I Radicali: «Oscurati come un sito porno»
Corriere della Sera del 29 gennaio 2008, pag. 9
di Virginia Piccolillo
Radicali «oscurati dal "filtro famiglia" Vodafone». La denuncia arriva da Antonio Stango del comitato nazionale del movimento che ieri aveva tentato di accedere tramite il telefonino al sito Internet www.radicali.it. Grande la sorpresa nel vedersi apparire il blocco di protezione, subito letto in chiave moralistica e ribattezzato «filtro Ruini».
Vodafone smentisce l'intento censorio e spiega che a bloccarsi automaticamente sono i siti collegati a chat e a forum o in cui compaiono «parole, frasi o immagini che possono colpire la sensibilità di chi ne ha richiesto l'attivazione». Nessuna velleità «clerico-fascista», dunque. Solo un servizio per genitori preoccupati per i cattivi incontri dei piccoli sul web, spiegano. Ma i radicali insistono: «Nessuno ne ha chiesto l'attivazione». E in serata rincarano: «Sono bloccati anche altri siti di partiti politici: quello del Pd, di Rifondazione e di Forza Italia. Funzionano solo quello di An e di Mastella».
Rita Bernardini, segretario dei radicali, prepara un'interrogazione parlamentare. «Il nostro sito — dice — contiene molto amore... per la legalità, i diritti, la giustizia e la libertà». Ma nessun richiamo erotico. A parte il fatto che, sottolinea ironico Stango, «la politica radicale a volte è eccitante». «Dobbiamo dedurre che il sito dei radicali non sia adatto alle famiglie? — si chiede la Bernardini — Ma a quale famiglia si riferisce Vodafone, alla cosiddetta "famiglia naturale"? In tal caso quello che impone non è un "Filtro Famiglia", ma l'ennesimo "Filtro Ruini" (o Bertone, o Bagnasco)». Nel sito, fanno notare, non c'è nulla più che in qualsiasi sito di giornale. «Salvo le opinioni dei radicali».
A Vodafone sorridono e scuotono la testa. «Non c'è nessuna censura — assicura Giuseppe Currà, capufficio stampa —. Stiamo facendo delle verifiche. Ma quello che potrebbe essere accaduto è che il sistema abbia bloccato l'accesso al sito che consente il collegamento al Forum. E il servizio che noi abbiamo offerto per primi, e che sta riscuotendo successo, consente ciò che finora si poteva fare solo con il computer. Ovvero bloccare l'accesso a chat o a forum per evitare ogni possibilità di contatto con contenuti scabrosi o molesti. Una preoccupazione comprensibile dei genitori che prestano i telefonini ai figli».
Corriere della Sera del 29 gennaio 2008, pag. 9
di Virginia Piccolillo
Radicali «oscurati dal "filtro famiglia" Vodafone». La denuncia arriva da Antonio Stango del comitato nazionale del movimento che ieri aveva tentato di accedere tramite il telefonino al sito Internet www.radicali.it. Grande la sorpresa nel vedersi apparire il blocco di protezione, subito letto in chiave moralistica e ribattezzato «filtro Ruini».
Vodafone smentisce l'intento censorio e spiega che a bloccarsi automaticamente sono i siti collegati a chat e a forum o in cui compaiono «parole, frasi o immagini che possono colpire la sensibilità di chi ne ha richiesto l'attivazione». Nessuna velleità «clerico-fascista», dunque. Solo un servizio per genitori preoccupati per i cattivi incontri dei piccoli sul web, spiegano. Ma i radicali insistono: «Nessuno ne ha chiesto l'attivazione». E in serata rincarano: «Sono bloccati anche altri siti di partiti politici: quello del Pd, di Rifondazione e di Forza Italia. Funzionano solo quello di An e di Mastella».
Rita Bernardini, segretario dei radicali, prepara un'interrogazione parlamentare. «Il nostro sito — dice — contiene molto amore... per la legalità, i diritti, la giustizia e la libertà». Ma nessun richiamo erotico. A parte il fatto che, sottolinea ironico Stango, «la politica radicale a volte è eccitante». «Dobbiamo dedurre che il sito dei radicali non sia adatto alle famiglie? — si chiede la Bernardini — Ma a quale famiglia si riferisce Vodafone, alla cosiddetta "famiglia naturale"? In tal caso quello che impone non è un "Filtro Famiglia", ma l'ennesimo "Filtro Ruini" (o Bertone, o Bagnasco)». Nel sito, fanno notare, non c'è nulla più che in qualsiasi sito di giornale. «Salvo le opinioni dei radicali».
A Vodafone sorridono e scuotono la testa. «Non c'è nessuna censura — assicura Giuseppe Currà, capufficio stampa —. Stiamo facendo delle verifiche. Ma quello che potrebbe essere accaduto è che il sistema abbia bloccato l'accesso al sito che consente il collegamento al Forum. E il servizio che noi abbiamo offerto per primi, e che sta riscuotendo successo, consente ciò che finora si poteva fare solo con il computer. Ovvero bloccare l'accesso a chat o a forum per evitare ogni possibilità di contatto con contenuti scabrosi o molesti. Una preoccupazione comprensibile dei genitori che prestano i telefonini ai figli».