il Fatto 14.4.10
Bertone fa infuriare i gay, il papa tace
Insulti sui muri della casa natale di Ratzinger in Baviera
I gesuiti attaccano Sodano, legato alla vicenda del fondatore dei Legionari Marcial Maciel
di Andrea Gagliarducci
Nel giorno in cui padre Lombardi, portavoce della Sala Stampa della Santa Sede, annuncia che il Papa potrebbe incontrare le vittime degli abusi anche a Malta, ma “lontano dal clamore dei media”, le parole del cardinal Bertone, segretario di Stato vaticano, rimbalzano dal Cile e danno vita a una polemica che non accenna a diminuire. Bertone ha detto che il problema della pedofilia tra i sacerdoti viene dall’omosessualità, non dal celibato. Parole “politicamente scorrette” che suscitano la reazione adirata del mondo gay, ma anche le precisazioni degli psichiatri cattolici e del Centro Studi Teologici di Milano.
Un corto circuito comunicativo che sembra lasciare Benedetto XVI ancora più solo alla guida della macchina vaticana. Il Papa ieri è ritornato da Castel Gandolfo, dove ha trascorso un periodo di riposo a seguito degli impegni pasquali. Ha preferito non parlare riguardo gli scandali, ma concentrarsi piuttosto sul Vangelo: è la sua prassi. Si è confrontato con gli uomini più fidati, ma soprattutto in preparazione del viaggio a Malta, dove – spiega padre Lombardi – parlerà di “immigrazione, di valori cristiani e della necessità di valorizzarne la tradizione”. Ma sono sempre più le spinte perché Benedetto XVI prenda una posizione forte nei confronti della pedofilia, come già ha fatto negli Stati Uniti e in Australia. E 11 delle vittime di pedofilia (sarebbero 45 i sacerdoti maltesi accusati di pedofilia) hanno chiesto di poter incontrare il Papa. L’incontro è molto probabile, dice padre Lombardi, ma “lontano dal clamore dei media”. Un po’ quello che è successo negli Stati Uniti, quando – fuori agenda – Benedetto XVI incontrò un gruppo di vittime. Ma al ritorno in Vaticano, Benedetto XVI ha trovato due brutte notizie: la notizia delle frasi oscene scritte con una bomboletta spray di colore blu a Marktl-am-Inn, la sua casa Natale, e le polemiche causate dalle parole del suo Segretario di Stato.
“Le parole del Segretario di Stato Tarcisio Bertone, che pretendono di individuare nell’omosessualità la radice della pedofilia, suscitano una irreparabile indignazione – commenta Anna Paola Concia (Pd) – E’ davvero sconfortante che ancora oggi eminenti rappresentanti della Chiesa Cattolica si lascino andare ad analisi così grossolane, sbagliate, smentite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e non condivise dalla maggioranza dei cattolici”.
Non le condivide, ad esempio, il Centro Studi Teologici di Milano, che ribatte polemicamente che “il cardinale Bertone dovrebbe occuparsi del pre-seminario San Pio X, il collegio dei chierichetti che fanno servizio in Basilica di San Pietro e che si trova dentro la Città del Vaticano e che servono messa al Papa e ai cardinali, visto che molti parroci in Italia e all’estero non mandano più i ragazzini perché venivano molestati sessualmente, invece di gettare discredito sulle persone omosessuali”. E l’Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici ci tiene a sottolineare che “non c’è nessun legame tra pedofilia e omosessualità”, e che ogni teoria psichiatrica che sottolinea un nesso tra le due cose sono “assolutamente prive di fondamento”. L’Arcigay parla di un’equazione “falsa, ignobile e antiscientifica”, una “affermazione disonesta che colpisce la vita e la dignità di milioni di persone gay e lesbiche”.
Il fuoco incrociato viene contro la dichiarazione imprudente di Bertone. Ma la testa a cadere dovrebbe essere quella del suo predecessore, il cardinal Sodano, sostiene il mensile dei gesuiti “America”. Sodano in questi giorni di assenza del Segretario di Stato per un viaggio apostolico in Cile si è dimostrato attivissimo: da decano del Sacro Collegio ha promosso un pranzo di cardinali in onore del quinto anniversario di Pontificato, e ha pronunciato un irrituale discorso in difesa del Pontefice durante la Messa di Pasqua. Ma il cardinale è legato a doppio filo alla vicenda del fondatore dei Legionari di Cristo, Marcial Maciel, che per anni – nonostante abusi ripetuti e anche relazioni con donne con tanto di figli, e una visita Apostolica subita già negli anni Cinquanta – ha goduto di protezioni molto alte in Vaticano, anche attraverso il pagamento di “bustarelle”. È stato Ratzinger, da Prefetto dell’ex Sant’Uffizio, a voler far partire il procedimento contro Maciel, e Benedetto XVI a dimetterlo allo stato laicale. Lo ricorda il mensile “America”, che sottolinea: “Leggendo dei potenti legami di denaro e di famiglia tra i due uomini (il nipote di Sodano, Andrea, fu assunto da Maciel per costruire l’Università della Legione a Roma) è adesso molto più facile capire che tipo di battaglia deve aver combattuto l’allora cardinale Joseph Ratzinger per costringere Maciel a dimettersi nel 2004”. La decisione riguardo i Legionari sarà presa dal Papa di ritorno dal viaggio a Malta: la possibilità è che vengano commissariati, e per il commissario si fa il nome del cardinale José Saraiva Martins.
Bertone fa infuriare i gay, il papa tace
Insulti sui muri della casa natale di Ratzinger in Baviera
I gesuiti attaccano Sodano, legato alla vicenda del fondatore dei Legionari Marcial Maciel
di Andrea Gagliarducci
Nel giorno in cui padre Lombardi, portavoce della Sala Stampa della Santa Sede, annuncia che il Papa potrebbe incontrare le vittime degli abusi anche a Malta, ma “lontano dal clamore dei media”, le parole del cardinal Bertone, segretario di Stato vaticano, rimbalzano dal Cile e danno vita a una polemica che non accenna a diminuire. Bertone ha detto che il problema della pedofilia tra i sacerdoti viene dall’omosessualità, non dal celibato. Parole “politicamente scorrette” che suscitano la reazione adirata del mondo gay, ma anche le precisazioni degli psichiatri cattolici e del Centro Studi Teologici di Milano.
Un corto circuito comunicativo che sembra lasciare Benedetto XVI ancora più solo alla guida della macchina vaticana. Il Papa ieri è ritornato da Castel Gandolfo, dove ha trascorso un periodo di riposo a seguito degli impegni pasquali. Ha preferito non parlare riguardo gli scandali, ma concentrarsi piuttosto sul Vangelo: è la sua prassi. Si è confrontato con gli uomini più fidati, ma soprattutto in preparazione del viaggio a Malta, dove – spiega padre Lombardi – parlerà di “immigrazione, di valori cristiani e della necessità di valorizzarne la tradizione”. Ma sono sempre più le spinte perché Benedetto XVI prenda una posizione forte nei confronti della pedofilia, come già ha fatto negli Stati Uniti e in Australia. E 11 delle vittime di pedofilia (sarebbero 45 i sacerdoti maltesi accusati di pedofilia) hanno chiesto di poter incontrare il Papa. L’incontro è molto probabile, dice padre Lombardi, ma “lontano dal clamore dei media”. Un po’ quello che è successo negli Stati Uniti, quando – fuori agenda – Benedetto XVI incontrò un gruppo di vittime. Ma al ritorno in Vaticano, Benedetto XVI ha trovato due brutte notizie: la notizia delle frasi oscene scritte con una bomboletta spray di colore blu a Marktl-am-Inn, la sua casa Natale, e le polemiche causate dalle parole del suo Segretario di Stato.
“Le parole del Segretario di Stato Tarcisio Bertone, che pretendono di individuare nell’omosessualità la radice della pedofilia, suscitano una irreparabile indignazione – commenta Anna Paola Concia (Pd) – E’ davvero sconfortante che ancora oggi eminenti rappresentanti della Chiesa Cattolica si lascino andare ad analisi così grossolane, sbagliate, smentite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e non condivise dalla maggioranza dei cattolici”.
Non le condivide, ad esempio, il Centro Studi Teologici di Milano, che ribatte polemicamente che “il cardinale Bertone dovrebbe occuparsi del pre-seminario San Pio X, il collegio dei chierichetti che fanno servizio in Basilica di San Pietro e che si trova dentro la Città del Vaticano e che servono messa al Papa e ai cardinali, visto che molti parroci in Italia e all’estero non mandano più i ragazzini perché venivano molestati sessualmente, invece di gettare discredito sulle persone omosessuali”. E l’Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici ci tiene a sottolineare che “non c’è nessun legame tra pedofilia e omosessualità”, e che ogni teoria psichiatrica che sottolinea un nesso tra le due cose sono “assolutamente prive di fondamento”. L’Arcigay parla di un’equazione “falsa, ignobile e antiscientifica”, una “affermazione disonesta che colpisce la vita e la dignità di milioni di persone gay e lesbiche”.
Il fuoco incrociato viene contro la dichiarazione imprudente di Bertone. Ma la testa a cadere dovrebbe essere quella del suo predecessore, il cardinal Sodano, sostiene il mensile dei gesuiti “America”. Sodano in questi giorni di assenza del Segretario di Stato per un viaggio apostolico in Cile si è dimostrato attivissimo: da decano del Sacro Collegio ha promosso un pranzo di cardinali in onore del quinto anniversario di Pontificato, e ha pronunciato un irrituale discorso in difesa del Pontefice durante la Messa di Pasqua. Ma il cardinale è legato a doppio filo alla vicenda del fondatore dei Legionari di Cristo, Marcial Maciel, che per anni – nonostante abusi ripetuti e anche relazioni con donne con tanto di figli, e una visita Apostolica subita già negli anni Cinquanta – ha goduto di protezioni molto alte in Vaticano, anche attraverso il pagamento di “bustarelle”. È stato Ratzinger, da Prefetto dell’ex Sant’Uffizio, a voler far partire il procedimento contro Maciel, e Benedetto XVI a dimetterlo allo stato laicale. Lo ricorda il mensile “America”, che sottolinea: “Leggendo dei potenti legami di denaro e di famiglia tra i due uomini (il nipote di Sodano, Andrea, fu assunto da Maciel per costruire l’Università della Legione a Roma) è adesso molto più facile capire che tipo di battaglia deve aver combattuto l’allora cardinale Joseph Ratzinger per costringere Maciel a dimettersi nel 2004”. La decisione riguardo i Legionari sarà presa dal Papa di ritorno dal viaggio a Malta: la possibilità è che vengano commissariati, e per il commissario si fa il nome del cardinale José Saraiva Martins.