Corriere della Sera 23 mag. ’08
INCAPACI MENTALI, DIRITTO ALL'EUTANASIA
Etica e malattia Il progetto apre anche ai pazienti che non hanno espresso il
consenso in precedenza
Belgio, la proposta per estendere la dolce morte. I critici: si torna a Hitler
Iniziativa del partito liberaldemocratico dell'ex premier Verofstadt. In Belgio
l'eutanasia è legale dal 2002
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES -
Prima proposta: lasciar morire, o meglio uccidere con un'iniezione o con una manciata
di pastiglie, un paziente che sia «mentalmente incapacitato». Seconda proposta:
lasciar morire o uccidere anche, sempre per sottrarlo al dolore di una malattia
non più controllabile, chi per la legge è minorenne, troppo giovane per decidere
da solo. Questo ed altro chiedono 4 progetti di legge - presentati dal partito
liberaldemocratico fiammingo - che stanno dividendo ancora una volta il Belgio
cattolico: prevedono cioè che l'eutanasia, già legalizzata dal 2002 per i
maggiorenni e a determinate condizioni, possa essere estesa legalmente anche ai
minori - come già avviene in Olanda - e ai «dementi», cioè a persone che non
siano in grado di intendere e di volere per effetto di una incurabile forma di
demenza. Stando agli oppositori dell'idea, soprattutto a quelli dell'area
cattolica, si tratta poco meno che di un ritorno al «T4», il piano per
l'eutanasia di massa messo in cantiere da Hitler subito prima della guerra.
Stando ai sostenitori, le ideologie naziste non c'entrano proprio nulla: si
vorrebbe solo combattere la condanna della sofferenza inutile, e offrire a tutti
la possibilità di una «morte con dignità». Sostenitori e oppositori sono
disposti in file trasversali, si trovano più o meno in tutti i partiti. Ma a
firmare i 4 progetti di legge sono i liberaldemocratici dell'Open Vld, il
partito dell'ex primo ministro Guy Verofstadt e anche il primo partito in vaste
zone delle Fiandre. Il clima politico è già appesantito dalle tensioni etnico-
linguistiche, e in tema di eutanasia non si è ancora spenta l'eco della morte di
Hugo Claus, lo scrittore che ha scelto la «dolce fine» pur di non arrendersi al
morbo di Alzheimer: secondo il quotidiano fiammingo De Standaard, dalla morte di
Claus sono raddoppiate le richieste di eutanasia in tutto il Paese. Ma Claus,
appunto, era ancora in possesso delle sue facoltà mentali. Quelli di cui oggi si
discute sono casi probabilmente molto diversi. Per un «mentalmente
incapacitato», si dice, potrebbe comunque far testo una sua volontà espressa in
precedenza, e la decisione del medico dovrebbe sottostare alle stesse condizioni
previste oggi: che la malattia sia grave e incurabile; che le sofferenze
«fisiche o psichiche» siano «costanti, intollerabili e non sedabili»; e che vi
sia stata, appunto, una richiesta «volontaria, ripetuta e libera da ogni
pressione esteriore». Ma se quest'ultima richiesta non vi fosse stata, se
l'incapacità psichica - o anche l'età troppo giovane del paziente (o tutt'e due,
nel caso di ragazzi gravemente handicappati) - l'avesse resa impossibile?
Basterebbe l'accordo del medico con i parenti stretti del paziente? Qui c'è una
zona opaca, di ambiguità giuridica, in cui si concentrano le polemiche. In
Olanda, questi ostacoli sono stati aggirati da una legge che permette
l'eutanasia per i ragazzi dai 12 ai 16 anni purché vi sia il consenso dei
genitori o dei tutori; e per quelli di 16-17 anni, anche senza questo consenso
(ma dietro richiesta del ragazzo, naturalmente). In Belgio, finora, si è sempre
proceduto con il sistema della «notifica a posteriori»: una volta accertate le
condizioni prescritte, il medico somministra la «dolce morte», o iniettando dei
farmaci o «aiutando» il paziente a prenderli per bocca. Poi, entro 4 giorni
dalla morte, avverte la Commissione cui spetta il giudizio finale. E lo fa con
un modulo scaricabile anche da Internet, poiché la burocrazia imbriglia pure la
morte. Luigi Offeddu Le «macchine» per morire Il «dottor morte» Jack Kevorkian,
80 anni di cui passati 8 in cella per aver aiutato a morire circa 100 malati
terminali, con il suo «Thanatron». A destra, la macchina della morte «fai da te» del tedesco Peter Kusch Il progetto belga Incapaci Se il progetto di legge sarà approvato, i medici belgi potranno compiere l'eutanasia attiva su soggetti incapaci di intendere e di volere, purché questi abbiano espresso questa volontà In Europa Ad oggi l'eutanasia attiva è consentita solo in Belgio, Olanda (che la autorizza anche per i ragazzi dai 12 anni in su) e Lussemburgo. In Svizzera è previsto, invece, il «suicidio assistito» Attiva È prevista l'eutanasia attiva (iniezione di farmaco neuro-paralizzante che conduce alla morte), distinta da quella passiva (rifiuto dell'accanimento terapeutico e/o somministrazione di forti sedativi-palliativi) I funerali Lo scrittore belga Hugo Claus, morto con l'eutanasia
INCAPACI MENTALI, DIRITTO ALL'EUTANASIA
Etica e malattia Il progetto apre anche ai pazienti che non hanno espresso il
consenso in precedenza
Belgio, la proposta per estendere la dolce morte. I critici: si torna a Hitler
Iniziativa del partito liberaldemocratico dell'ex premier Verofstadt. In Belgio
l'eutanasia è legale dal 2002
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES -
Prima proposta: lasciar morire, o meglio uccidere con un'iniezione o con una manciata
di pastiglie, un paziente che sia «mentalmente incapacitato». Seconda proposta:
lasciar morire o uccidere anche, sempre per sottrarlo al dolore di una malattia
non più controllabile, chi per la legge è minorenne, troppo giovane per decidere
da solo. Questo ed altro chiedono 4 progetti di legge - presentati dal partito
liberaldemocratico fiammingo - che stanno dividendo ancora una volta il Belgio
cattolico: prevedono cioè che l'eutanasia, già legalizzata dal 2002 per i
maggiorenni e a determinate condizioni, possa essere estesa legalmente anche ai
minori - come già avviene in Olanda - e ai «dementi», cioè a persone che non
siano in grado di intendere e di volere per effetto di una incurabile forma di
demenza. Stando agli oppositori dell'idea, soprattutto a quelli dell'area
cattolica, si tratta poco meno che di un ritorno al «T4», il piano per
l'eutanasia di massa messo in cantiere da Hitler subito prima della guerra.
Stando ai sostenitori, le ideologie naziste non c'entrano proprio nulla: si
vorrebbe solo combattere la condanna della sofferenza inutile, e offrire a tutti
la possibilità di una «morte con dignità». Sostenitori e oppositori sono
disposti in file trasversali, si trovano più o meno in tutti i partiti. Ma a
firmare i 4 progetti di legge sono i liberaldemocratici dell'Open Vld, il
partito dell'ex primo ministro Guy Verofstadt e anche il primo partito in vaste
zone delle Fiandre. Il clima politico è già appesantito dalle tensioni etnico-
linguistiche, e in tema di eutanasia non si è ancora spenta l'eco della morte di
Hugo Claus, lo scrittore che ha scelto la «dolce fine» pur di non arrendersi al
morbo di Alzheimer: secondo il quotidiano fiammingo De Standaard, dalla morte di
Claus sono raddoppiate le richieste di eutanasia in tutto il Paese. Ma Claus,
appunto, era ancora in possesso delle sue facoltà mentali. Quelli di cui oggi si
discute sono casi probabilmente molto diversi. Per un «mentalmente
incapacitato», si dice, potrebbe comunque far testo una sua volontà espressa in
precedenza, e la decisione del medico dovrebbe sottostare alle stesse condizioni
previste oggi: che la malattia sia grave e incurabile; che le sofferenze
«fisiche o psichiche» siano «costanti, intollerabili e non sedabili»; e che vi
sia stata, appunto, una richiesta «volontaria, ripetuta e libera da ogni
pressione esteriore». Ma se quest'ultima richiesta non vi fosse stata, se
l'incapacità psichica - o anche l'età troppo giovane del paziente (o tutt'e due,
nel caso di ragazzi gravemente handicappati) - l'avesse resa impossibile?
Basterebbe l'accordo del medico con i parenti stretti del paziente? Qui c'è una
zona opaca, di ambiguità giuridica, in cui si concentrano le polemiche. In
Olanda, questi ostacoli sono stati aggirati da una legge che permette
l'eutanasia per i ragazzi dai 12 ai 16 anni purché vi sia il consenso dei
genitori o dei tutori; e per quelli di 16-17 anni, anche senza questo consenso
(ma dietro richiesta del ragazzo, naturalmente). In Belgio, finora, si è sempre
proceduto con il sistema della «notifica a posteriori»: una volta accertate le
condizioni prescritte, il medico somministra la «dolce morte», o iniettando dei
farmaci o «aiutando» il paziente a prenderli per bocca. Poi, entro 4 giorni
dalla morte, avverte la Commissione cui spetta il giudizio finale. E lo fa con
un modulo scaricabile anche da Internet, poiché la burocrazia imbriglia pure la
morte. Luigi Offeddu Le «macchine» per morire Il «dottor morte» Jack Kevorkian,
80 anni di cui passati 8 in cella per aver aiutato a morire circa 100 malati
terminali, con il suo «Thanatron». A destra, la macchina della morte «fai da te» del tedesco Peter Kusch Il progetto belga Incapaci Se il progetto di legge sarà approvato, i medici belgi potranno compiere l'eutanasia attiva su soggetti incapaci di intendere e di volere, purché questi abbiano espresso questa volontà In Europa Ad oggi l'eutanasia attiva è consentita solo in Belgio, Olanda (che la autorizza anche per i ragazzi dai 12 anni in su) e Lussemburgo. In Svizzera è previsto, invece, il «suicidio assistito» Attiva È prevista l'eutanasia attiva (iniezione di farmaco neuro-paralizzante che conduce alla morte), distinta da quella passiva (rifiuto dell'accanimento terapeutico e/o somministrazione di forti sedativi-palliativi) I funerali Lo scrittore belga Hugo Claus, morto con l'eutanasia