La Repubblica Firenze 28.5.08
Il numero è in aumento rispetto al 2005. Gli anestesisti obiettano solo al 30 per cento, le ostetriche al 35, gli infermieri al 20
Toscana, Aborto, record di obiettori
I medici contrari sono il 60%. A Careggi e a Lucca anche di più
di Michele Bocci
E´ record di medici che fanno obiezione di coscienza alla pratica dell´aborto. Rappresentano il 60% di quelli impiegati nelle strutture pubbliche di riferimento in Toscana. Sono addirittura di più a Careggi e Lucca. Il loro numero è in aumento rispetto al 2005. Di molto inferiore è invece il numero degli ostetrici che fanno obiezione di coscienza all´aborto - sono il 35% del totale rispetto a quelli impiegati - e ancor meno sono gli anestesisti (il 30%) e gli infermieri: di questi ultimi solo uno su cinque, ovvero il 20%, fa obiezione.
Fra le ostetriche e gli anestesisti invece la disponibilità è maggiore
Siamo una regione più "aperta" della media nazionale dove il fronte del "no" è del 70%
Interruzione volontaria di gravidanza, in Toscana aumentano i ginecologi obiettori: oggi sei specialisti su dieci non fanno gli interventi di aborto. I numeri comunicati pochi giorni fa da tutte le aziende sanitarie ed ospedaliere alla Regione, praticamente quando scadeva il trentennale della legge 194, approvata nel maggio 1978, segnano una netta crescita rispetto all´ultima rilevazione, che risale al 2005. Allora gli obiettori erano il 5-7% di meno. Un dato non preciso perché teneva conto di 10 asl su 16 e mancavano tra l´altro quella di Firenze e l´azienda ospedaliera di Pisa.
Oggi è disponibile una ricognizione completa, che conferma il trend di crescita nazionale, anche se il dato toscano è ancora sotto il 70% della media italiana, resa nota ad aprile dall´allora ministro alla sanità Livia Turco. I numeri toscani riguardano anche gli altri professionisti che hanno un ruolo nell´interruzione di gravidanza, cioè gli anestesisti, le ostetriche e gli infermieri. Salta agli occhi come l´obiezione sia molto più contenuta tra i medici che fanno gli aborti insieme ai ginecologi. Per gli anestesisti il dato è infatti fermo al 29% (contro il 28 del 2005): tra i componenti delle due categorie di specialisti sembrerebbero esserci differenze etiche e religiose molto forti. Le ostetriche e gli infermieri, che negli interventi di interruzione hanno un ruolo più marginale, segnano addirittura un calo degli obiettori dal 2005 (le prime dal 48 e al 35%, i secondi dal 24 al 19).
La ricognizione regionale prende in considerazione i dati azienda per azienda. Restando ai ginecologi, saltano agli occhi situazioni come quella di Lucca, dove dei 19 specialisti solo 2 sono non obiettori (molto sopra la media anche i dati delle ostetriche, 22 su 26, e degli infermieri, 21 su 32). «Riusciamo comunque ad assicurare l´attività di interruzione volontaria di gravidanza», spiega il primario, arrivato da Careggi un mese fa, Gian Luca Bracco. Non è escluso che qualche donna che vive in quella provincia debba spostarsi per fare l´intervento. Non molto diversa la situazione dell´azienda ospedaliera di Pisa, dove gli obiettori sono 27 su 32. Nel policlinico fiorentino cambia solo il totale di ginecologi in organico, 35, quello di obiettori è identico a Pisa. Per le asl con il minor numero percentuale di obiettori, ci sono Siena con 5 su 19, e Firenze con 19 su 44.
Nella nostra regione le interruzioni di gravidanza diminuiscono. Nel 2007 sono state il 6% in meno, cioè 520, delle 8879 del 2006. Il ricorso all´aborto scende tra le italiane, mentre tra le straniere aumenta dello 0,64%, perché cresce il numero delle donne immigrate. In questi anni sono calati anche gli aborti per feti malformati. Nel giro di due anni le coppie che hanno interrotto la gravidanza dopo aver scoperto che il figlio alla nascita avrebbe avuto bisogno di cure importanti sono passate dal 45% del totale al 13,7%. Merito, secondo la Regione, di diagnosi e cure migliorate.
Il numero è in aumento rispetto al 2005. Gli anestesisti obiettano solo al 30 per cento, le ostetriche al 35, gli infermieri al 20
Toscana, Aborto, record di obiettori
I medici contrari sono il 60%. A Careggi e a Lucca anche di più
di Michele Bocci
E´ record di medici che fanno obiezione di coscienza alla pratica dell´aborto. Rappresentano il 60% di quelli impiegati nelle strutture pubbliche di riferimento in Toscana. Sono addirittura di più a Careggi e Lucca. Il loro numero è in aumento rispetto al 2005. Di molto inferiore è invece il numero degli ostetrici che fanno obiezione di coscienza all´aborto - sono il 35% del totale rispetto a quelli impiegati - e ancor meno sono gli anestesisti (il 30%) e gli infermieri: di questi ultimi solo uno su cinque, ovvero il 20%, fa obiezione.
Fra le ostetriche e gli anestesisti invece la disponibilità è maggiore
Siamo una regione più "aperta" della media nazionale dove il fronte del "no" è del 70%
Interruzione volontaria di gravidanza, in Toscana aumentano i ginecologi obiettori: oggi sei specialisti su dieci non fanno gli interventi di aborto. I numeri comunicati pochi giorni fa da tutte le aziende sanitarie ed ospedaliere alla Regione, praticamente quando scadeva il trentennale della legge 194, approvata nel maggio 1978, segnano una netta crescita rispetto all´ultima rilevazione, che risale al 2005. Allora gli obiettori erano il 5-7% di meno. Un dato non preciso perché teneva conto di 10 asl su 16 e mancavano tra l´altro quella di Firenze e l´azienda ospedaliera di Pisa.
Oggi è disponibile una ricognizione completa, che conferma il trend di crescita nazionale, anche se il dato toscano è ancora sotto il 70% della media italiana, resa nota ad aprile dall´allora ministro alla sanità Livia Turco. I numeri toscani riguardano anche gli altri professionisti che hanno un ruolo nell´interruzione di gravidanza, cioè gli anestesisti, le ostetriche e gli infermieri. Salta agli occhi come l´obiezione sia molto più contenuta tra i medici che fanno gli aborti insieme ai ginecologi. Per gli anestesisti il dato è infatti fermo al 29% (contro il 28 del 2005): tra i componenti delle due categorie di specialisti sembrerebbero esserci differenze etiche e religiose molto forti. Le ostetriche e gli infermieri, che negli interventi di interruzione hanno un ruolo più marginale, segnano addirittura un calo degli obiettori dal 2005 (le prime dal 48 e al 35%, i secondi dal 24 al 19).
La ricognizione regionale prende in considerazione i dati azienda per azienda. Restando ai ginecologi, saltano agli occhi situazioni come quella di Lucca, dove dei 19 specialisti solo 2 sono non obiettori (molto sopra la media anche i dati delle ostetriche, 22 su 26, e degli infermieri, 21 su 32). «Riusciamo comunque ad assicurare l´attività di interruzione volontaria di gravidanza», spiega il primario, arrivato da Careggi un mese fa, Gian Luca Bracco. Non è escluso che qualche donna che vive in quella provincia debba spostarsi per fare l´intervento. Non molto diversa la situazione dell´azienda ospedaliera di Pisa, dove gli obiettori sono 27 su 32. Nel policlinico fiorentino cambia solo il totale di ginecologi in organico, 35, quello di obiettori è identico a Pisa. Per le asl con il minor numero percentuale di obiettori, ci sono Siena con 5 su 19, e Firenze con 19 su 44.
Nella nostra regione le interruzioni di gravidanza diminuiscono. Nel 2007 sono state il 6% in meno, cioè 520, delle 8879 del 2006. Il ricorso all´aborto scende tra le italiane, mentre tra le straniere aumenta dello 0,64%, perché cresce il numero delle donne immigrate. In questi anni sono calati anche gli aborti per feti malformati. Nel giro di due anni le coppie che hanno interrotto la gravidanza dopo aver scoperto che il figlio alla nascita avrebbe avuto bisogno di cure importanti sono passate dal 45% del totale al 13,7%. Merito, secondo la Regione, di diagnosi e cure migliorate.