L'attacco del papa alla 194
Left del 16 maggio 2008, pag. 89
di Carlo Patrignani
Il 12 Maggio 2007, c’erano tutti i leader dei quattro partiti della Sinistra arcobaleno più Enrico Boselli del Ps, a piazza Navona, sotto le bandiere di "Coraggio laico", a festeggiare la ricorrenza della storica vittoria del "no" al referendum sul divorzio, voluta da Marco Pannella. Un anno dopo, il 12 maggio, dopo la sconfitta del 13 e 14 aprile, a festeggiare sotto le bandiere di ”Amore civile", per rilanciare la riforma del diritto di famiglia iniziata con la legge sul divorzio e poi con il referendum vinto sull’aborto, c’era solo lui, Marco Pannella, gli altri a leccarsi le "ferite" prodotte dal voto, a progettare costituenti di ogni tipo: dei comunisti, della sinistra unitaria e plurale, dei socialisti. Lui, il leader storico dei Radicali, ha altro cui pensare: proprio il 12 maggio ha convocato un drappello di giornalisti nella sede della sua "galassia radicale" per dire in tempo reale al papa, che di nuovo ha attaccato la legge 194 sull’aborto «ora basta con le bestemmie». Il pontefice «offende la verità, la religiosità, lo Stato di diritto e le sue leggi», si sgola al microfono. Presto «faremo una grande manifestazione come tre anni fa» annuncia poi per ribattere «alle bestemmie, all’atteggiamento blasfemo, agli insulti» del Vaticano. «La Chiesa comunità di credenti è altro - tiene a precisare dal Vaticano». Il 10 maggio nella sala del Garante parlavate delle famiglie tante e diverse, delle unioni civili, della sessualità e il Papa si lanciava a difendere la sola famiglia lecita, quella del matrimonio, ovviamente religioso, tra uomo e donna. Lunedì 12, avete presentato sette proposte di legge di riforma del codice civile (impedimenti matrimoniali; adozioni; divorzio breve; registro delle unioni civili per persone di sesso diverso e dello stesso sesso) e il papa ha tuonato contro la legge 194. Fatti solo casuali? «Questo papa è democratico molto democratico...» taglia corto Pannella. E il suo pensiero corre alle nuove battaglie per i diritti civili e la riforma dello stato di famiglia. Al convegno "Amore civile", insieme a politici, scienziati e psicoanalisti, è stato invitato a partecipare anche lo psichiatra Massimo Fagioli. «Le cose con Fagioli sono cambiate da 4-5 anni e il suo intervento non è stato un sasso lanciato in uno stagno», precisa Pannella che ha cercato e voluto lo psichiatra. «La galassia radicale non è uno stagno, è molto di più. È grande. A me piace lanciare sassi a pelo d’acqua: saltellano e si diffondono, vanno in tante direzioni», risponde sorridendo. Per arrivare, casomai, anche a "orecchie attente, indiscrete", come quelle di Walter Veltroni. «Importante è non esser stagnanti», dice e prima di andarsene lancia il primo sassolino: «Se abbiamo una legge sul divorzio, sull’aborto, se si è iniziato a riformare il diritto di famiglia, il merito è di un socialista, tal Salvatore Frasca che allora presiedeva la commissione Sanità della Camera e si adoperò per far approvare queste leggi di civiltà». «Fu su suggerimento di Sandro Pertini, che era presidente della Camera, che misi all’ordine del giorno della Commissione, la 194», ricorda Frasca. Quella sul divorzio c’era già, come la riforma del diritto di famiglia. «Ricevetti una lettera che ancora conservo di un esponente del Pci che mi criticava perché sosteneva che il Paese non era maturo per l’aborto - rivela Frasca -. Il Pci non voleva confliggere con i democristiani e con la Chiesa per perseguire il compromesso storico». Ma c’era l’asse Frasca-Pannella che funzionava. «Eccome se funzionava, non dimentico il forte senso della laicità dello Stato e il lavoro prezioso di Pertini - continua Frasca - di Loris Fortuna, di Mauro Mellini, di due donne intelligentissime, Emma Bonino e Adele Faccio: eravamo proprio un bel gruppo. Siamo riusciti a dare al Paese leggi di grande progresso e libertà, soprattutto per le donne».
Left del 16 maggio 2008, pag. 89
di Carlo Patrignani
Il 12 Maggio 2007, c’erano tutti i leader dei quattro partiti della Sinistra arcobaleno più Enrico Boselli del Ps, a piazza Navona, sotto le bandiere di "Coraggio laico", a festeggiare la ricorrenza della storica vittoria del "no" al referendum sul divorzio, voluta da Marco Pannella. Un anno dopo, il 12 maggio, dopo la sconfitta del 13 e 14 aprile, a festeggiare sotto le bandiere di ”Amore civile", per rilanciare la riforma del diritto di famiglia iniziata con la legge sul divorzio e poi con il referendum vinto sull’aborto, c’era solo lui, Marco Pannella, gli altri a leccarsi le "ferite" prodotte dal voto, a progettare costituenti di ogni tipo: dei comunisti, della sinistra unitaria e plurale, dei socialisti. Lui, il leader storico dei Radicali, ha altro cui pensare: proprio il 12 maggio ha convocato un drappello di giornalisti nella sede della sua "galassia radicale" per dire in tempo reale al papa, che di nuovo ha attaccato la legge 194 sull’aborto «ora basta con le bestemmie». Il pontefice «offende la verità, la religiosità, lo Stato di diritto e le sue leggi», si sgola al microfono. Presto «faremo una grande manifestazione come tre anni fa» annuncia poi per ribattere «alle bestemmie, all’atteggiamento blasfemo, agli insulti» del Vaticano. «La Chiesa comunità di credenti è altro - tiene a precisare dal Vaticano». Il 10 maggio nella sala del Garante parlavate delle famiglie tante e diverse, delle unioni civili, della sessualità e il Papa si lanciava a difendere la sola famiglia lecita, quella del matrimonio, ovviamente religioso, tra uomo e donna. Lunedì 12, avete presentato sette proposte di legge di riforma del codice civile (impedimenti matrimoniali; adozioni; divorzio breve; registro delle unioni civili per persone di sesso diverso e dello stesso sesso) e il papa ha tuonato contro la legge 194. Fatti solo casuali? «Questo papa è democratico molto democratico...» taglia corto Pannella. E il suo pensiero corre alle nuove battaglie per i diritti civili e la riforma dello stato di famiglia. Al convegno "Amore civile", insieme a politici, scienziati e psicoanalisti, è stato invitato a partecipare anche lo psichiatra Massimo Fagioli. «Le cose con Fagioli sono cambiate da 4-5 anni e il suo intervento non è stato un sasso lanciato in uno stagno», precisa Pannella che ha cercato e voluto lo psichiatra. «La galassia radicale non è uno stagno, è molto di più. È grande. A me piace lanciare sassi a pelo d’acqua: saltellano e si diffondono, vanno in tante direzioni», risponde sorridendo. Per arrivare, casomai, anche a "orecchie attente, indiscrete", come quelle di Walter Veltroni. «Importante è non esser stagnanti», dice e prima di andarsene lancia il primo sassolino: «Se abbiamo una legge sul divorzio, sull’aborto, se si è iniziato a riformare il diritto di famiglia, il merito è di un socialista, tal Salvatore Frasca che allora presiedeva la commissione Sanità della Camera e si adoperò per far approvare queste leggi di civiltà». «Fu su suggerimento di Sandro Pertini, che era presidente della Camera, che misi all’ordine del giorno della Commissione, la 194», ricorda Frasca. Quella sul divorzio c’era già, come la riforma del diritto di famiglia. «Ricevetti una lettera che ancora conservo di un esponente del Pci che mi criticava perché sosteneva che il Paese non era maturo per l’aborto - rivela Frasca -. Il Pci non voleva confliggere con i democristiani e con la Chiesa per perseguire il compromesso storico». Ma c’era l’asse Frasca-Pannella che funzionava. «Eccome se funzionava, non dimentico il forte senso della laicità dello Stato e il lavoro prezioso di Pertini - continua Frasca - di Loris Fortuna, di Mauro Mellini, di due donne intelligentissime, Emma Bonino e Adele Faccio: eravamo proprio un bel gruppo. Siamo riusciti a dare al Paese leggi di grande progresso e libertà, soprattutto per le donne».