Il Manifesto, 30 aprile 2008
Genova. «No pope» in piazza per l'arrivo di Ratzinger
Alessandra Fava
Genova
Una «Laico Parade» per difendere la 194, la fecondazione assistita, i diritti delle coppie di fatto e la libertà di espressione con una protesta anche davanti all'ospedale Galliera dove anche avere la pillola del giorno dopo sembra un'impresa: nasce così una manifestazione lanciata da una pluralità di associazioni, da Usciamo dal silenzio ad Arcigay e Arcilesbica, i centri sociali genovesi, l'Assemblea permanente antifascista, la Lila e Città partecipata, per il 17 maggio quando è prevista una visita di Papa Benedetto XVI prima a Savona con messa in piazza del popolo e poi a Genova il 18 mattina (in mattinata il santuario della Madonna della Guardia in Valpolcevera e poi la messa nel pomeriggio a piazza della Vittoria).
L'intento delle associazioni è di lanciare un appello per «dare voce e visibilità a un'altra Genova: quella laica, atea, dei diritti, delle libertà delle persone e quella di chi - cattolico o diversamente credente - non intende vivere in un paese che imponga per legge una morale religiosa». «Non vogliamo creare un corteo contro il papa - spiega un portavoce - perché non si tratta di contestare la visita pastorale in quanto tale, che ovviamente di per sè è legittima per quello che attiene la dimensione religiosa, né di contestare i credenti perché non è certo la fede dei singoli in discussione, quanto piuttosto di criticare fortemente il ruolo della Chiesa e delle sue strutture nella società italiana rispetto al dibattito politico, culturale e legislativo. Insomma, rivendichiamo la legittimità di contestazione a un leader politico, capo di una multinazionale che gode in Italia di privilegi fiscali e sovvenzioni alle scuole».
Il distinguo è sottile. Infatti la stampa locale ha già paventato il rischio di eccessi. «Noi lanciamo una manifestazione colorata in cui le varie componenti possano esprimersi come meglio credono«, ribatte il portavoce. Sarà il questore Salvatore Pesenti a dire l'ultima parola ed è molto probabile che sia autorizzato un corteo il 17 da Sampierdarena al centro cittadino quando il papa è a Savona, mentre per la giornata del 18 il movimento laico punta a diverse manifestazioni con comici, docenti universitari, femministe, esperti, biologi e quant'altro affidate alle varie realtà che aderiscono al cartello e organizzate in diversi luoghi della città. «Mi piacerebbe vedere Luttazzi in un teatro, ascoltare un dibattito sulla bioetica in un auditorium, un altro incontro delle femministe in un altro angolo della città, appuntamenti che raccolgano i laici e i credenti del dissenso che non hanno voglia di partecipare alla grande adunata in piazza della Vittoria», spiega un'altra voce.
Che la città non stesse zitta era quasi scontato: è una manina genovese quella che ha scritto «Bagnasco vergogna» sul portone della cattedrale appena monsignor Arnaldo Bagnasco si era insediato a vescovo di Genova e già presidente della Cei. Da lì gira sempre con la scorta e questo ha creato parecchie critiche tra i credenti. E' qui che si è scoperto che un ginecologo faceva aborti nei suoi studi privati a signore benestanti di quartieri non tanto di sinistra. E' qui che il 25 aprile Bagnasco è stato fischiato da alcune persone che si trovavano tra la folla tra bandiere della Cgil. La Parade non trova invece il plauso di don Andrea Gallo: «La laicità io la predico tutti i giorni, mica solo in occasione della visita del papa. Mi sembra anche poco opportuno visto che il papa arriva ogni cent'anni e poi c'è il rischio di strumentalizzazioni da parte della destra».
Genova. «No pope» in piazza per l'arrivo di Ratzinger
Alessandra Fava
Genova
Una «Laico Parade» per difendere la 194, la fecondazione assistita, i diritti delle coppie di fatto e la libertà di espressione con una protesta anche davanti all'ospedale Galliera dove anche avere la pillola del giorno dopo sembra un'impresa: nasce così una manifestazione lanciata da una pluralità di associazioni, da Usciamo dal silenzio ad Arcigay e Arcilesbica, i centri sociali genovesi, l'Assemblea permanente antifascista, la Lila e Città partecipata, per il 17 maggio quando è prevista una visita di Papa Benedetto XVI prima a Savona con messa in piazza del popolo e poi a Genova il 18 mattina (in mattinata il santuario della Madonna della Guardia in Valpolcevera e poi la messa nel pomeriggio a piazza della Vittoria).
L'intento delle associazioni è di lanciare un appello per «dare voce e visibilità a un'altra Genova: quella laica, atea, dei diritti, delle libertà delle persone e quella di chi - cattolico o diversamente credente - non intende vivere in un paese che imponga per legge una morale religiosa». «Non vogliamo creare un corteo contro il papa - spiega un portavoce - perché non si tratta di contestare la visita pastorale in quanto tale, che ovviamente di per sè è legittima per quello che attiene la dimensione religiosa, né di contestare i credenti perché non è certo la fede dei singoli in discussione, quanto piuttosto di criticare fortemente il ruolo della Chiesa e delle sue strutture nella società italiana rispetto al dibattito politico, culturale e legislativo. Insomma, rivendichiamo la legittimità di contestazione a un leader politico, capo di una multinazionale che gode in Italia di privilegi fiscali e sovvenzioni alle scuole».
Il distinguo è sottile. Infatti la stampa locale ha già paventato il rischio di eccessi. «Noi lanciamo una manifestazione colorata in cui le varie componenti possano esprimersi come meglio credono«, ribatte il portavoce. Sarà il questore Salvatore Pesenti a dire l'ultima parola ed è molto probabile che sia autorizzato un corteo il 17 da Sampierdarena al centro cittadino quando il papa è a Savona, mentre per la giornata del 18 il movimento laico punta a diverse manifestazioni con comici, docenti universitari, femministe, esperti, biologi e quant'altro affidate alle varie realtà che aderiscono al cartello e organizzate in diversi luoghi della città. «Mi piacerebbe vedere Luttazzi in un teatro, ascoltare un dibattito sulla bioetica in un auditorium, un altro incontro delle femministe in un altro angolo della città, appuntamenti che raccolgano i laici e i credenti del dissenso che non hanno voglia di partecipare alla grande adunata in piazza della Vittoria», spiega un'altra voce.
Che la città non stesse zitta era quasi scontato: è una manina genovese quella che ha scritto «Bagnasco vergogna» sul portone della cattedrale appena monsignor Arnaldo Bagnasco si era insediato a vescovo di Genova e già presidente della Cei. Da lì gira sempre con la scorta e questo ha creato parecchie critiche tra i credenti. E' qui che si è scoperto che un ginecologo faceva aborti nei suoi studi privati a signore benestanti di quartieri non tanto di sinistra. E' qui che il 25 aprile Bagnasco è stato fischiato da alcune persone che si trovavano tra la folla tra bandiere della Cgil. La Parade non trova invece il plauso di don Andrea Gallo: «La laicità io la predico tutti i giorni, mica solo in occasione della visita del papa. Mi sembra anche poco opportuno visto che il papa arriva ogni cent'anni e poi c'è il rischio di strumentalizzazioni da parte della destra».