a Ratzinger. «Coprì prete pedofilo Usa»

l’Unità 10.4.10
L’Ap pubblica una lettera del 1985 firmata dal futuro Papa contrario a rimuovere un sacerdote
La Santa Sede smentisce: «Non coprì il caso». Benedetto XVI pronto ad incontrare le vittime
Nuove accuse a Ratzinger. «Coprì prete pedofilo Usa»
Nuova accusa al Papa dall’Associated Press: nell'85 si oppose alla rimozione di un prete pedofilo. La Santa Sede: «Ratzinger non coprì il caso». Padre Lombardi: il pontefice disponibile ad incontrare le vittime.
di Roberto Monteforte

«Il Papa è disponibile ad incontrare ancora le vittime degli abusi sessuali. Contro di lui insinuazioni infondate. Benedetto XVI indica rigore, merita rispetto». È la risposta del direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi alla campagna mediatica di questi giorni sullo scandalo dei preti pedofili che chiama in causa direttamente Benedetto XVI. Ma proprio ieri è arrivata un’altra bordata da parte dei media statunitensi. Nel 1985, anni prima di diventare Papa, il cardinale Joseph Ratzinger sconsigliò di ridurre allo stato laicale un sacerdote californiano, Stephen Kiesle, che aveva molestato minori. Lo scrive il Washington Post che riprendendo una notizia dell'Associated Press cita una lettera del 1985, firmata da Ratzinger, in cui si esprimevano preoccupazioni sugli effetti che la rimozione di un prete avrebbe avuto «per il bene della chiesa universale». Secondo l’agenzia Ap, la corrispondenza di cui è in possesso «rappresenta la sfida finora più forte all'insistenza che Ratzinger, l'attuale Papa Benedetto XVI, non giocò alcun ruolo nel blocco della rimozione dei preti pedofili quando era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede». La lettera citata sarebbe parte di anni di corrispondenza tra la Diocesi di Oakland e il Vaticano sull'opportunità di ridurre allo stato laicale padre Stephen Kiesle. Pronta la replica della Santa Sede: l’allora cardinale Ratzinger «non coprì il caso» del giovane prete, ma chiese solo di studiarlo con «maggiore attenzione» per il «bene di tutte le persone coinvolte», ha detto padre Ciro Benedettini, vicedirettore della Sala Stampa Vaticana, puntualizzando che nell’85 l’eventuale rimozione dall’incarico di un sacerdote era di competenza del vescovo locale e non della Congregazione per la Dottrina della fede. Kiesle, che era già stato condannato da un tribunale Usa nel ‘78 per atti osceni e molestie, fu comunque ridotto allo stato laicale due anni più tardi, nell’87. E nel 2002 venne di nuovo arrestato per molestie sessuali e condannato a sei anni di prigione nel 2004.
PROCESSI AI COLPEVOLI
Nel suo editoriale per Radio Vaticana, padre Lombardi affronta le polemiche di questi giorni, ma non questa ultima critica. Ricorda la pazienza con la quale ha affrontato lo «stillicidio di rivelazioni parziali o presunte». La linea è quella indicata con la lettera ai cattolici d’Irlanda. In primo luogo continuare a «cercare la verità e la pace per gli offesi». Il portavoce vaticano conferma la disponibilità del Papa «a nuovi incontri con le vittime» da tenersi «nel rispetto delle persone e alla ricerca della pace», «in un clima di serenità e riservatezza». Nella sua nota padre Lombardi richiama l’attenzione delle Chiese locali all’esigenza di assicurare giustizia, applicando con rigore, per le parti di loro competenza, le norme di diritto canonico, e collaborando per il resto, per gli aspetti penali e civili, con la magistratura. Quindi annuncia che le «linee guida» della Santa Sede su come affrontare il problema saranno da tutti consultabili sul sito web del Vaticano.
IL CASO CANADESE
Intanto continuano gli attestati di affetto al Pontefice. Dai vescovi scandinavi all’arcivescovo di Perugia, monsignor Bassetti che sottolinea il coraggio del Papa e l’amore della verità che «non teme l’oltraggio e la derisione». Si allunga anche l’elenco dei preti coinvolti in casi di abusi. Ieri si è aggiunto monsignore Bernard Prince, un religioso canadese che ha avuto incarichi in Vaticano che Ratzinger «spretò». Si fanno sentire anche le vittime. Una decina di «abusati» maltesi sarà in piazza il prossimo 16 e 17 aprile in coincidenza con la visita del Papa.