Corriere della Sera 20.6.08
Cordone ombelicale Un nuovo divieto alla conservazione
di Margherita De Bac
ROMA — No alla conservazione «personale» del cordone ombelicale.
L'ordinanza che vieta la pratica «autologa solidale», scadenza 30 giugno, è stata prorogata fino al 29 febbraio dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. Il via libera, tuttavia, sembra solo rinviato, come spiega Francesca Martini, sottosegretario con delega alla Salute: «Stiamo elaborando linee guida che serviranno alle Regioni per accreditare le strutture pubbliche e private — dice la Martini —. Sono favorevole.
Non c'è motivo di negare questa possibilità. Purché non diventi una moda e purché non costituisca un costo per il servizio sanitario. Quindi ci sarà un ticket. Le donne devono sapere che la comunità scientifica ha molti dubbi sull'utilità delle staminali del cordone. Chiederemo ai ginecologi di aiutarci a fare informazione». L'unica alternativa restano i centri stranieri. La conservazione del cordone è prevista dal decreto Milleproroghe che però subordinava l'introduzione del nuovo sistema alla presenza di una rete di biobanche, di cui al momento non c'è ancora il disegno.
L'ordinanza di divieto contiene una sola deroga. Sì alla conservazione privata solo se in famiglia ci sono casi di malattie potenzialmente curabili con trapianto di staminali. Si parla di autologa solidale quando il sangue cordonale viene messo a disposizione della comunità dal legittimo proprietario. L'unica banca privata su suolo italiano è il Bioscience di San Marino. Altri centri offrono un diverso tipo di servizio: il sangue viene raccolto in Italia e inviato in strutture straniere, soprattutto in Svizzera e in Inghilterra. Nel 2007 sono stati esportati circa 5 mila cordoni, la richiesta di autorizzazioni al ministero della Salute è in vorticoso aumento. Diminuite invece le donazioni.
«Mai proroga fu più inopportuna e intempestiva. L'Italia si potrebbe allineare al resto del mondo e invece rinuncia», è critica Donatella Poretti, deputata radicale. Chiede al governo «di non perdere l'opportunità e di mettersi al passo con le direttive europee» Luca Marini, presidente di Assobiobanche, l'associazione delle imprese che si occupano di ricerca e servizi in questo settore. Secondo Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti, la rete italiana è di ottimo livello: «Sono perplesso sull'uso autologo. Mancano prove su applicazioni di staminali cordonali autologhe».
Cordone ombelicale Un nuovo divieto alla conservazione
di Margherita De Bac
ROMA — No alla conservazione «personale» del cordone ombelicale.
L'ordinanza che vieta la pratica «autologa solidale», scadenza 30 giugno, è stata prorogata fino al 29 febbraio dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. Il via libera, tuttavia, sembra solo rinviato, come spiega Francesca Martini, sottosegretario con delega alla Salute: «Stiamo elaborando linee guida che serviranno alle Regioni per accreditare le strutture pubbliche e private — dice la Martini —. Sono favorevole.
Non c'è motivo di negare questa possibilità. Purché non diventi una moda e purché non costituisca un costo per il servizio sanitario. Quindi ci sarà un ticket. Le donne devono sapere che la comunità scientifica ha molti dubbi sull'utilità delle staminali del cordone. Chiederemo ai ginecologi di aiutarci a fare informazione». L'unica alternativa restano i centri stranieri. La conservazione del cordone è prevista dal decreto Milleproroghe che però subordinava l'introduzione del nuovo sistema alla presenza di una rete di biobanche, di cui al momento non c'è ancora il disegno.
L'ordinanza di divieto contiene una sola deroga. Sì alla conservazione privata solo se in famiglia ci sono casi di malattie potenzialmente curabili con trapianto di staminali. Si parla di autologa solidale quando il sangue cordonale viene messo a disposizione della comunità dal legittimo proprietario. L'unica banca privata su suolo italiano è il Bioscience di San Marino. Altri centri offrono un diverso tipo di servizio: il sangue viene raccolto in Italia e inviato in strutture straniere, soprattutto in Svizzera e in Inghilterra. Nel 2007 sono stati esportati circa 5 mila cordoni, la richiesta di autorizzazioni al ministero della Salute è in vorticoso aumento. Diminuite invece le donazioni.
«Mai proroga fu più inopportuna e intempestiva. L'Italia si potrebbe allineare al resto del mondo e invece rinuncia», è critica Donatella Poretti, deputata radicale. Chiede al governo «di non perdere l'opportunità e di mettersi al passo con le direttive europee» Luca Marini, presidente di Assobiobanche, l'associazione delle imprese che si occupano di ricerca e servizi in questo settore. Secondo Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti, la rete italiana è di ottimo livello: «Sono perplesso sull'uso autologo. Mancano prove su applicazioni di staminali cordonali autologhe».