Aborto terapeutico e conversioni di comodo
La Voce Repubblicana del 22 gennaio 2008, pag. 1
Una sessualità più consapevole potrebbe svelenire il clima sulla legge 194. Lo pensa il professar Michele La Placa, professore emerito dì microbiologia alla facoltà di medicina dell'Università di Bologna.
Professor La Placa, oggi c'è chi vorrebbe mettere in discussione la legge 194. Secondo lei ci sono motivazioni giuste per farlo?
"Non riesco a vedere motivazioni valide. Però, una legge basata sul principio della maternità responsabile dovrebbe avere una premessa: qualcosa sulla sessualità responsabile. Oggi, la giusta libertà sessuale di cui godono i giovani deve essere vissuta in modo responsabile sotto due profili; consapevolezza dei mezzi anticoncezionali e maggiore attenzione alla diffusione delle malattie veneree. Di questi aspetti non si tiene sempre conto. La sessualità libera ha dei risvolti che non sono sempre positivi. Una sessualità responsabile renderebbe meno drammatico il problema dell'aborto che, molte volte, è utilizzato solo come strumento per evitare una gravidanza non desiderata senza altre motivazioni".
Crede che la cultura della prevenzione non si sia rafforzata nel nostro Paese dopo l'introduzione dell'aborto?
"Non credo che sia accaduto questo. Dobbiamo tenere conto che la piaga dell'aborto clandestino è sempre stata presente nelle nostre società. E questa legge ha dato il vantaggio di diminuirla e di ridurre i rischi di pratiche abortive che non sempre erano condotte in modo adeguato. Certo, al di la del problema della laicità, non c'è dubbio che, secondo la mia formazione repubblicana e mazziniana, non si può fare a meno di un senso di religiosità della vita. Sappiamo che esiste qualcosa che non conosciamo, Se c'è un'inconoscibile, che non possiamo dominare con le nostre conoscenze, e la vita è tra queste, bisogna essere prudenti. Non c'è dubbio che la pratica dell'aborto terapeutico sia sicuramente uno strumento di cui la moderna società si sia fornita. Non dobbiamo dimenticare che una sessualità consapevole, un consapevole utilizzo dei mezzi anticoncezionali potrebbe sdrammatizzare gran parte delle diatribe che oggi si sono rinnovate per questa rinascita del pensiero Teodem dappertutto".
Perché la Chiesa ha sentito la necessità di scatenare questa offensiva contro la legge 194 del 1978?
"Non mi pare che sia un'offensiva drammatica. Ci sono alcune posizioni, alcuni movimenti che da sempre hanno ostacolato questa legge. II modo per rendere meno virulenta questa situazione starebbe proprio in una maggiore attenzione alla sessualità responsabile, all'educazione sessuale dei giovani, alla conoscenza dei mezzi anticoncezionali e sui rischi di un'attività sessuale che non è consapevole. E' chiaro che ci sono posizioni ideologiche impossibili da contrastare. Ma di queste il laico non deve occuparsi, deve procedere in base ad alcuni principi e non andare contro qualcuno".
Come ha trovato la comparazione tra aborto e pena di morte con l'iniziativa di Giuliano Ferrara che ha chiesto la moratoria sull'aborto?
"E' chiaro che ci sono situazioni in cui l'aborto - come nel caso della Cina - viene utilizzato come strumento per il controllo delle nascite. In alcuni paesi viene fatto dopo aver fatto l'analisi del sesso del nascituro per eliminare i feti di sesso femminile. Queste sono pure barbarie. Secondo me, questo si sdrammatizza se gli strumenti anticoncezionali vengono usati in modo più diffuso e razionale".
Teme che qualche regione possa approvare una legge che renda più difficile l'aborto o che aggiri la legge 194?
"Non è facile fare delle previsioni. Però ho visto quello che è accaduto nel Veneto. In quella Regione hanno tolto la obbligatorietà delle vaccinazioni. Un'altra operazione opinabile dal punto di vista sanitario. Non voglio aggiungere altro. Il rischio esiste. Però non credo che ci possano essere regioni che possano fare una simile azione".
Si è chiesto perché tanti esponenti di sinistra hanno una posizione di cauta apertura per limitare la legge 194?
"In Italia, la forza elettorale di Santa madre Chiesa è notevole. Di questo i politici sono i primi ad essere avvertiti. D'Alema, Bertinotti, che hanno avuto un passato anticlericale e hanno manifestato il loro ateismo, oggi professano la ricerca della fede. Non è difficile intravedere dietro questo atteggiamento dei calcoli politici e non un sofferto iter personale. Il Partito democratico ha una grossa componente cattolica di cui non può non tenere conto".
Lei si sarebbe opposto alla visita di Benedetto XVI all'università di Roma? Come ha trovato questa polemica?
"Non mi sarei opposto. Però, se il rettore avesse convocato il corpo accademico per assistere alla riunione con il pontefice io, una volta entrato, mi sarei alzato e sarei uscito. Questo è il vero atteggiamento laico. Io non vieto al Papa di parlare se ha avuto l'invito dall'autorità che regge l'università, però nessuno mi può obbligare a testimoniare, con la mia presenza, un certo mio atteggiamento. D'altro canto, quando un pontefice è andato in Parlamento, i deputati repubblicani si sono alzati e sono usciti. Questo mi piace ricordarlo. Ed è questo l'atteggiamento più corretto".
La Voce Repubblicana del 22 gennaio 2008, pag. 1
Una sessualità più consapevole potrebbe svelenire il clima sulla legge 194. Lo pensa il professar Michele La Placa, professore emerito dì microbiologia alla facoltà di medicina dell'Università di Bologna.
Professor La Placa, oggi c'è chi vorrebbe mettere in discussione la legge 194. Secondo lei ci sono motivazioni giuste per farlo?
"Non riesco a vedere motivazioni valide. Però, una legge basata sul principio della maternità responsabile dovrebbe avere una premessa: qualcosa sulla sessualità responsabile. Oggi, la giusta libertà sessuale di cui godono i giovani deve essere vissuta in modo responsabile sotto due profili; consapevolezza dei mezzi anticoncezionali e maggiore attenzione alla diffusione delle malattie veneree. Di questi aspetti non si tiene sempre conto. La sessualità libera ha dei risvolti che non sono sempre positivi. Una sessualità responsabile renderebbe meno drammatico il problema dell'aborto che, molte volte, è utilizzato solo come strumento per evitare una gravidanza non desiderata senza altre motivazioni".
Crede che la cultura della prevenzione non si sia rafforzata nel nostro Paese dopo l'introduzione dell'aborto?
"Non credo che sia accaduto questo. Dobbiamo tenere conto che la piaga dell'aborto clandestino è sempre stata presente nelle nostre società. E questa legge ha dato il vantaggio di diminuirla e di ridurre i rischi di pratiche abortive che non sempre erano condotte in modo adeguato. Certo, al di la del problema della laicità, non c'è dubbio che, secondo la mia formazione repubblicana e mazziniana, non si può fare a meno di un senso di religiosità della vita. Sappiamo che esiste qualcosa che non conosciamo, Se c'è un'inconoscibile, che non possiamo dominare con le nostre conoscenze, e la vita è tra queste, bisogna essere prudenti. Non c'è dubbio che la pratica dell'aborto terapeutico sia sicuramente uno strumento di cui la moderna società si sia fornita. Non dobbiamo dimenticare che una sessualità consapevole, un consapevole utilizzo dei mezzi anticoncezionali potrebbe sdrammatizzare gran parte delle diatribe che oggi si sono rinnovate per questa rinascita del pensiero Teodem dappertutto".
Perché la Chiesa ha sentito la necessità di scatenare questa offensiva contro la legge 194 del 1978?
"Non mi pare che sia un'offensiva drammatica. Ci sono alcune posizioni, alcuni movimenti che da sempre hanno ostacolato questa legge. II modo per rendere meno virulenta questa situazione starebbe proprio in una maggiore attenzione alla sessualità responsabile, all'educazione sessuale dei giovani, alla conoscenza dei mezzi anticoncezionali e sui rischi di un'attività sessuale che non è consapevole. E' chiaro che ci sono posizioni ideologiche impossibili da contrastare. Ma di queste il laico non deve occuparsi, deve procedere in base ad alcuni principi e non andare contro qualcuno".
Come ha trovato la comparazione tra aborto e pena di morte con l'iniziativa di Giuliano Ferrara che ha chiesto la moratoria sull'aborto?
"E' chiaro che ci sono situazioni in cui l'aborto - come nel caso della Cina - viene utilizzato come strumento per il controllo delle nascite. In alcuni paesi viene fatto dopo aver fatto l'analisi del sesso del nascituro per eliminare i feti di sesso femminile. Queste sono pure barbarie. Secondo me, questo si sdrammatizza se gli strumenti anticoncezionali vengono usati in modo più diffuso e razionale".
Teme che qualche regione possa approvare una legge che renda più difficile l'aborto o che aggiri la legge 194?
"Non è facile fare delle previsioni. Però ho visto quello che è accaduto nel Veneto. In quella Regione hanno tolto la obbligatorietà delle vaccinazioni. Un'altra operazione opinabile dal punto di vista sanitario. Non voglio aggiungere altro. Il rischio esiste. Però non credo che ci possano essere regioni che possano fare una simile azione".
Si è chiesto perché tanti esponenti di sinistra hanno una posizione di cauta apertura per limitare la legge 194?
"In Italia, la forza elettorale di Santa madre Chiesa è notevole. Di questo i politici sono i primi ad essere avvertiti. D'Alema, Bertinotti, che hanno avuto un passato anticlericale e hanno manifestato il loro ateismo, oggi professano la ricerca della fede. Non è difficile intravedere dietro questo atteggiamento dei calcoli politici e non un sofferto iter personale. Il Partito democratico ha una grossa componente cattolica di cui non può non tenere conto".
Lei si sarebbe opposto alla visita di Benedetto XVI all'università di Roma? Come ha trovato questa polemica?
"Non mi sarei opposto. Però, se il rettore avesse convocato il corpo accademico per assistere alla riunione con il pontefice io, una volta entrato, mi sarei alzato e sarei uscito. Questo è il vero atteggiamento laico. Io non vieto al Papa di parlare se ha avuto l'invito dall'autorità che regge l'università, però nessuno mi può obbligare a testimoniare, con la mia presenza, un certo mio atteggiamento. D'altro canto, quando un pontefice è andato in Parlamento, i deputati repubblicani si sono alzati e sono usciti. Questo mi piace ricordarlo. Ed è questo l'atteggiamento più corretto".