Pedofilia, le vittime contro il Papa: «Ci ha ignorato»
Polemiche dopo l’incontro del Pontefice che ha chiuso la Gmg
Articolo pubblicato il: 2008-07-22
SYDNEY - Esponenti di primo piano delle vittime di abusi sessuali del clero si sono lamentati di essere stati esclusi dall’incontro di Benedetto XVI che, poco prima della partenza da Sydney a conclusione della Gmg, ha ricevuto con alcune vittime scelte dall’arcidiocesi di Sydney. Chris MacIsaacs,del gruppo Broken Rites (Riti spezzati), ha detto che i suoi membri sono offesi per non essere stati ricevuti. MacIsaacs ha descritto l’incontro di ieri mattina come «una mossa cinica disegnata da esperti di pubbliche relazioni». «Si trattava solo di gestire la crisi, è tipico, la Chiesa fa sempre così», ha detto. «Si può sempre scegliere qualcuno che si accontenta, ma se vogliono risolvere il problema debbono ascoltare chi ha motivi di risentimento». Durante la messa che ha celebrato nella cappella della Cathedral House, il Papa ha incontrato quattro vittime, due uomini e due donne, con i loro assistenti e con il sacerdote che segue il loro cammino spirituale. «Ha ascoltato le loro storie e li ha consolati» , rivolgendo loro «parole di partecipazione e di conforto», ha riferito il portavoce padre Federico Lombardi. Sabato scorso, nella messa davanti alla conferenza episcopale australiana, Benedetto XVI aveva espresso «vergogna» per i «misfatti» dei preti pedofili, chiedendo che siano consegnati alla giustizia e invitando i fedeli a collaborare con i vescovi per sradicare questo dramma. La coppia di Melbourne. Anthony e Christine Foster le cui due figlie furono ripetutamente stuprate da un prete, e una delle quali si è poi suicidata, accusano l’arcivescovo di Sydney card. George Pell, di aver ostruito a lungo le richieste di risarcimento. Avevano chiesto udienza al Papa, e lamentano di non essere stati invitati all’incontro di ieri, e che non fossero presenti nemmeno dei rappresentanti di Broken Rites. «Sembra assolutamente incredibile che la Chiesa cattolica ignori il parere di persone che hanno espresso in modo articolato i bisogni e le richieste di tutte le vittime, e che il Papa incontri solo quattro persone, che possono non essere in grado di esprimere i punti di vista di tutte le vittime», ha detto Anthony Foster.
l card. Pell ha difeso il criterio di scelta delle persone ricevute dal Pontefice, spiegando che la messa di ieri mattina era intesa come un incontro privato e ristretto. «Centinaia di persone mi hanno contattato per incontrare il Papa, e non potevo certo accontentarle tutte. Ovviamente era un incontro limitato, ma speriamo che mandi un messaggio sul dispiacere genuino del Papa, e naturalmente dei vescovi australiani». Il direttore dell’Ufficio per gli standard professionali della Chiesa cattolica, Michael Salmon, ha detto di aver scelto i quattro partecipanti perché grazie al suo lavoro aveva acquisito una conoscenza delle loro storie. «Cercavamo persone che avessero progredito nel viaggio della guarigione, che non fossero a disagio nel partecipare alla messa, perché la messa è il cuore della tradizione cattolica». L’incontro è stato «veramente un’esperienza di guarigione» per le vittime presenti, ha aggiunto. «Il Papa è stato meraviglioso; è molto sensibile e umile, credo che abbiano colto questo suo spirito». In Australia si registrano 107 casi di condanne di sacerdoti o religiosi per abusi e altri processi ancora in corso, ma secondo i gruppi di supporto, le vittime si contano a migliaia.
Polemiche dopo l’incontro del Pontefice che ha chiuso la Gmg
Articolo pubblicato il: 2008-07-22
SYDNEY - Esponenti di primo piano delle vittime di abusi sessuali del clero si sono lamentati di essere stati esclusi dall’incontro di Benedetto XVI che, poco prima della partenza da Sydney a conclusione della Gmg, ha ricevuto con alcune vittime scelte dall’arcidiocesi di Sydney. Chris MacIsaacs,del gruppo Broken Rites (Riti spezzati), ha detto che i suoi membri sono offesi per non essere stati ricevuti. MacIsaacs ha descritto l’incontro di ieri mattina come «una mossa cinica disegnata da esperti di pubbliche relazioni». «Si trattava solo di gestire la crisi, è tipico, la Chiesa fa sempre così», ha detto. «Si può sempre scegliere qualcuno che si accontenta, ma se vogliono risolvere il problema debbono ascoltare chi ha motivi di risentimento». Durante la messa che ha celebrato nella cappella della Cathedral House, il Papa ha incontrato quattro vittime, due uomini e due donne, con i loro assistenti e con il sacerdote che segue il loro cammino spirituale. «Ha ascoltato le loro storie e li ha consolati» , rivolgendo loro «parole di partecipazione e di conforto», ha riferito il portavoce padre Federico Lombardi. Sabato scorso, nella messa davanti alla conferenza episcopale australiana, Benedetto XVI aveva espresso «vergogna» per i «misfatti» dei preti pedofili, chiedendo che siano consegnati alla giustizia e invitando i fedeli a collaborare con i vescovi per sradicare questo dramma. La coppia di Melbourne. Anthony e Christine Foster le cui due figlie furono ripetutamente stuprate da un prete, e una delle quali si è poi suicidata, accusano l’arcivescovo di Sydney card. George Pell, di aver ostruito a lungo le richieste di risarcimento. Avevano chiesto udienza al Papa, e lamentano di non essere stati invitati all’incontro di ieri, e che non fossero presenti nemmeno dei rappresentanti di Broken Rites. «Sembra assolutamente incredibile che la Chiesa cattolica ignori il parere di persone che hanno espresso in modo articolato i bisogni e le richieste di tutte le vittime, e che il Papa incontri solo quattro persone, che possono non essere in grado di esprimere i punti di vista di tutte le vittime», ha detto Anthony Foster.
l card. Pell ha difeso il criterio di scelta delle persone ricevute dal Pontefice, spiegando che la messa di ieri mattina era intesa come un incontro privato e ristretto. «Centinaia di persone mi hanno contattato per incontrare il Papa, e non potevo certo accontentarle tutte. Ovviamente era un incontro limitato, ma speriamo che mandi un messaggio sul dispiacere genuino del Papa, e naturalmente dei vescovi australiani». Il direttore dell’Ufficio per gli standard professionali della Chiesa cattolica, Michael Salmon, ha detto di aver scelto i quattro partecipanti perché grazie al suo lavoro aveva acquisito una conoscenza delle loro storie. «Cercavamo persone che avessero progredito nel viaggio della guarigione, che non fossero a disagio nel partecipare alla messa, perché la messa è il cuore della tradizione cattolica». L’incontro è stato «veramente un’esperienza di guarigione» per le vittime presenti, ha aggiunto. «Il Papa è stato meraviglioso; è molto sensibile e umile, credo che abbiano colto questo suo spirito». In Australia si registrano 107 casi di condanne di sacerdoti o religiosi per abusi e altri processi ancora in corso, ma secondo i gruppi di supporto, le vittime si contano a migliaia.