giovedì 6 maggio 2010

Ru486, la Santa Sede attacca "Più obiezioni di coscienza"

La Repubblica 9.4.10
Ru486, la Santa Sede attacca "Più obiezioni di coscienza"
Sacconi: vigiliamo sui ricoveri. Fazio: abbassiamo i toni
Per Roccella le dimissioni delle pazienti dovrebbero essere scoraggiate
di Paola Coppola

ROMA - Stop alle polemiche: la legge sull´aborto deve essere rispettata come le donne che decidono di interrompere la gravidanza. All´indomani dell´annuncio del primo aborto farmacologico, con la RU486 commercializzata in Italia, e della decisione della donna che l´ha assunta di lasciare il Policlinico di Bari e tornare a casa, rifiutando il ricovero di tre giorni, è intervenuto il ministro della Salute. «La scelta della paziente e la libertà della donna non possono essere messe in discussione», ha detto Ferruccio Fazio. «In ogni caso la mia considerazione personale - ha aggiunto - è che tutte queste cose non fanno certo bene a chi si trova in una situazione come quella capitata a questa donna». E se per il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, le dimissioni anticipate delle pazienti dovrebbero essere scoraggiate, un avvertimento è arrivato dal ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: «Se non dovesse avvenire da parte delle Regioni il rispetto effettivo della norma di legge, magari perché alcune amministrazioni incoraggiano le dimissioni volontarie, il governo interverrà».
La polemica continua. La Santa Sede ha chiesto di estendere il diritto all´obiezione di coscienza attraverso la voce del cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia: «Bisogna rivendicare fermamente sia per le persone sia per le istituzioni il diritto all´obiezione di coscienza contro l´aborto e l´eutanasia, diritto non ancora riconosciuto in molti Paesi». Rivolgendosi ai delegati delle associazioni pro life il porporato ha spiegato che bisogna «inserire i delitti di aborto e di eutanasia nel più ampio contesto dei molteplici delitti contro tutti i diritti fondamentali dell´uomo». All´attacco anche il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri che ha accusato alcune regioni di una «scandalosa campagna di disinformazione sull´uso della pillola chimica». La presidente dei senatori del Pd Anna Finocchiaro ha risposto al governo: sono «minacce davvero fuori luogo per le donne, per i medici e per le strutture ospedaliere», e ha ipotizzato che dietro le polemiche scatenate dal primo caso di somministrazione della RU486 commercializzata in Italia ci sia l´obiettivo di colpire la legge 194.
«Le donne che effettuano interventi di interruzione della gravidanza hanno diritto alla piena tutela dell´anonimato e della loro intimità»: con queste parole anche il Garante per la protezione dei dati personali è intervenuto dopo l´attenzione sollevata dal caso della donna di Bari. Che oggi tornerà di nuovo in ospedale per sottoporsi alla seconda fase del trattamento con la pillola abortiva. «Tantissime richieste di informazioni stanno giungendo al nostro assessorato», ha confermato l´assessore alle Politiche della Salute della Regione Puglia, Tommaso Fiore, mentre nella struttura ospedaliera otto donne sono già in attesa di essere sottoposte allo stesso trattamento. Vista la richiesta il servizio potrebbe essere potenziato: oggi o al massimo lunedì ci sarà una riunione della direzione sanitaria dell´ospedale per discutere di questo.