La Repubblica 11.4.10
Il carteggio tra padre Kiesle e i suoi superiori. Il legale della Santa Sede: giudizi incauti sulla lettera del futuro Papa
La diocesi di Oakland scrisse al pedofilo "Non ti spretiamo, il Vaticano non vuole"
di Angelo Aquaro
Nuove rivelazioni sulla vicenda del prete rimosso solo nell´87, dopo molte violenze accertate
Per il vescovo Cummins "Wojtyla cercava di frenare l´emorragia di sacerdoti"
NEW YORK - Caro pedofilo, ci dispiace ma il cardinale Ratzinger vuole che continui a fare il prete. Firmato: la tua diocesi. Nell´agghiacciante vicenda che accusa il Papa spunta un documento di imbarazzante franchezza. È il 1986 e il reverendo George E. Mockel, del tribunale ecclesiale della diocesi di Oakland, spiega a Stephen Miller Kiesle - il sacerdote allora già condannato a tre anni per abusi - che a frenare la sua richiesta di rimettere la tonaca è il futuro pontefice in persona.
La lettera con cui Ratzinger, "per il bene della Chiesa universale", si rifiutava di spretare il pedofilo - il "Pifferaio Magico" violentatore confesso di "tonnellate di bambini", poi finito perfino nell´inchiesta per l´omicidio di una piccolina - è stata resa nota venerdi dall´Associated Press. È la prima volta che la firma di Benedetto XVI compare direttamente su un documento così compromettente ma l´avvocato della Santa Sede negli Usa, Jeffrey Lena, accusa la stampa di «giudizio frettoloso». Quel documento scritto in latino del 1985, dice in un comunicato, è «una lettera formale, di quelle che vengono solitamente spedite all´inizio di ogni caso di laicizzazione». Anzi: quando il Papa chiede a John Cummins, il vescovo che gli sollecitava il caso, di esercitare «il massimo della cura paterna», fa riferimento alla formula con cui ci si raccomanda di evitare che i preti compiano altri abusi. Tant´è che «durante l´intero corso del procedimento il prete rimase sotto il controllo, l´autorità e la cura del vescovo locale». La formula usata dall´avvocato è importante. Roma scarica sui vescovi la responsabilità del controllo degli abusi mentre gli avvocati delle vittime stanno cercando di arrivare all´incriminazione del Papa proprio in quanto responsabile ultimo dei sacerdoti. «Checché ne dica l´avvocato del Vaticano, i documenti dimostrano il contrario», replica a Repubblica Jeff Anderson, l´avvocato che accusa Ratzinger di aver coperto il molestatore dei bimbi sordi del Milwaukee e ora ha scovato la lettera discussa. «Altro che prendersi cura: nulla è stato fatto fino all´87, quando il sacerdote fu finalmente spretato. Il Vaticano ora dovrà rispondere dei suoi atti: anche in tribunale». Ma davvero la lettera potrebbe essere un format? «Che si trattasse di una lettera-format è ciò che indigna di più. Vuol dire che sono state usate in migliaia di altri casi. È una risposta stupida. E triste».
Oggi il vescovo Cummins spiega che dietro la frenata della pratica voluto da Giovanni Paolo c´era la grande fuga di preti da seminari e conventi seguita al Concilio Vaticano II e al 1968. Versione smentita dal Vaticano. Il carteggio tra la diocesi di Oakland e il Vaticano, pubblicato dal New York Times, è sconcertante. La prima segnalazione è dell´81. Il vescovo Cummins spiega che Kiesle è stato arrestato «con l´accusa di aver fatto sesso con almeno sei ragazzi tra gli 11 e i 16 anni». L´ufficio del futuro Papa risponde chiedendo più informazioni. Dalla California arrivano altre accuse. Niente. È il reverendo Mockel a scrivere ancora a Ratzinger. Silenzio. Mockel allora chiede al suo vescovo di premere: «Lo farei io stesso ma non rispondono ai sacerdoti semplici come me!». Cummins torna all´attacco. Scrive a monsignor Thom Herron, il braccio destro di Ratzinger. Poi ancora a Ratzinger. Per conoscenza e richiesta di intermedizione al Nunzio Vaticano a Washington, Pio Laghi. La risposta, negativa, arriva solo nell´87. È a questo punto che Mockel prende carta e penna e scrive al pedofilo. "Caro Steve, abbiamo finalmente avuto una parola da Roma sulla tua richiesta. Temo non sia incoraggiante. Una lettera firmata dal Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede dice che hanno bisogno di più tempo per pesare la situazione, per capire se la laicizzazione sarebbe un bene per te come per la chiesa. C´è anche preoccupazione che la dispensa possa ‘provocare scandalo tra i fedeli´. Leggendo tra le righe, sembrano incoraggiarci a mandare altre informazioni. Il vescovo è intenzionato ad andare avanti se tu sei interessato. Mi piacerebbe discuterne con te nei dettagli di persona o al telefono. Intanto" conclude la lettera del 13 gennaio 1986 "ti faccio tanti auguri di buon anno. Fraternamente tuo, in Cristo".
Il carteggio tra padre Kiesle e i suoi superiori. Il legale della Santa Sede: giudizi incauti sulla lettera del futuro Papa
La diocesi di Oakland scrisse al pedofilo "Non ti spretiamo, il Vaticano non vuole"
di Angelo Aquaro
Nuove rivelazioni sulla vicenda del prete rimosso solo nell´87, dopo molte violenze accertate
Per il vescovo Cummins "Wojtyla cercava di frenare l´emorragia di sacerdoti"
NEW YORK - Caro pedofilo, ci dispiace ma il cardinale Ratzinger vuole che continui a fare il prete. Firmato: la tua diocesi. Nell´agghiacciante vicenda che accusa il Papa spunta un documento di imbarazzante franchezza. È il 1986 e il reverendo George E. Mockel, del tribunale ecclesiale della diocesi di Oakland, spiega a Stephen Miller Kiesle - il sacerdote allora già condannato a tre anni per abusi - che a frenare la sua richiesta di rimettere la tonaca è il futuro pontefice in persona.
La lettera con cui Ratzinger, "per il bene della Chiesa universale", si rifiutava di spretare il pedofilo - il "Pifferaio Magico" violentatore confesso di "tonnellate di bambini", poi finito perfino nell´inchiesta per l´omicidio di una piccolina - è stata resa nota venerdi dall´Associated Press. È la prima volta che la firma di Benedetto XVI compare direttamente su un documento così compromettente ma l´avvocato della Santa Sede negli Usa, Jeffrey Lena, accusa la stampa di «giudizio frettoloso». Quel documento scritto in latino del 1985, dice in un comunicato, è «una lettera formale, di quelle che vengono solitamente spedite all´inizio di ogni caso di laicizzazione». Anzi: quando il Papa chiede a John Cummins, il vescovo che gli sollecitava il caso, di esercitare «il massimo della cura paterna», fa riferimento alla formula con cui ci si raccomanda di evitare che i preti compiano altri abusi. Tant´è che «durante l´intero corso del procedimento il prete rimase sotto il controllo, l´autorità e la cura del vescovo locale». La formula usata dall´avvocato è importante. Roma scarica sui vescovi la responsabilità del controllo degli abusi mentre gli avvocati delle vittime stanno cercando di arrivare all´incriminazione del Papa proprio in quanto responsabile ultimo dei sacerdoti. «Checché ne dica l´avvocato del Vaticano, i documenti dimostrano il contrario», replica a Repubblica Jeff Anderson, l´avvocato che accusa Ratzinger di aver coperto il molestatore dei bimbi sordi del Milwaukee e ora ha scovato la lettera discussa. «Altro che prendersi cura: nulla è stato fatto fino all´87, quando il sacerdote fu finalmente spretato. Il Vaticano ora dovrà rispondere dei suoi atti: anche in tribunale». Ma davvero la lettera potrebbe essere un format? «Che si trattasse di una lettera-format è ciò che indigna di più. Vuol dire che sono state usate in migliaia di altri casi. È una risposta stupida. E triste».
Oggi il vescovo Cummins spiega che dietro la frenata della pratica voluto da Giovanni Paolo c´era la grande fuga di preti da seminari e conventi seguita al Concilio Vaticano II e al 1968. Versione smentita dal Vaticano. Il carteggio tra la diocesi di Oakland e il Vaticano, pubblicato dal New York Times, è sconcertante. La prima segnalazione è dell´81. Il vescovo Cummins spiega che Kiesle è stato arrestato «con l´accusa di aver fatto sesso con almeno sei ragazzi tra gli 11 e i 16 anni». L´ufficio del futuro Papa risponde chiedendo più informazioni. Dalla California arrivano altre accuse. Niente. È il reverendo Mockel a scrivere ancora a Ratzinger. Silenzio. Mockel allora chiede al suo vescovo di premere: «Lo farei io stesso ma non rispondono ai sacerdoti semplici come me!». Cummins torna all´attacco. Scrive a monsignor Thom Herron, il braccio destro di Ratzinger. Poi ancora a Ratzinger. Per conoscenza e richiesta di intermedizione al Nunzio Vaticano a Washington, Pio Laghi. La risposta, negativa, arriva solo nell´87. È a questo punto che Mockel prende carta e penna e scrive al pedofilo. "Caro Steve, abbiamo finalmente avuto una parola da Roma sulla tua richiesta. Temo non sia incoraggiante. Una lettera firmata dal Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede dice che hanno bisogno di più tempo per pesare la situazione, per capire se la laicizzazione sarebbe un bene per te come per la chiesa. C´è anche preoccupazione che la dispensa possa ‘provocare scandalo tra i fedeli´. Leggendo tra le righe, sembrano incoraggiarci a mandare altre informazioni. Il vescovo è intenzionato ad andare avanti se tu sei interessato. Mi piacerebbe discuterne con te nei dettagli di persona o al telefono. Intanto" conclude la lettera del 13 gennaio 1986 "ti faccio tanti auguri di buon anno. Fraternamente tuo, in Cristo".