l’Unità 2.7.08
È il «garante» di Alemanno il prete arrestato per pedofilia
di Massimiliano Di Dio
«È un grande dolore». Tutto qui quello che il sindaco di Roma Gianni Alemanno riesce a dire dell’arresto di don Ruggero Conti, uno dei «garanti per la famiglia» della sua amministrazione, accusato di violenza sessuale aggravata e continuata nei confronti di alcuni minori dell’oratorio. I radicali lo sfidano: si costituisca parte civile. Ma il sindaco fa finta di niente. E formalmente lo mantiene in carica.
Don Conti accusato di aver violentato minori
I radicali: «Sindaco parte civile». Ma lui tace
DA REGINA COELI, dov’è detenuto da quattro giorni, don Ruggero Conti nega ogni addebito. Anzi incalza: «È tutto un complotto. Sono tutte falsità frutto di cattiveria e gelosia» mentre una parte dei fedeli è incredula: «Lo aspettiamo a braccia aperte». Ma
gli inquirenti hanno ricostruito dieci anni di abusi nella sua parrocchia, partendo dalla denuncia di un altro sacerdote e arrivando alle testimonianze per ora di sette giovani, all'epoca tutti minorenni. E le accuse contro don Conti, 55 anni della parrocchia romana Natività di Maria Santissima, sembrano reggere. Al punto che si è arrivati all'arresto con l'accusa di violenza sessuale aggravata e continuata. Ora il suo caso crea non poco imbarazzo anche in Campidoglio dove solo alcuni mesi fa, prima della campagna elettorale e quindi prima di finire in manette, don Ruggero era stato nominato dallo stesso Alemanno garante per le politiche per le periferie e la famiglia. I radicali ieri hanno chiesto al primo cittadino di costituirsi parte civile. Ma Alemanno non ha risposto. «È stato un grosso dolore. Chiedo ai magistrati tutta la chiarezza possibile e di non fare sconti a nessuno» si è limitato a dire.
Nessun atto cautelativo da parte del Campidoglio nei confronti del sacerdote. Che da un lato contrasta con le condanne espresse in passato da An in altre vicende simili, come quella di Rignano Flaminio. E dall'altro trova forse ragione nel rapporto che lega il prete arrestato al sindaco. Al punto che quest'ultimo lo ha voluto accanto a sé anche in Comune come garante per le politiche per la famiglia e le periferie. «Alemanno passi dalle parole ai fatti: il Comune si costituisca parte civile per meglio assicurare assistenza a chi è doppiamente debole» incalza Mario Staderini dei Radicali. Dietro le sue parole c'è la drammatica vicenda giudiziaria che si è abbattuta dentro la parrocchia di via Selva Candida. Lì, secondo gli inquirenti, don Conti ha abusato negli ultimi dieci anni di ragazzi affidati alle sue cure nell'oratorio e nei campi estivi. Magari dietro la promessa di soldi, cd, dvd o vestiti. Vittime che all'epoca avevano anche solo undici anni. In sette ora hanno raccontato ai carabinieri un passato fatto di abusi e pedofilia. Ma potrebbero essere molti di più. Si cerca poi di far luce sui sospetti e le voci che nel quartiere da anni accompagnano il sacerdote. In passato don Conti era già stato sospeso per un mese dalle autorità ecclesiastiche. «Nel 2006 - spiega l'avvocato Anna D'Alessandro che difende il prete insieme ai legali Riccardo Olivo e Gianfranco D'Onofrio - c'era stata una verifica da parte del Vescovo dopo alcune voci e per un mese don Conti non era stato presente in parrocchia. Poi però è tornato a svolgere il suo ruolo di sempre».
Dal carcere di Regina Coeli, dov'è detenuto da tre giorni, il sacerdote rilancia al complotto. I suoi legali hanno già presentato domanda di scarcerazione e istanza per i domiciliari per problemi cardiaci. Parlano alcuni fedeli. «Di quello che si dice su di lui, la maggior parte è tutto inventato - afferma una signora - Lo conosco da anni, è amico di tutti, sempre solare e spettacolare. Qui in parrocchia lo aspettiamo a braccia aperte e nel frattempo cerchiamo di riportare armonia e normalità in un luogo frequentato da 400 bambini e 100 animatori». Su youtube un video mostra il sacerdote mentre canta. Capelli neri, occhiali, un po' paffuto. Molti i commenti. Alcuni contro, altri a favore come quello di Pindulicchio: «Ho lavorato per lui e non ha commesso una cosa simile. È un personaggio "scomodo" in grado di far del bene alla comunità. Presto si farà luce sui fatti».
È il «garante» di Alemanno il prete arrestato per pedofilia
di Massimiliano Di Dio
«È un grande dolore». Tutto qui quello che il sindaco di Roma Gianni Alemanno riesce a dire dell’arresto di don Ruggero Conti, uno dei «garanti per la famiglia» della sua amministrazione, accusato di violenza sessuale aggravata e continuata nei confronti di alcuni minori dell’oratorio. I radicali lo sfidano: si costituisca parte civile. Ma il sindaco fa finta di niente. E formalmente lo mantiene in carica.
Don Conti accusato di aver violentato minori
I radicali: «Sindaco parte civile». Ma lui tace
DA REGINA COELI, dov’è detenuto da quattro giorni, don Ruggero Conti nega ogni addebito. Anzi incalza: «È tutto un complotto. Sono tutte falsità frutto di cattiveria e gelosia» mentre una parte dei fedeli è incredula: «Lo aspettiamo a braccia aperte». Ma
gli inquirenti hanno ricostruito dieci anni di abusi nella sua parrocchia, partendo dalla denuncia di un altro sacerdote e arrivando alle testimonianze per ora di sette giovani, all'epoca tutti minorenni. E le accuse contro don Conti, 55 anni della parrocchia romana Natività di Maria Santissima, sembrano reggere. Al punto che si è arrivati all'arresto con l'accusa di violenza sessuale aggravata e continuata. Ora il suo caso crea non poco imbarazzo anche in Campidoglio dove solo alcuni mesi fa, prima della campagna elettorale e quindi prima di finire in manette, don Ruggero era stato nominato dallo stesso Alemanno garante per le politiche per le periferie e la famiglia. I radicali ieri hanno chiesto al primo cittadino di costituirsi parte civile. Ma Alemanno non ha risposto. «È stato un grosso dolore. Chiedo ai magistrati tutta la chiarezza possibile e di non fare sconti a nessuno» si è limitato a dire.
Nessun atto cautelativo da parte del Campidoglio nei confronti del sacerdote. Che da un lato contrasta con le condanne espresse in passato da An in altre vicende simili, come quella di Rignano Flaminio. E dall'altro trova forse ragione nel rapporto che lega il prete arrestato al sindaco. Al punto che quest'ultimo lo ha voluto accanto a sé anche in Comune come garante per le politiche per la famiglia e le periferie. «Alemanno passi dalle parole ai fatti: il Comune si costituisca parte civile per meglio assicurare assistenza a chi è doppiamente debole» incalza Mario Staderini dei Radicali. Dietro le sue parole c'è la drammatica vicenda giudiziaria che si è abbattuta dentro la parrocchia di via Selva Candida. Lì, secondo gli inquirenti, don Conti ha abusato negli ultimi dieci anni di ragazzi affidati alle sue cure nell'oratorio e nei campi estivi. Magari dietro la promessa di soldi, cd, dvd o vestiti. Vittime che all'epoca avevano anche solo undici anni. In sette ora hanno raccontato ai carabinieri un passato fatto di abusi e pedofilia. Ma potrebbero essere molti di più. Si cerca poi di far luce sui sospetti e le voci che nel quartiere da anni accompagnano il sacerdote. In passato don Conti era già stato sospeso per un mese dalle autorità ecclesiastiche. «Nel 2006 - spiega l'avvocato Anna D'Alessandro che difende il prete insieme ai legali Riccardo Olivo e Gianfranco D'Onofrio - c'era stata una verifica da parte del Vescovo dopo alcune voci e per un mese don Conti non era stato presente in parrocchia. Poi però è tornato a svolgere il suo ruolo di sempre».
Dal carcere di Regina Coeli, dov'è detenuto da tre giorni, il sacerdote rilancia al complotto. I suoi legali hanno già presentato domanda di scarcerazione e istanza per i domiciliari per problemi cardiaci. Parlano alcuni fedeli. «Di quello che si dice su di lui, la maggior parte è tutto inventato - afferma una signora - Lo conosco da anni, è amico di tutti, sempre solare e spettacolare. Qui in parrocchia lo aspettiamo a braccia aperte e nel frattempo cerchiamo di riportare armonia e normalità in un luogo frequentato da 400 bambini e 100 animatori». Su youtube un video mostra il sacerdote mentre canta. Capelli neri, occhiali, un po' paffuto. Molti i commenti. Alcuni contro, altri a favore come quello di Pindulicchio: «Ho lavorato per lui e non ha commesso una cosa simile. È un personaggio "scomodo" in grado di far del bene alla comunità. Presto si farà luce sui fatti».