l’Unità 30.5.08
Il Vaticano: è omicidio
«Testamento biologico, fateci scegliere come morire»
Tam tam dei malati dopo la donna che ha rifiutato le cure grazie a una norma del 2004
di Anna Tarquini
IL CASO DI MODENA? «Non ci sono dubbi, è omicidio». È una condanna senza appello quella del cardinale Barragan, ministro vaticano della Salute. «Non c’è
nessuna legge italiana che prevede l’applicazione del testamento biologico. Se una persona decide di togliersi la vita compie un suicidio, se lo fa per un’altra persona commette un omicidio». E Barragan non è il solo a condannare. Anche le parlamentari teodem Baio e Binetti protestano per la decisione della magistratura di accogliere la scelta di Vincenza Santoro Galano. «Se c’era già questa norma è stato del tutto inutile - osservano Baio e Binetti - che il Senato abbia affrontato la questione del testamento biologico per ben due anni. Da parte nostra ribadiamo che deve esistere il rispetto della volontà del paziente ma lo Stato non può arrogarsi il diritto di interrompere la vita. Il nostro è un no fermo ad ogni tentativo di eutanasia e proporremo che sia stabilita un’interpretazione autentica della legge del 2004».
Un vespaio. Il giorno dopo, il caso della signora di Modena che ha ottenuto per legge di morire in pace divide politici e medici. Non i malati che numerosi lasciano un commento sul sito dell’associazione Coscioni. Elisabetta: «Sento di aver ritrovato il MIO presente, pensando al mio futuro...». O come Jeffrey che vuole solo sapere dove può leggere il decreto Stanzani, dal nome del giudice che ha reso possibile una prima applicazione di testamento biologico in Italia. Ci sono poi le parole di Nicasio Galano, il marito della signora Vincenza, l’ammalata di Sla che ha chiesto e ottenuto dal giudice di non essere intubata. Lui è il famoso «Amministratore di sostegno», cioè il tutore nominato per legge con il dovere di far rispettare le volontà dell’ammalata anche contro quelle dei medici. Nicasio Galano che è vedovo da meno di 24 ore dice: «Ora mia moglie è più serena. È stato accolto il suo desiderio di dignità. Alla nostra famiglia, che è credente, la decisione è parsa normale, visto il suo stato».
Questi sono i malati, dall’altra parte ci sono gli altri. I medici, i politici. Contrario il senatore Ignazio Marino relatore di una proposta di legge sul testamento biologico: «C’è una grande differenza tra un singolo caso come questo e una legge organica che permetta di accompagnare ed assistere una persona fino agli ultimi istanti della sua vita - afferma Marino - serve una legge che non porti nei tribunali la cura della persona affidando al giudizio di un singolo magistrato». Secondo l’ordine dei chirurghi «il caso di Modena non rientra affatto nel testamento biologico». È vero, ma solo in parte. Perché la signora Vincenza ha chiesto e ottenuto di non essere intubata, e chiesto e ottenuto un tutor che garantisse le sue volontà, nel momento di passaggio, quando si perde il fiato e si muore (non si è coscienti o capaci di esprimersi dunque) e il medico ha il dovere di intervenire. E perché la legge che ha scardinato il sistema dice che il tutor interviene a far rispettare le volontà nel momento e per il tempo dell’incapacità di intendere e di volere della persona.
Per questo certa politica ieri ha gridato allo scandalo. Come Isabella Bertolini (Pdl) che sul caso di Modeno ieri commentava: «È un pericoloso esempio». Spiegava Mina Welby: «Il caso di Modena sarà apripista per molti malati. E potrebbe anche aiutare a risolvere la vicenda della povera Eluana Englaro. Mi è capitato di incontrare una dottoressa che ha aiutato a morire una donna che non voleva essere tracheotomizzata. Mi disse che l’aveva addormentata perché non sentisse il soffocamento ma poi mi confessò di non sentirsi a posto con la coscienza. Ebbene, massimo rispetto per tutte quelle persone che nonostante gravi malattie vogliono continuare a vivere, ma quando una persona dice basta, il medico deve aiutare fino in fondo».
Il Vaticano: è omicidio
«Testamento biologico, fateci scegliere come morire»
Tam tam dei malati dopo la donna che ha rifiutato le cure grazie a una norma del 2004
di Anna Tarquini
IL CASO DI MODENA? «Non ci sono dubbi, è omicidio». È una condanna senza appello quella del cardinale Barragan, ministro vaticano della Salute. «Non c’è
nessuna legge italiana che prevede l’applicazione del testamento biologico. Se una persona decide di togliersi la vita compie un suicidio, se lo fa per un’altra persona commette un omicidio». E Barragan non è il solo a condannare. Anche le parlamentari teodem Baio e Binetti protestano per la decisione della magistratura di accogliere la scelta di Vincenza Santoro Galano. «Se c’era già questa norma è stato del tutto inutile - osservano Baio e Binetti - che il Senato abbia affrontato la questione del testamento biologico per ben due anni. Da parte nostra ribadiamo che deve esistere il rispetto della volontà del paziente ma lo Stato non può arrogarsi il diritto di interrompere la vita. Il nostro è un no fermo ad ogni tentativo di eutanasia e proporremo che sia stabilita un’interpretazione autentica della legge del 2004».
Un vespaio. Il giorno dopo, il caso della signora di Modena che ha ottenuto per legge di morire in pace divide politici e medici. Non i malati che numerosi lasciano un commento sul sito dell’associazione Coscioni. Elisabetta: «Sento di aver ritrovato il MIO presente, pensando al mio futuro...». O come Jeffrey che vuole solo sapere dove può leggere il decreto Stanzani, dal nome del giudice che ha reso possibile una prima applicazione di testamento biologico in Italia. Ci sono poi le parole di Nicasio Galano, il marito della signora Vincenza, l’ammalata di Sla che ha chiesto e ottenuto dal giudice di non essere intubata. Lui è il famoso «Amministratore di sostegno», cioè il tutore nominato per legge con il dovere di far rispettare le volontà dell’ammalata anche contro quelle dei medici. Nicasio Galano che è vedovo da meno di 24 ore dice: «Ora mia moglie è più serena. È stato accolto il suo desiderio di dignità. Alla nostra famiglia, che è credente, la decisione è parsa normale, visto il suo stato».
Questi sono i malati, dall’altra parte ci sono gli altri. I medici, i politici. Contrario il senatore Ignazio Marino relatore di una proposta di legge sul testamento biologico: «C’è una grande differenza tra un singolo caso come questo e una legge organica che permetta di accompagnare ed assistere una persona fino agli ultimi istanti della sua vita - afferma Marino - serve una legge che non porti nei tribunali la cura della persona affidando al giudizio di un singolo magistrato». Secondo l’ordine dei chirurghi «il caso di Modena non rientra affatto nel testamento biologico». È vero, ma solo in parte. Perché la signora Vincenza ha chiesto e ottenuto di non essere intubata, e chiesto e ottenuto un tutor che garantisse le sue volontà, nel momento di passaggio, quando si perde il fiato e si muore (non si è coscienti o capaci di esprimersi dunque) e il medico ha il dovere di intervenire. E perché la legge che ha scardinato il sistema dice che il tutor interviene a far rispettare le volontà nel momento e per il tempo dell’incapacità di intendere e di volere della persona.
Per questo certa politica ieri ha gridato allo scandalo. Come Isabella Bertolini (Pdl) che sul caso di Modeno ieri commentava: «È un pericoloso esempio». Spiegava Mina Welby: «Il caso di Modena sarà apripista per molti malati. E potrebbe anche aiutare a risolvere la vicenda della povera Eluana Englaro. Mi è capitato di incontrare una dottoressa che ha aiutato a morire una donna che non voleva essere tracheotomizzata. Mi disse che l’aveva addormentata perché non sentisse il soffocamento ma poi mi confessò di non sentirsi a posto con la coscienza. Ebbene, massimo rispetto per tutte quelle persone che nonostante gravi malattie vogliono continuare a vivere, ma quando una persona dice basta, il medico deve aiutare fino in fondo».