Laicità? Non ci resta che l'Iran
Il Riformista del 22 gennaio 2008, pag. 2
Proprio 17 anni fa alla Sapienza papa Benedetto XVI, allora cardinale Joseph Ratzinger, affermava che il processo e la condanna dell'astronomo Galileo da parte dell'Inquisizione nel 1633 fu razionale e giusta»: oddio, ci risiamo, dirà tra sé e sé l'annoiato lettore, i soliti estremisti di sinistra e mangiapreti tornano a rivangare questa penosa storia sulla stampa italiana (quella di berlusconiana memoria monopolizzata da giornalisti comunisti e di regime). Ma si sbaglierebbe, il giustamente confuso lettore, nel suo pensiero. Il virgolettato è estratto da un articolo pubblicato dal Teheran Times, quotidiano iraniano in lingua inglese, filogovernativo come la stampa formato Iran nell'era di Ahmadinejad deve essere, che ha ricostruito la polemica tra l'ateneo romano, il dipartimento di fisica, i giovani (e un po' ingenui) studenti contestatori e la santa sede. E si è anche concesso il lusso di dar dell'ironia sul pontefice, elencando una serie di episodi emblematici del difficile rapporto, diciamo così, di Ratzinger con la scienza, e del preteso primato della religione cattolica. Tra lui e lei scegliere non saprei, verrebbe da dire.
Quel che più colpisce, scorrendo la cronaca (ben documentata, tra l'altro) del giornale iraniano, è pensare quanto certi argomenti rabbiosamente branditi dai «nemici» dell'Occidente, non abbiano trovato gran spazio sulla stampa italiana, giunta in soccorso del "povero" papa imbavagliato dalla censura negletta e autoritaria del rude laicismo. Così, il lettore come il giornalista ora riflettono interdetti sul perché debbano ricorrere ai media iraniani (non certo un esempio di democrazia e imparzialità) per ricordarsi di quando Ratzinger in Brasile lo scorso anno ha affermato che le popolazioni native «attendevano silenziosamente» il verbo cristiano per bocca (o mano) dei colonizzatori. O del discorso in odore di antislamismo di Ratisbona. Ecco. Che a ricordarcelo siano i media di Ahmadinejad, è una realtà che davvero supera la fantasia.
Il Riformista del 22 gennaio 2008, pag. 2
Proprio 17 anni fa alla Sapienza papa Benedetto XVI, allora cardinale Joseph Ratzinger, affermava che il processo e la condanna dell'astronomo Galileo da parte dell'Inquisizione nel 1633 fu razionale e giusta»: oddio, ci risiamo, dirà tra sé e sé l'annoiato lettore, i soliti estremisti di sinistra e mangiapreti tornano a rivangare questa penosa storia sulla stampa italiana (quella di berlusconiana memoria monopolizzata da giornalisti comunisti e di regime). Ma si sbaglierebbe, il giustamente confuso lettore, nel suo pensiero. Il virgolettato è estratto da un articolo pubblicato dal Teheran Times, quotidiano iraniano in lingua inglese, filogovernativo come la stampa formato Iran nell'era di Ahmadinejad deve essere, che ha ricostruito la polemica tra l'ateneo romano, il dipartimento di fisica, i giovani (e un po' ingenui) studenti contestatori e la santa sede. E si è anche concesso il lusso di dar dell'ironia sul pontefice, elencando una serie di episodi emblematici del difficile rapporto, diciamo così, di Ratzinger con la scienza, e del preteso primato della religione cattolica. Tra lui e lei scegliere non saprei, verrebbe da dire.
Quel che più colpisce, scorrendo la cronaca (ben documentata, tra l'altro) del giornale iraniano, è pensare quanto certi argomenti rabbiosamente branditi dai «nemici» dell'Occidente, non abbiano trovato gran spazio sulla stampa italiana, giunta in soccorso del "povero" papa imbavagliato dalla censura negletta e autoritaria del rude laicismo. Così, il lettore come il giornalista ora riflettono interdetti sul perché debbano ricorrere ai media iraniani (non certo un esempio di democrazia e imparzialità) per ricordarsi di quando Ratzinger in Brasile lo scorso anno ha affermato che le popolazioni native «attendevano silenziosamente» il verbo cristiano per bocca (o mano) dei colonizzatori. O del discorso in odore di antislamismo di Ratisbona. Ecco. Che a ricordarcelo siano i media di Ahmadinejad, è una realtà che davvero supera la fantasia.