Il Secolo XIX, 17 maggio 2008
Un migliaio al pride laico
Alla fine erano un pò più di un migliaio i manifestanti del «Pride laico», disertato da Don Gallo e dai principali partiti della sinistra, che hanno raggiunto piazza Caricamento, a Genova.
Un corteo partito da piazza Montano, nella zona di Sampierdarena, mentre l’aereo di Papa Benedetto XVI atterrava poco distante nello scalo del capoluogo ligure per dare inizio alla sua visita pastorale in Liguria che culminerà domani con la concelebrazione eucaristica in piazza della Vittoria. «Malgrado la pioggia non è andata così male», ha commentato Luca Oddone del centro sociale Zapata (tra gli organizzatori), che durante il corteo ha preso più volte la parola al megafono per spiegare alla città i motivi della presenza in piazza. Ragioni in qualche modo riassunte dal simbolo della manifestazione: una fiera cagnetta in cartapesta sosia della sovietica Laika, eroina dello spazio negli anni Sessanta, con due zampe sulla sagoma di un cardinale stesa con una croce grigia tra le braccia, montata sul tetto del furgone dell’impianto stereo in apertura del corteo. «Per una società libera e laica» si leggeva su una scritta artigianale tracciata a pennarello su un foglio di carta appeso alla sagoma della cagnetta.
«Per una società libera dalle ingerenze della Chiesa cattolica, contro i continui attacchi alla legge 194, contro l’omofobia, contro l’otto per mille alla Chiesa cattolica e per la sua destinazione alla scuola pubblica, contro l’oscurantismo e per una società dei saperi, per il riconoscimento dei diritti delle diverse forme di famiglia», hanno vieppiù ricordato le voci che si sono succedute al microfono della manifestazione interrompendo la musica. E tra gli striscioni, uno tracciava un legame ideale con la piazza di Verona: «Genova-Verona: un’unica piazza. Contro i fascisti di ieri e di oggi», nel ricordo di Nicola Tommasoli. «Siamo qui anche per rivendicare il diritto di critica nei confronti della Chiesa cattolica», ha spiegato Franco Turigliatto di Sinistra Critica, unico volto noto della politica nazionale a sfilare nel corteo del capoluogo ligure. Non sono poi mancate note di colore, quando sotto una pioggia battente il corteo, composto soprattutto da giovani con i cappucci alzati e gli ombrelli aperti, ha incrociato un pullman di giapponesi che si sono affrettati a fotografare la sfilata.
Nell’insieme sono state tracciate un paio di scritte, tra queste «No Chiesa, no Stato» che dovrebbero essere cancellate dal servizio Affissioni del Comune prima dell’arrivo del Papa (la digos visionerà i filmati per identificare gli imbrattatori e prima della visita ), ma si è trattato di una manifestazione composta e pacifica.
Un migliaio al pride laico
Alla fine erano un pò più di un migliaio i manifestanti del «Pride laico», disertato da Don Gallo e dai principali partiti della sinistra, che hanno raggiunto piazza Caricamento, a Genova.
Un corteo partito da piazza Montano, nella zona di Sampierdarena, mentre l’aereo di Papa Benedetto XVI atterrava poco distante nello scalo del capoluogo ligure per dare inizio alla sua visita pastorale in Liguria che culminerà domani con la concelebrazione eucaristica in piazza della Vittoria. «Malgrado la pioggia non è andata così male», ha commentato Luca Oddone del centro sociale Zapata (tra gli organizzatori), che durante il corteo ha preso più volte la parola al megafono per spiegare alla città i motivi della presenza in piazza. Ragioni in qualche modo riassunte dal simbolo della manifestazione: una fiera cagnetta in cartapesta sosia della sovietica Laika, eroina dello spazio negli anni Sessanta, con due zampe sulla sagoma di un cardinale stesa con una croce grigia tra le braccia, montata sul tetto del furgone dell’impianto stereo in apertura del corteo. «Per una società libera e laica» si leggeva su una scritta artigianale tracciata a pennarello su un foglio di carta appeso alla sagoma della cagnetta.
«Per una società libera dalle ingerenze della Chiesa cattolica, contro i continui attacchi alla legge 194, contro l’omofobia, contro l’otto per mille alla Chiesa cattolica e per la sua destinazione alla scuola pubblica, contro l’oscurantismo e per una società dei saperi, per il riconoscimento dei diritti delle diverse forme di famiglia», hanno vieppiù ricordato le voci che si sono succedute al microfono della manifestazione interrompendo la musica. E tra gli striscioni, uno tracciava un legame ideale con la piazza di Verona: «Genova-Verona: un’unica piazza. Contro i fascisti di ieri e di oggi», nel ricordo di Nicola Tommasoli. «Siamo qui anche per rivendicare il diritto di critica nei confronti della Chiesa cattolica», ha spiegato Franco Turigliatto di Sinistra Critica, unico volto noto della politica nazionale a sfilare nel corteo del capoluogo ligure. Non sono poi mancate note di colore, quando sotto una pioggia battente il corteo, composto soprattutto da giovani con i cappucci alzati e gli ombrelli aperti, ha incrociato un pullman di giapponesi che si sono affrettati a fotografare la sfilata.
Nell’insieme sono state tracciate un paio di scritte, tra queste «No Chiesa, no Stato» che dovrebbero essere cancellate dal servizio Affissioni del Comune prima dell’arrivo del Papa (la digos visionerà i filmati per identificare gli imbrattatori e prima della visita ), ma si è trattato di una manifestazione composta e pacifica.