Il Messaggero Veneto, 11 luglio 2008
Eluana, il padre alla Chiesa: «Conta soltanto la sua volontà»
MILANO. Non vuole parlare di eutanasia, come afferma il Vaticano, perché per Beppino Englaro, padre di Eluana, si tratta di una scelta di «libertà». Staccare le macchine che alimentano artificialmente sua figlia da 16 anni è dunque un evento che risponde al pensiero etico che Eluana aveva. La sentenza della Corte d'appello di Milano che concede lo stop delle terapie sarà dunque messa in pratica.
Beppino Englaro replica duramente alle accuse della Chiesa: «Quello che dice il Vaticano vale per il Vaticano. Quello che diceva mia figlia vale per mia figlia. L'interruzione delle procedure mediche dolorose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto a risultati ottenuti può essere legittima. Questo lo scriveva l'attuale papa Ratzinger quand'era cardinale. E secondo voi questa situazione non corrisponde a quella di Eluana? La verità è che loro alle volte dicono tutto e il contrario di tutto».
Ma non è ancora stato deciso quando verrà staccata la spina: «Sono del parere che non si può più attendere perché il provvedimento dei giudici è immediatamnete esecutivo e penso non ci sia spazio per un ricorso. Ora cerchiamo un medico che sia disposto a interrrompere il trattamento di idratazione e alimentazione forzata. Una volta individuato sarà lui a dire come e dove procedere», ha specificato l'avvocato Franca Alessio, curatrice speciale di Eluana. Sta di fatto che la morte della ragazza non avverrà nella casa di cura «Beato Luigi Talamoni» dove le suore hanno assistito Eluana fino ad ora.
Le religiose hanno addirittura detto «se la considerano morta la lascino da noi». E l'ipotesi di trasferire la ragazza all'ospedale Manzoni di Lecco è stata esclusa dal primario di Rianimazione, Riccardo Massei: «La morte di Eluana non avverrà qui da noi. Questo ospedale, come gli altri, è per la cura del paziente acuto. La situazione di Eluana è diversa per cui il papà, se vuole da solo, o con me o altri medici, deciderà il luogo. L'ultimo momento di vita di questa ragazza dovrebbe avvenire in un ambiente familiare con accanto i suoi cari. Ho seguito Eluana dall'inizio del suo calvario ma sono per la vita, qualunque essa sia. Se il papà e la mamma di Eluana me lo chiederanno, sarò loro vicino umanamente».
E pur di evitare la morte di Eluana l'Associazione Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, si è detta disponibile ad accogliere la ragazza e curarla. La voce del Vaticano si fa dunque sentire: «L'indisponiblità della vita umana è principio costitutivo di ogni democrazia. Per affermare l'intangibilità di ogni vita umana non è necessario ricorrere a una concezione religiosa», scrive l'Osservatore romano che sottolinea l'impossibilità di attribuire una rilevanza decisiva a una volontà pregressa e presunta che aveva Eluana.
Si schiera nettamente contro la decisione dei giudici di Milano anche il Movimento per la vita, così come si è detta contraria il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini che spera nel ricorso in Cassazione. Per Isabella Bertolini, parlamentare del Pdl, in tal modo si rischia di far passare l'eutanasia in Italia e Maurizio Gasparri, capogruppo di An al Senato, si dice perplesso per la decisione dei giudici milanesi.
A schierarsi invece con la posizione del padre di Eluana è la Chiesa Valdese la quale conferma la libertà di rifiutare le cure. Il caso Englaro porta alla luce la necessità di avere una legge sul testamento biologogico. «È urgentissima», ha detto il senatore del Pd Enzo Bianco, «serve un decreto che regoli questi problemi nel rispetto dei diritti delle vittime, dei familiari e dei principi etici e delle libertà individuali sancite nella carta dei diritti dell'uomo».
Roberta Rizzo
(11 luglio 2008)
Eluana, il padre alla Chiesa: «Conta soltanto la sua volontà»
MILANO. Non vuole parlare di eutanasia, come afferma il Vaticano, perché per Beppino Englaro, padre di Eluana, si tratta di una scelta di «libertà». Staccare le macchine che alimentano artificialmente sua figlia da 16 anni è dunque un evento che risponde al pensiero etico che Eluana aveva. La sentenza della Corte d'appello di Milano che concede lo stop delle terapie sarà dunque messa in pratica.
Beppino Englaro replica duramente alle accuse della Chiesa: «Quello che dice il Vaticano vale per il Vaticano. Quello che diceva mia figlia vale per mia figlia. L'interruzione delle procedure mediche dolorose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto a risultati ottenuti può essere legittima. Questo lo scriveva l'attuale papa Ratzinger quand'era cardinale. E secondo voi questa situazione non corrisponde a quella di Eluana? La verità è che loro alle volte dicono tutto e il contrario di tutto».
Ma non è ancora stato deciso quando verrà staccata la spina: «Sono del parere che non si può più attendere perché il provvedimento dei giudici è immediatamnete esecutivo e penso non ci sia spazio per un ricorso. Ora cerchiamo un medico che sia disposto a interrrompere il trattamento di idratazione e alimentazione forzata. Una volta individuato sarà lui a dire come e dove procedere», ha specificato l'avvocato Franca Alessio, curatrice speciale di Eluana. Sta di fatto che la morte della ragazza non avverrà nella casa di cura «Beato Luigi Talamoni» dove le suore hanno assistito Eluana fino ad ora.
Le religiose hanno addirittura detto «se la considerano morta la lascino da noi». E l'ipotesi di trasferire la ragazza all'ospedale Manzoni di Lecco è stata esclusa dal primario di Rianimazione, Riccardo Massei: «La morte di Eluana non avverrà qui da noi. Questo ospedale, come gli altri, è per la cura del paziente acuto. La situazione di Eluana è diversa per cui il papà, se vuole da solo, o con me o altri medici, deciderà il luogo. L'ultimo momento di vita di questa ragazza dovrebbe avvenire in un ambiente familiare con accanto i suoi cari. Ho seguito Eluana dall'inizio del suo calvario ma sono per la vita, qualunque essa sia. Se il papà e la mamma di Eluana me lo chiederanno, sarò loro vicino umanamente».
E pur di evitare la morte di Eluana l'Associazione Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, si è detta disponibile ad accogliere la ragazza e curarla. La voce del Vaticano si fa dunque sentire: «L'indisponiblità della vita umana è principio costitutivo di ogni democrazia. Per affermare l'intangibilità di ogni vita umana non è necessario ricorrere a una concezione religiosa», scrive l'Osservatore romano che sottolinea l'impossibilità di attribuire una rilevanza decisiva a una volontà pregressa e presunta che aveva Eluana.
Si schiera nettamente contro la decisione dei giudici di Milano anche il Movimento per la vita, così come si è detta contraria il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini che spera nel ricorso in Cassazione. Per Isabella Bertolini, parlamentare del Pdl, in tal modo si rischia di far passare l'eutanasia in Italia e Maurizio Gasparri, capogruppo di An al Senato, si dice perplesso per la decisione dei giudici milanesi.
A schierarsi invece con la posizione del padre di Eluana è la Chiesa Valdese la quale conferma la libertà di rifiutare le cure. Il caso Englaro porta alla luce la necessità di avere una legge sul testamento biologogico. «È urgentissima», ha detto il senatore del Pd Enzo Bianco, «serve un decreto che regoli questi problemi nel rispetto dei diritti delle vittime, dei familiari e dei principi etici e delle libertà individuali sancite nella carta dei diritti dell'uomo».
Roberta Rizzo
(11 luglio 2008)